Creato da ReDiSperanza il 15/01/2006
Un minimo barometrico dell'Atlantico avanza in direzione orientale incontro ad un massimo incombente sulla Russia, e non mostra per il momento alcuna tendenza a schivarlo spostandosi verso nord. Le isoterme e le isòtere si comportano a dovere. La temperatura dell'aria è in rapporto con la temperatura media annua, con la temperatura del mese più caldo come con quella del mese più freddo, e con l'oscillazione mensile aperiodica.
 

Area personale

 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

cassetta2venere_privata.xesmy1Bert.Camembertbeth_sullivanParis.at.nightmantide_atea81fattodinienteilpetalocremisi0finiscilaconleparoleblacksoul73lilith_0404codella
 

Tag

 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Ultimi commenti

Ahahahahhahahahaha!!! E' vero!!!!! ^___-
Inviato da: Drashta
il 12/04/2007 alle 02:03
 
Ciao, volevo segnalarvi che l'iniziativa PRO BENITO ha...
Inviato da: Tolstoj27
il 24/03/2007 alle 14:16
 
Allora io sono un vero campione!!! Però ci penso dopo,...
Inviato da: saralhd
il 13/03/2007 alle 16:59
 
ottima sintesi;-)
Inviato da: jubelee1
il 12/03/2007 alle 15:28
 
simpaticissimo...io grande capacità di sintesi...ciao :-))
Inviato da: gipsofila
il 07/03/2007 alle 19:05
 
 

 

Post N° 209

Post n°209 pubblicato il 22 Dicembre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Il fatto è che ciascuno porta le sue responsabilità, e quindi le sue colpe...
A volte, le persone ci passano sopra, ti danno un'altra possibilità. Ma non è detto che debbano farlo per forza; spesso lo fanno solo per un po'.

Certo, questo vuol anche dire che nessuno è esente da colpe; ma non è mai una buona strategia nascondersi dietro le colpe altrui. E non ai fini dei propri scopi, ma proprio per se stessi, per non ricadere pervicacemente nei propri errori.
E a nulla vale giustificarli coi torti che pure si sono subiti, si ritiene d'aver subito: che sia così o no, dopotutto, è sempre cosa da dimostrare. Cosa che causa ancor maggior dolore, a sé, e agli altri, e aggrava il problema invece che risolverlo in qualunque modo si pensi di poter fare.
È che le debolezze altrui non hanno niente a che fare con le proprie, ed è questo che è fatica ammettere.

E pure occorre farlo, per non ricadere sempre nei nostri errori, anche se siamo portati - per autodifesa? per amor di sé? - a ritenere che i nostri errori siano indotti.
Per non essere destinati a soffrire ancora, ed ancora. E questo è vero amor di sé. Una forma d'amore che, come tutte le altre, è fonte di sofferenza.

Io ho i miei limiti, ora lo so, in modo chiaro e distinto. Li riconosco, e lo riconosco. Ma questo non fa di me una persona migliore, e nemmeno più serena, e in pace con sé, e con Dio.
Poi, è pur vero che la vita, se non le persone, o anche solo certe persone, ti offre seconde, e terze possibilità. Ma ciò che hai fatto resta ciò che hai fatto, crudele, o ingiusto come crudele o ingiusto possiamo considerare chi ci ha portato a certi punti. E almeno questo mi è risparmiato: è una cosa che non considero, prima ancora che considerarlo non importante.

Ma pure questo non significa niente, non è un merito... dopotutto è un modo d'esser fatto come un altro...
Semmai, cambiare il proprio modo d'essere, sforzarsi di farlo, anche al prevedibilissimo costo di ritenerlo un errore, è ciò che conta veramente.
E senza pensare che significhi lavare le proprie responsabilità, anzi continuando a portarle, come monito e lezione. Non per pensare d'essere migliori, cioè, ma per ammettere che si può facilmente essere peggiori. E preparandosi, per il futuro, a soffrire ancora, anche solo per lo sforzo - che costa e quanto! - di usarsi ciò che riteniamo violenza a noi stessi.

