mare

mafia e stato


 nel 60/70 si inizia a prendere sul serio il fenomeno mafiamagistrati..prefetti e chiunque cercasse di contrastarla veniva tolto di mezzo..dopo la strage di via Carini in cui perse la vita il generale Dalla Chiesa..prefetto di palermo...la molglie e la scorta ..venne approvata dal parlamento la legge che Pio dalla torre aveva proposto prima di essere assassinato ..una legge speciale anti mafia La legge Rognoni-La Torre introdusse nel codice penale il fondamentale articolo 416 bis, che definisce il reato di associazione mafiosa.   la lotta alla mafia fino al 90 da parte dello stato fu d'emergenza non condivisa dai giudici Borsellino e Falcone che chiedevano che le leggi fossero sorrette da una forte e precisa volontà politica concretizzata attraverso strutture adeguate e con uomini altamente qualificati protesi al sostegno e alla sicurezza degli uomini impegnati nella lotta contro la mafia perdenti se il lavoro non è di squadra  La lotta contro la mafia sembra segnare il passo da quando nel 1997 il Parlamento ha varato la riforma dell'art. 513 del codice di procedura penale che rende quasi impossibile l'accertamento giudiziale dei fatti di reato e delle relative responsabilità.  attraverso i pentiti come Tommaso Buscetta, si evince il meccanismo .  Grazie a queste testimonianze sono state smascherate alleanze clamorose tra mafia e politica e molti uomini di potere furono duramente accusati.  
Il caso per eccellenza sicuramente quello di Giulio Andreotti, accusato nel 1994 di associazione mafiosa e poi scagionato per insufficienza di prove dopo un lungo e articolato processo.   nel'92 uccidono Salvo Lima, il potentissimo proconsole di Giulio Andreotti in Sicilia. Muore perché in Cassazione tutti i mafiosi incastrati dal giudice Giovanni Falcone vengono condannati all'ergastolo. È la rottura di un patto che resiste da almeno quattro decenni. Cosa Nostra si ritrova improvvisamente c'è una lista di uomini che i boss intendono colpire. Il primo è Mannino. Poi c'è Carlo Vizzini, ministro delle Poste. C'è il ministro della Giustizia Claudio Martelli. C'è anche il ministro della Difesa Salvo Andò. E Giulio Andreotti.Secondo la ricostruzione dei pm, nel timore di essere ucciso Mannino incontra il capo dei reparti speciali dei carabinieri Antonino Subranni e il capo della polizia Vincenzo Parisi per "aprire" un contatto con i boss e arrivare a un patto. Ma la mafia siciliana non scende a pattidi non fare patti. Il 23 maggio del 1992 fa saltare in aria Falcone a CapaciFalcone è morto da 15 giorni e i carabinieri del Ros  -  il colonnello Mario Mori e il capitano Giuseppe De Donno  -  contattano l'ex sindaco Vito Ciancimino per cercare di arrivare a Totò Riina, il capo dei capi di Cosa Nostra. E fermare le stragi. Trattano con lui.  Dicono loro: "Di nostra iniziativa". chi ne era al corrrente per 17 anni tace...  Martelli, la Ferraro e Violante  -  ma quando il figlio di Vito Ciacimino, Massimo, racconta nel 2010 ai magistrati di Palermo di quegli incontri fra suo padre e i carabinieri, questi   ammettono di sapere. Totò Riina scrive  le richieste di Cosa Nostra per far cessare la strategia stragista in cambio di benefici di legge, nuove norme sul pentitismo, la revisione del maxi processo. C'è un nuovo governo, il premier è Giuliano Amato. Il vecchio ministro degli Interni Vincenzo Scotti, considerato un "duro", salta. E al suo posto viene improvvisamente nominato Nicola Mancino.Il 1°del '93 i carabinieri  -  quegli stessi che stavano trattando con Ciancimino  -  arrestano dopo 24 anni e 7 mesi di latitanza Totò Riina. E' una cattura "strana". Non perquisiscono il suo covo, non inseguono i suoi complici. Il ministro Mancino annuncia  -  a sorpresa - l'arresto di Riina qualche giorno prima. Il sospetto è che Riina sia stato "venduto" da Bernardo Provenzano, l'altro capo mafia di Corleone già in contatto con il senatore Marcello Dell'Utri, il braccio destro di Berlusconi che con l'aristocrazia mafiosa di Palermo ha rapporti da più di un quarto di secolo. Si tratta ancora fra Stato e mafia. Provenzano è libero e  -  secondo le indagini dei pm di Palermo  -  protetto dai carabinieri che avevano incontrato Vito Ciancimino« Le transazioni a favore di mio padre passavano tutte tramite i conti e le cassette dello IOR »( Massimo Ciancimino)IOR...o meglio..la banca vaticana dove non c'è accesso ne controllo...dove circola denaro e oro sporco..I conti correnti e le due cassette di sicurezza, allo IOR erano e sono coperti da immunità diplomatica e in caso di perquisizione impossibile esercitare una rogatoria con lo Stato del Vaticanocon  Scalfaro vengono improvvisamente sostituiti tutti i vertici del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il Presidente della Repubblica in quelle settimane riceve una lettera di minacce dai familiari dei boss in carcere. Nel 1993, dopo le bombe, 441 mafiosi rinchiusi al 41 bis vengono trasferiti in regime di "normalità" carceraria. Il ministro della Giustizia Giovanni Conso dice che ha deciso tutto "in solitudine", il sospetto è che abbia ubbidito a una "ragion di Stato". . La mafia si placa. Ha trovato nuovi "referenti". Sarà una coincidenza  -  sicuramente una coincidenza  -  ma per vent'anni la mafia non spara più un colpo. E' l'Italia di Berlusconi. Governo dopo governo, è sempre trattativa.  novembre 2010 la moglie  di Vito Ciancimino rivela al pm di Palermo Antonio Ingroia che suo marito si sarebbe incontrato tre volte a Milano con Silvio Berlusconi tra il 1972 e il 1975. I due avrebbero parlato dello svolgimento del progetto di realizzazione di Milano2
