Appuntanate

Post N° 217


Ieri ho preso questo libro. Interessante, da leggere, davvero.È stata una esperienza strana: davvero imbarazzante. Mi sono accorto che cercavo di sussurrare il titolo ai commessi, dando nel contempo occhiate furtive intorno, in modo che nessuno mi sentisse; dopotutto la clientela di Feltrinelli è - diciamo - fortemente connotata, non so se mi spiego.Il titolo è forte, certo (quantunque molto appropriato), ma il pronunciarlo sembrava equivalere ad una potente bestemmia; dichiararsi antiambientalista suona blasfemo, quasi che ad esserlo ci si aspetti che si voglia urinare sul gatto di casa.Il fatto, me lo son spiegato dopo, è che parlando di questi temi, i soli sentimenti che ne scaturiscono sono la paura, e l'angoscia.Effetto ben conosciuto, del resto. Lo stesso che nel corso dei secoli ha armato la mano delle peggiori isterie di massa; il nazismo, e la paura del diverso, ad esempio. Ma per stare al contemporaneo, la stessa paura e la stessa isteria che origina il leghismo; o la paura del terrorismo, su cui fa leva l'amministrazione Bush per i suoi intrallazzi, come ha ottimamente dimostrato Michael Moore.Ora, la paura non è un sentimento che generi mai cose buone, per una fila di ragioni che non è neanche il caso di elencare.E l'adesione quasi unanime alla sensibilità "ecologica", pur se spesso mascherata da criticismo (che di kantiano però ha proprio poco), ha la sua origine proprio nel sentimento dell'angoscia, che cerca di coniugarsi in "proccupazione", "partecipazione attiva", o addirittura "responsabilità" verso le sorti del pianeta. Così che gli ecologisti si vedono riconosciuto il titolo che si sono autoattribuiti di funzionari dell'umanità, e mettere in discussione il loro Credo - che tale è, altro che esattezza scientifca - significa essere tacciati delle peggiori nefandezze morali.Ma la paura - e la paura per le sorti della Terra - è un sentimento irrazionale, e ottunde in modo potente le capacità di riflessione, di analisi; arrivando così, come dimostra ampiamente il libro, a diventare strumento di controllo politico, di manipolazione. Di perdita, in parole essenziali, della libertà.L'ambientalismo è una isteria di massa, alimentata ad arte. E Greenpeace è la vera multinazionale del terrore, altro che Al Qaeda.