Io, sono una persona impulsiva. Non conta perché, e come. Ma questo crea sofferenza, a me, e a chi mi sta vicino. Non è il mio solo limite, e non è in alcun modo attenuato da pregi o valori che posso avere, che mi possono esser ed esser stati riconosciuti: ancora una volta, uno è come è, e non c'è nessun significato speciale, nessun merito nel fatto che sia così.
Quel che conta è che so che ciò mi ha causato sofferenze, forse maggiori di quelle che posso aver inflitto; so che non dovrei esserlo, e questo è tutto. E l'amor di sé è qui che dovrebbe iniziare: in senso pratico, nell'evitarmi errori in cui ricado sistematicamente. In un senso più alto, nell'ammettere che ho torto.

E questo è tutto ciò che posso dire, sperando che la vita voglia essere benigna...

 
 
 

Post N° 208

Post n°208 pubblicato il 13 Dicembre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Sarà banale - anzi lo è senz'altro - ma ci sono personaggi che ti colpiscono e ti restano dentro in modo tutto speciale.
Raccontano cose di te che non sai, probabilmente; o che di te ti raccontano qualcosa che appena intuisci, ma che avverti come profondo, e vero.

Per questo, nella trasposizione cinematografica, è difficile dire se sia più quel che ti aspetti, o quel che temi.
Ma Natalia Tena sarà una eccellente Tonks.

 
 
 

Post N° 207

Post n°207 pubblicato il 08 Dicembre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

"Che ne capisce lei dello stile americano? È una ciociara!"

Godibilissimo gioco metalinguistico, sul film e sull'attrice che lo interpretò, e che interpreta lo spot. Oltre al fatto che l'attore rifà paro paro il padre, in un altro film con l'attrice medesima (come del resto cita in un altro spot un altro film del padre; che emozione...).

E il senatore (di AN) che fa? S'indigna, perché secondo lui lo spot offende i ciociari usando uno stantìo luogo comune.
Quando si dice l'ignoranza.

 
 
 

Post N° 206

Post n°206 pubblicato il 05 Dicembre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Io me lo ricordo quando venne pubblicato; ero ragazzino, ma me lo ricordo.
La confezione lussuosa, doppio: "strenna natalizia" diceva l'articolo. Dubitavo fosse cosa per me, non mi sarebbe mai piaciuto, ma mi affascinò.
E qualche giorno dopo, in uno degli affollatissimi bus dell'epoca, l'umido e il caldo su tutto, un ragazzo più grande che conoscevo di vista, l'aveva sulle ginocchia, seduto. Lo invidiai, ammirato.

E poi ascoltai il singolo trainante, e Gesù se mi piacque. Acquistai subito il quarantacinque.
L'album intero no, quello solo qualche anno dopo. Curioso, neanche ricordo quando, e credo sia uno dei pochi di cui non ricordo l'acquisto, dei più dei cinque o seimila che ho acquistato in vita mia, il più dei quali ben più d'una volta. Questo compreso, visto che l'ho preso altre tre volte, in edizioni diverse.
Per me, resta quel che è, e significa per me esattamente ciò che è il suo significato: la fine - non la perdita, no: la fine - dell'innocenza, la vita che ti si para davanti e ti chiama a farci i conti.
Ora come allora; ciò che è stato, ciò che è esattamente successo.

Non è andata male: potrebbe essere andata meglio, sicuro, ma non è andata male.
E poi il disco suona ancora, e racconta esattamente la stessa storia, con lo stesso fascino malinconico e un po' rabbioso.
Perché l'innocenza non finisce mai; non la perdi se lo sai fare: se sai farla diventare qualcosa di più profondo.

Credo di essere felice. Sono in pace con me, e con Dio.

 
 
 

Post N° 205

Post n°205 pubblicato il 30 Novembre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Nella sua essenza, dare significati alle cose è ucciderle, non farle vivere, anche se non è nient'altro che questo che facciamo.

Mostrarle è perciò l'autentico vederle per ciò che sono. Così che la vera profondità sta nella loro superficie.
I significati sono soltanto ciò che aggiungiamo arbitrariamente loro.

 
 
 

Post N° 204

Post n°204 pubblicato il 30 Novembre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Andare in profondità delle cose: ecco una vera sciocchezza.

E non perché non possano averla, o perché non ci sia sempre una profondità più nascosta, intima, da sondare.

È semplicemente una attività inutile, e falsamente consolatoria.
Ciò che vedi è ciò che è. Questo è difficile da accettare.

 
 
 

Post N° 203

Post n°203 pubblicato il 26 Novembre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Assegnare un significato, dunque un ordine alle cose è senz'altro il modo fondamentale per difendersi da esse, e dall'angoscia del Nulla.