Il direttore generale della Banca Popolare di Palermo Giovanni Scilabra, ormai in pensione, ha raccontato ai pm di Palermo di aver avuto un incontro nel 1986 con Ciancimino e Marcello Dell'Utri per un prestito di 20 miliardi da destinare alla Fininvest (di proprietà i Berlusconi).   A fare da tramite tra Berlusconi, i costruttori palermitani e l'ex sindaco potrebbe essere stato Marcello Dell'Utri, poi senatore del Pdl, indagato nel 1994, per concorso esterno in associazione mafiosadavanti al cadavere di Lima, Falcone dice....d'ora in poi può accadere di tutto ci si adopera anche per rendere le intercettazioni inutili.  e senza seguito chiarificante come l'intercettazione tra l'ex ministro Mancino e il capo dello Stato.Sulle telefonate si è aperto uno scontro istituzionale tra il Colle e la Procura di Palermo culminato in un conflitto di attribuzione davanti alla Consulta che ha dato ragione al Quirinale sulla distruzione delle intercettazioni La legge introduce due forme di patteggiamento: una prevede l'applicazione della pena detentiva massima di due anni (sola o con pena pecuniaria) con riduzione fino a un terzo, l'altra prevede l'applicazione della pena detentiva da due a cinque anni (sola o con pena pecuniaria). Questo significa che il magistrato si troverà presto ad avere a che fare ancora con le stesse persone mafiose che pochi anni prima era riuscito a far condannare. Un altro metodo importante ed efficace per combattere la mafia è l'intercettazione telefonica. Per questo motivo il nostro Parlamento sta cercando di limitarla o impedirla. Per nascondere il vero motivo, le autorità ci inducono a credere che il loro intento è quello di proteggere la privacy dei cittadini. In realtà, se l'oligarchia dominante lo decide, ognuno di noi può essere controllato, e se anche i cittadini controllati riuscissero a provare i comportamenti illegali, sarebbero costretti a constatare che nessun responsabile sarà trovato, come purtroppo è già accaduto. Ciò prova che alle nostre autorità non interessa nulla della nostra privacy, esse vogliono limitare l'azione dei magistrati, che attraverso le intercettazioni potrebbero ricostruire i rapporti fra mafiosi e politici.  da poco la notizia di arresti per un indagine su traffico di oro..ma anche di armi e valuta...Tutti devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di ingenti quantitativi di denaro in divisa estera,..nomi come L'ex assessore del comune di Tagliacozzo, Nino Zangari e Gianni Lapis..tributarista condannato su vicende per ricchezze illecite provenienti dall'ex sindaco Ciancimino il nostro Parlamento è pieno di persone che hanno avuto condanne penali.. Altri sono stati assolti per "prescrizione", come Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi.Quando ritornò al potere, nel 2001, Berlusconi disse che una sua priorità era quella di "riscrivere i codici". Si trattava di far passare leggi che diminuissero il più possibile il potere dei magistrati, in modo tale che anche i giudici più onesti e capaci non potessero in alcun modo contrastare né la mafia né la corruzione politica. I progetti di legge furono diversi come  quello per sottrarre al controllo dei magistrati la polizia giudiziaria (legge Mormino) o quello che avrebbe consentito di revisionare i processi (anche quelli con sentenza definitiva) celebrati prima dell'approvazione del "giusto processo" (legge Pepe-Saponara). Questa legge avrebbe permesso ai mafiosi condannati all'ergastolo di rifare i loro processi. All'allora ministro della Giustizia Roberto Castelli premeva che il carcere per i mafiosi non fosse duro: "41 bis, nessuno sarà condannato al carcere duro a vita". (7) "(Occorre) evitare forme di carattere vessatorio (il 41 bis sarà applicato) solo nei casi in cui è strettamente necessario".(8)  si può continuare a nascondere che l'Italia è ormai piegata al potere mafioso massonico ?
 pochissime persone lottano per porre una priorità al problema mafia nel Parlamento, ma  alla stragrande maggioranza dei parlamentari va bene così. Le elezioni, dunque, non cambiano nulla finché si è all'interno dell'attuale sistema partitico, in cui tutti i grandi partiti sono controllati dall'oligarchia dominante, che non ha alcun interesse ad eliminare la mafia, ma ne ha moltissimo a mantenerla forte e potenteQuasi tutte le persone che eleggiamo non saranno mai a servizio della collettività, appartenendo ad un sistema politico che ha il fulcro nell'appoggio al gruppo che detiene il potere finanziario ed economico. Eleggendo queste persone diventiamo loro complici, e le autorizziamo, seppur indirettamente e illudendoci di fare il contrario, ad approvare leggi che provengono dal sistema stesso, il cui unico scopo è quello di autoperpetuarsi. Si può scegliere fra la mafia o la lotta antimafia. ma solo cambiando totalmente gli elementi al potere senza cadere nel ricatti o cedere alla paura o farsi travolgere dall'avidità si potrà cambiare...se no alla fine nessuna vita offerta per la giustizia sarà valsa a qualcosa e mai nulla cambierà...