DUE DI DUE

STUPORE E TREMORI - AMELIE NOTHOMB


Amelie viene assunta alla Yumimoto. Inizia così il suo calvario. Conosce presto le "gioie" del lavoro. Atmosfera di tensione, mobbing e numerose delusioni, la portano a svolgere mansioni sempre più degradanti... questo romanzo rappresenta un modo diverso ed ironico di raccontare il "moderno" mondo del lavoro. Un mondo dove presto ci si accorge della scarsa umanità dei colleghi e della totale incapacità dei "superiori" a riflettere prima di parlare. Il libro è divertente anche se non entusiasmante ma è scritto un pò meglio rispetto all'altro romanzo di Amelie Nothomb che ho avuto il "piacere" di leggere (Acido Solforico).L'inizio del romanzo:Il signor Haneda era il capo del signor Omochi, che era il capo del signor Saito, che era il capo della signorina Mori, che era il mio capo. E io non ero il capo di nessuno. Si potrebbe dire diversamente. Io ero agli ordini della signorina Mori, che era agli ordini del signor Saito, e così di seguito, con la precisazione che gli ordini verso il basso potevano saltare i gradini della scala gerarchica.Per cui, alla Yumimoto, io ero agli ordini di tutti.una citazione:Ricapitoliamo. Da piccola volevo diventare Dio. Molto presto compresi che era chiedere troppo e versai un pò di acqua benedetta nel mio vino da messa: sarei stata Gesù. Presi rapidamente coscienza del mio eccesso di ambizione e accettai di "fare" la martire, una volta diventata grande.Adulta, mi decisi a essere meno megalomane e a lavorare come interprete in un'azienda giapponese. Sfortunatamente, era troppo per me e dovevo scendere di un gradino per diventare ragioniera. Ma non c'erano stati freni alla mia folgorante caduta sociale. Mi venne dunque assegnato il posto di nullafacente. Purtroppo - avrei dovuto sospettarlo - era ancora troppo per me. Ottenni così l'incarico estremo: guardiana dei cessi.