I problemi iniziano quando pretendiamo di convincere gli altri della validità delle nostre convinzioni.
Il che, ancora, è in buona misura giusto, visto che siamo fatti di rapporti con gli altri, e che quindi la negoziazione dei significati è semplicemente il nostro modo di essere al mondo.

Ma questo non significa in alcun modo che le nostre convinzioni, personali o indotte che siano, debbano essere perciò universali e trascendentali.
Pretendere questo, è per l'appunto ciò che chiamiamo "ideologia", ed è il modo migliore per causare infelicità, a noi e agli altri.

 
 
 

Post N° 202

Post n°202 pubblicato il 25 Novembre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Le ideologie, tutte, tolgono sapore alla vita.
È come guardare attraverso una lente colorata: una cosa divertente, ma che ben presto diventa noiosa.

E come le lenti colorate, le ideologie mostrano solo ciò che vogliono mostrare, nascondendo la gamma dei colori che a loro corrisponde, sì che pretendere di spiegare la realtà attraverso una ideologia, è una delle più grandi mistificazioni.

 
 
 

Post N° 201

Post n°201 pubblicato il 01 Novembre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Funziona esattamente come per gli acquisti: vuoi una maglia, di un certo modello e un certo colore. Vai al mercato, vedi cosa ti offre, e prendi la cosa che si avvicina di più ai tuoi desideri.

I partiti non rappresentano la gente: scelgono il target, fanno ricerche di mercato su di esso e poi vendono pacchetti di "idee".
Questo spiega alla perfezione il populismo e la demagogia dei politici: come ogni buon commerciante, cercano di convincere il cliente della bontà della propria merce.

E gli italiani ci cascano. Alla grande.

(L'immagine è tratta dal sito di Forza Italia)

 
 
 

Post N° 200

Post n°200 pubblicato il 29 Ottobre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Dunque Bertinotti considera la grande coalizione come un dramma, una terribile sconfitta del suo popolo. L'argomentazione è che questa costituirebbe la rinuncia alla politica in un momento in cui, secondo lui occorre più politica.
Più politica? Ancora?

Secondo me, il vero dramma consiste invece nella troppa politica - o meglio, nel credere che quella che si fa in Italia sia politica.
Che i partiti facciano politica è una pia illusione: quel che fanno in realtà è semplice produzione di potere, che si coniuga in moltiplicazione, distribuzione e occupazione di posti, in enti, organismi, istituzioni.

Tanto per fare un esempio, perché non si chiudono quegli enti inutili che sono le Province e i loro uffici? Il lavoro che svolgono può essere fatto dalle Regioni, con minima spesa ed enorme risparmio per la collettività.
Ma fatta la domanda, la risposta è nelle cose: per dare un posto ai migliaia di quadri, quadretti, portaborse e quant'altro, e per assicurare ai partiti medesimi foraggio e prebende.
Altro che il mezzo punto di tasse in più o in meno.

E lasciamo pure credere al 'nostro popolo' che ci si batta per Grandi Ideali e che la politica sia una cosa nobile. Come se tassare un suv o costruire una autostrada rappresentasse chissà quale progresso per la nostra civiltà.

Parassiti.  

 
 
 

Post N° 199

Post n°199 pubblicato il 18 Ottobre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Tanto per fare un esempio.
Basta guardare i libri di testo di vent'anni fa, e confrontarli con gli attuali.
Può non piacere, ma vale la regola di mercato: si produce merce che deve essere venduta. E gli insegnanti, da dieci anni in qua scelgono libri sempre più poveri, con meno testo, più "semplici". E le case editrici (purtroppo so di cosa parlo) si adeguano.

Perché?
Perché, testuale, "tutti devono essere all'altezza del testo". La scuola del Non uno di meno, insomma.
Ora, delle due l'una: o vent'anni fa i ragazzi erano più intelligenti, o la scuola prepara sempre meno ad affrontare un testo.
Che altro debba fare una scuola seria, francamente non lo so, ma di fatto non lo fa.

Certo, vogliamo mettere il valore formativo dei mille progetti del menga che infestano i corsi della scuola dell'obbligo, e che tanto piacciono allo sciagurato corpo docente che ci ritroviamo?

 
 
 

Post N° 198

Post n°198 pubblicato il 16 Ottobre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Non è che mi piaccia molto scriver di politica, non qui almeno, ma a volte gli spunti fan venir voglia di farlo.
Utile, poi, dubito lo sia. Ma cos'è utile in fin dei conti?

