Appuntanate

Biografia


G.A., noto ai più come ReDiSperanza, nacque il 15 ottobre del 1959. Era un giovedì. Di metà mese. Nel cuore della notte. Sin dalla nascita mostrò dunque quella predisposizione a stare nel mezzo, che lo avrebbe portato in età scolare a diventare un capobanda della sua piccola cerchia di amici, a scuola un elemento di disturbo della classe, e in età adulta a fare l’insegnante. Una vita passata a spese degli altrui zebedei. Gli anni dell’infanzia furono segnati da una profonda fede religiosa, che segnò anche gli anni della sua adolescenza, e che maturò in riflessioni su alcuni particolari precetti cristologici; su tutti, “ama il prossimo tuo”. In seguito però ebbe a emergere quella sua caratteristica nota di dissidenza che ritroveremo in molti altri atti della sua vita; divenne perciò un dissidente, dando di questo precetto una sua personale e originale interpretazione, che si caratterizzava per l’amare nel prossimo la sola componente femminile.Buon parlatore, dall’eloquio fluente, coinvolgente e affascinante, era noto ai suoi studenti come “il Tavor della Quinta B”. I meno raffinati lo definivano più semplicemente “una palla”, e “lo scassamaroni”.Di fatto, parlare è l’unica cosa che egli abbia mai saputo fare. E imparò a farlo bene. In questo periodo della sua vita, iniziò così ad avere una sua opinione su tutto. Poiché però, come recita l’aulico detto veneziano, “sensa scheo, l’orbo no canta”, da allora si fece pagare per esprimerla, distribuendo socraticamente la sua scienza solo dietro compenso. In determinate circostanze, pagando la differenza può anche stare zitto.La cosa di cui è difficile capacitarsi è che in effetti vi sia stato alcuno disposto a pagarlo per sentirlo parlare. Divenne così aggiornatore, anche se per la sua ben nota pigrizia, si limitò al poco impegnativo campo della geografia, con rare escursioni (tanto per fare qualcosa di diverso) nel campo della storia.Dopo alcuni anni così spesi, questa sua attività cessò repentinamente.Gli studiosi si dividono sulla interpretazione di questo avvenimento. La spiegazione più comunemente accettata è che egli si fosse annoiato di quanto stava facendo; questo, sostengono coloro che accreditano questa tesi, è un tratto caratteristico del nostro eroe: lo stancarsi, dopo un po’, di fare ciò che fa. Secondo altri studiosi, furono altri a stancarsi di pagarlo per farglielo fare.Poiché di sentirlo parlare se ne aveva ormai abbastanza, si risolse di farlo scrivere.Iniziò dunque la sua nuova carriera di scrittore. Inizialmente il suo compito presso alcune case editrici era lo scrivere bollettini postali, ma lo sviluppo delle nuove tecnologie ridusse drasticamente le possibilità di lavoro. Temendo il peggio, fu dirottato presso l’incarico meno impegnativo e meno carico di responsabilità di scrivere i testi scolastici.Libero dalle pastoie dei bollettini prestampati, in questa attività egli non risultò meno palloso e prolisso, ma si considerò che almeno la pagina si può chiudere, visto che il tappargli la bocca risulta essere cosa ardua assai.Egli vive e lavora tuttora, anche se circa la seconda affermazione esistono scuole di pensiero diverse.Nei momenti di cazzeggio, invero sempre più frequenti, egli ama indugiare in scritti di niuna rilevanza scientifica, di scarsa utilità pratica e di dubbio buon gusto. Tipo questo.Che il Signore vi benedica tutti.