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LA MANCANZA DISCHIUDE MONDI-Recensione dI "MAGARI IN UN'ORA DEL POMERIGGIO" dI DAVIDE VALECCHI
Post n°13 pubblicato il 05 Febbraio 2012 da elenavarriale1
LA MANCANZA DISCHIUDE MONDI Recensione di “Magari in un’ora del pomeriggio” di Davide Valecchi
Un suono, un respiro, uno sguardo, l’ombra “che mi visita nei sogni”: visioni e sensazioni che danno forma e sostanza ai bei versi di Davide Valecchi del suo libro “Magari in un’ora del pomeriggio”, opera vincitrice del Premio Fara Excelsior 2011 e pubblicato da Fara Editori, Rimini. Evanescenze di suoni, profumi ed istanti che raccontano una mancanza, qualcosa di molto più profondo ed intimo dell’assenza. Qualcosa che non c’è ancora, ma che il cuore già sente come sua: “Oggi ho indossato la tua mancanza/in ogni luogo che ho occupato: /un’intera giornata nel tuo segno/come se conoscessi il tuo sapore.” Una mancanza che non apre vuoti, ma dischiude mondi, che non toglie, ma aggiunge. Una mancanza che non ferma, ma spinge. Va oltre: “ho voluto vedere l’arcobaleno /che ti ha visitato a metà del giorno,/nonostante fossi dall’altra parte,/al principio o alla fine della curva”. E se è vero, come ha sostenuto Maria Luisa Spaziani che il “ritmo è sovrano di tutte le cose che hanno senso a questo mondo”, gli endecasillabi di Valecchi non sono solo ben strutturati, sinuosi ed avvolgenti, ma come vere e proprie partiture tracciano armonie e fughe su scale di sillabe: "I contorni di ogni cosa si accendono/ di una grazia inesorabile e quieta/ solo per qualche minuto di gloria/ che forse non ti comprende nemmeno". C’è dunque musicalità nella mancanza tratteggiata da Valecchi, ma anche la ricerca di uno stile che sappia dipingere il reale con le ombre di un conosciuto ed interiorizzato stato d’inquieto garbo: “E’ la prosaica mancanza di fiato/che mi procurano certe tue note/feroci di grazia quando ti muovi/o quando getti in mezzo alle tue frasi/echi celesti inconsape volmente.” La mancanza è musa ispiratrice che accompagna e guida il poeta facendolo oscillare tra il rapimento di un semplice sguardo e gli inevitabili laconici giorni: “resta delle ore/alle spalle una polvere sparuta/di pertinenza incerta”. La poesia allora diventa un vento leggero, quasi un alito che soffia ed alimenta la brace calda dei desideri: “La primavera fomenta gli inganni/della mente: echi della tua forma/riempiono ogni luogo naturale”.
Elena Varriale L'autore Davide Vallecchi è nato a Firenze nel 1974. E' un grande appassionato e cultore di poesia italiana del novecento e contemporanea. Ha una laurea in Letteratura italiana con tesi su Maria Luisa Spaziani. Sue poesie sono apparse in riviste (cartacee ed on line) e in vari blog letterari. Nell'aprile del 2011 una sua poesia, accompagnata da un video, ha vinto il premio "Poesia in video" presso il centro di Poesia Contemporanea dell' Università di Bologna. Polistrumentista, è attivo come musicista fin dall'adolescenza: ha fatto parte di numerose band spaziando in generi musicali diversi: rock, metal, new wave, sperimentazione, elettronica. Attualmente è impegnato con due formazioni: Video Diva (new wave, rock, elettronica) e Downward Design Research (elettronica, ambient, industrial). Con lo pseudonimo di aal (almost automatic landscapes), a partire dal 2001 ha intrapreso un percorso di ricerca sonora in campo elettro-acustico, concreto, elettronico e ambient, pubblicando lavori per varie etichette italiane ed internazionali. L'attività poetica e quella musicale sono profondamente interconnesse.
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il 27/10/2011 alle 08:51
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