Il fatto è che le sciocchezze mi attirano, o almeno il modo in cui vedo le cose me le fan vedere come sciocchezze.
Così, ad esempio trovo una bella sciocchezza quella della Finanziaria "redistributiva".
In sé, far pagare di più chi più guadagna, sciocchezza non è; peccato che poi chi guadagna di più nove volte su dieci è perché decide quanto vuol guadagnare, così basta che il libero professionista o il medico faccia pagare la sua prestazione venti euro in più, ché tanto pagare bisogna, e buonanotte alla redistribuzione. Un paio di parcelle, e buonanotte alla mancia fiscale del governo, alla redistribuzione e a tutto il resto.

Solenne poi la sciocchezza della tassa sui SUV. Io non ce l'ho - non ancora almeno, quantunque quello che mi verrà regalato sia esente al momento dalla sovrattassa.
Ma mi pare una di quelle amene scempiaggini che lasciano il tempo che trovano in termini di gettito e di disincentivazione all'acquisto (perché poi dovrebbe? perché sta sulle balle ad un po' di gente? bella motivazione). A parte di lascito di rancore sociale che genera, e non mi pare un bel vedere. Tant'è.

E per finire, i tagli alla scuola.
Ora, che gli organici della scuola siano abnormi rispetto al reale valore formativo indotto, è una cosa che basta voler vedere.
E il conseguente innalzamento del numero di alunni per classe mi pare il minimo, dati causa e pretesto.
Se invece di lasciarli baloccarsi con "progetti" che alimentano poco più che le loro illusioni e di cui nessuno al di fuori di loro stessi vedono l'utilità, gli insegnanti venissero messi a lavorare secondo il reale bisogno (un insegnante per classe alle primarie, ad esempio, e via andare), ci sarebbe spazio addirittura per una riduzione del numero di alunni, per coprire tutte le supplenze che servono, e gli alunni stessi perderebbero meno tempo dietro a castelli di fumo che a tutto servono, meno che a formarli come studenti e come persone.
Ma anche qui, tant'è...

 
 
 

Post N° 197

Post n°197 pubblicato il 15 Ottobre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Immagino che i compleanni si festeggino per alcune ragioni diverse, ma trovo un po' noioso farne il conto.
Di certo, servono a fissare un punto nello scorrere ciclico del tempo; una sorta di inizio del cerchio, insomma.
E da qui, dovrebbe partire - anzi, parte, il calcolo della distanza di ciò che è stato, in assoluto, e relativamente tra i vari fatti. Per mettere ordine nella propria esistenza, suppongo, e aiutare a ritrovarne il senso, se non semplicemente a costruirne uno.
Così che festeggiare il compleanno abbia per l'appunto un significato beneaugurante.

Non lo so quanto sia così; certo non ho memoria di miei compleanni particolarmente felici, così che questo dovrebbe significare non molto di buono per la mia vita.
Sarà - credo - che nascere di ottobre non induce a guardare avanti con molta fiducia, o semplicemente induce a farlo con quella malinconia che è caratteristica di quella specie di età dell'oro che è ottobre dalle nostre parti.
E prendere l'inizio dell'autunno come punto di fermo della nostra vita non è poi questo granché come scelta, ammettiamolo.

Sarà per tutto questo che ho sempre intimamente detestato il mio compleanno.
O forse ci sarà anche qualche altra ragione, che è tanto ovvia quanto è ovvio il non ammetterla...

 
 
 

Post N° 196

Post n°196 pubblicato il 12 Ottobre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Nel nostro modo di vita, le cose cambiano sempre più rapidamente, e questa è una cosa che non viene affatto considerata a dovere.

Il che significa che si tende sempre più a dare alle situazioni risposte conosciute, che sono inevitabilmente obsolete; anche solo per avere la semplice rassicurazione di un punto di riferimento conosciuto.

La cosa davvero interessante è che quella parte di società che si vuole più "illuminata" - diciamo pure quella più progressista, è finita con questo col diventare conservatrice e passatista, e non se ne rende conto.

 
 
 

Post N° 195

Post n°195 pubblicato il 11 Ottobre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Un tempo pensavo che Paul Simon avesse dato il meglio di sé in coppia con Art Garfunkel.
Poi, ho capito che non era affatto così, e Paul Simon continua a stupirmi, e anche nei suoi dischi, pure ascoltati per decine di volte, trovo sempre qualcosa di nuovo, e di sorprendente.

