RECENSIONI ED ALTRO

L’ASTRATTO “VISCERALE” CHE COLPISCE E CONVINCE


 Non capita spesso di essere invitati ad una mostra di 12 donne tutte over sessanta (anni) che espongono le loro opere nella collettiva "Abstractus" curata dal professore Franco Lista in allestimento dal 25 al 31 ottobre 2014 negli spazi dell'Associazione Aistetika (Via Cimarosa 23) di Sergio Garzia. Arte per amore si legge nel logo dell'Associazione, un fine nobile che non delude le aspettative.Le artiste (Anna Cafiero, Bianca Cappello, Carmen Caruso, Anna Maria Casavola, Adriana Coscia, Giuliana Galletta,, Marina Ingraldi, Maria Rosaria Malatesta, Anna Procopio, Elena Saponaro, Anna Maria Solimene, Mirjana Sujica, Maria Pia Ventrella) frequentano l'Humaniter, consolidata realtà umana, culturale ed artistica della città ed in particolare, il corso di pittura tenuto dal professore Franco Lista che è presente alla mostra con una sua opera.Le artiste sono emozionate come succede la prima volta che metti in gioco il tuo talento, ma anche raggianti come le tele che hanno dipinto. Hanno tutte l'entusiasmo della bambina che scopre e si meraviglia, solo le rughe raccontano le ferite lasciate dalle consapevolezze e dai dolori di una vita vissuta.Nelle tele esposte c'è il loro viaggio: un sinuoso defluire tra ricordi e voglia di vivere, tra dubbi e speranze, tra attimi ed eternità. E' la realtà interiore che si racconta con le sue visioni fluide, cristalline, immateriali. E' un astratto "viscerale" che colpisce per i colori vivi, puri, per gli spazi allungati o inventati e le luci che da ogni tela, aprono ferite o socchiudono porte. Sono tutte diverse tra loro, eppure in ognuna è possibile sentire l'armonia dell'intento, quel raccontarsi senza infingimenti.Ma è nei movimenti delle linee o del colore che si apprezza l'originalità della scelta e dello stile. S'intravedono spunti, ma non copie dai modelli, c'è il richiamo del tratto che defluisce nella profondità della tela, c'è l'eco di una forma, ma non la sua emulazione. L'imprevedibile irrompe e cancella stereotipi.Un mix creativo di sogni e rimpianti, di paure e speranze, di non so e di forse. La vita è bella da vivere sembra sussurrare ogni tela, anche con le sue spine. Uno stile "terza età" che colpisce e convince, un esempio di come la "saggezza" degli anni possa non solo convivere con la creatività, ma produrre arte.Elena Varriale