Il tempo che passa, immagino.
E passa sempre per qualcosa.
Così, leggo di coppie finalmente e compiutamente felici (auguri!).
E persone la cui vita ha avuto svolte infine soddisfacenti; persone che han trovato ciò che cercavano.

E sento di altri, cui le cose vanno sempre allo stesso modo, e sembrano felici, per quanto si può esser felici.
E altre che si sforzano di cercare la felicità, e non smettono di cercarla, anche di fronte alla delusione. E auguri anche a loro, che se lo meritano.

E leggo di persone che se ne sono andate, o se ne vanno, o se ne andranno; a volte per loro scelta, a volte perché ritengono giusto così.

Io, un tempo credevo le cose non sarebbero mai davvero cambiate, e mi accorgo - inavvertitamente e con sorpresa, se non è un ossimoro - che non è così.

E per lungo tempo ho creduto che il mondo non fosse un semplice catalogo di cose, ma semmai il modo in cui si combinano tra loro. Lo penso ancora, a dir il vero, ma non ne sono più tanto sicuro.

Così, vorrei essere come Paul Simon, capace di dire cose sempre nuove, pur restando sempre se stesso, e di sorprendere, facendo vedere le stesse cose sempre in una luce lievemente diversa, sempre con uno scarto di prospettiva minimo, ma ogni volta rivelatore.

Un tempo pensavo che Paul Simon avesse dato il meglio di sé in coppia con Art Garfunkel...

 
 
 

Post N° 194

Post n°194 pubblicato il 10 Ottobre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Tu prova ad esprimere una solare verità, che sia sotto gli occhi di tutti, ma che vada contro alla convinzione comune, la quale equivale sempre all'interesse particolare di chi la difende.

Vedrai facce stupite, perplesse ma ammirate, e nessuno oserà obiettare alcunché, come illuminate dalla tua profondità.

Dopo di che, tutti si gireranno e continueranno a fare e a dire le stesse cose di prima, come se tu manco esistessi.

 
 
 

Post N° 193

Post n°193 pubblicato il 08 Ottobre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

La passione del corpo docente di lavorare in team è tutta e tipicamente femminile.
In sé non ha alcuna valenza educativa particolare, anche se naturalmente la si racconta diversamente.

Ma un cavallo è un cavallo, e un somaro per l'appunto un somaro.
Metti a tirare un cavallo con due somari, e avrai un cavallo che soffre e due somari che sbuffano. A causa del cavallo, ovvio, che ha la colpa di essere un cavallo e di non adeguarsi ad esser somaro.

Ma tre somari non faranno mai un cavallo.

 
 
 

Post N° 192

Post n°192 pubblicato il 08 Ottobre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

La difficoltà di rapportarsi all'altro non consiste nella resistenza che pure opponiamo ai singoli significati che esso esprime.
Presi uno per uno, si può con una certa facilità chiarire le controversie su di essi.

La difficoltà vera consiste nell'accettare, e persino nel cogliere il modo in cui l'altro dispone e articola i suoi significati.
È questa diversa articolazione a risultarci intollerabile, se non francamente incomprensibile, sino al paradosso di poter essere d'accordo su ogni singolo significato, essendo però in disaccordo su tutto.

Il modo in cui creiamo la struttura dei significati è ciò che chiamiamo modo di essere, cioè una cosa alla quale difficilmente possiamo rinunciare.

 
 
 

Post N° 191

Post n°191 pubblicato il 07 Ottobre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Noi non abbiamo a che fare con cose, ma con significati.
E gli atteggiamenti di fronte ad essi sono fondamentalmente due: la meraviglia e l'ironia. Sono gli unici due veramente interessanti e proficui.

Il primo ci permette di farli nostri e di assaporarne la fragranza.
Il secondo, di non prenderli poi troppo sul serio, perché possono sempre cambiare.
E cambiano sempre.

 
 
 

Post N° 190

Post n°190 pubblicato il 07 Ottobre 2006 da ReDiSperanza
 
Foto di ReDiSperanza

Non è vero che una persona triste è noiosa.
O almeno, non lo è quanto lo sono le persone felici.

Sarà anche vero che la felicità si espande e si diffonde, ma da una persona felice non abbiamo niente da imparare, e questo la rende mortalmente noiosa.

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963