Jesus

Post N° 2


II dono di Maria a Trento2-4-2000   Ho avuto una lunga Quaresima quest’anno, è incominciata già prima di Natale. E’ stata una sofferenza dura, costante, senza consolazione ,ne pause, solo una volta sono stato consolato in modo speciale da Gesù nell’Eucaristia e ne ho avuto tanto conforto. Ma la sofferenza poi è ripresa e la portavo ancora nel cuore quando sono andato a Trento per il corso Grundig. Ero davvero stanco quando sono partito, mi consolava solo il pensiero che Gesù e Maria mi aspettavano nel duomo ogni sera, dopo le lezioni, come gli altri anni. La sera del lunedì sono andato al duomo ed ero tanto stanco e depresso.  Sul portale d’ingresso c’era un extracomunitario a chiedere l’elemosina, gli ho dato le mille lire e sono entrato andando subito a destra vicino all’ingresso davanti alla Madonna Addolorata che è nella nicchia, con la spada nel petto e un’intensa espressione di dolore e di pietà che avrei voluto penetrare, e per questo ho fatto lunghe soste davanti a Lei per immedesimarmi nel suo dolore, ogni volta che sono stato a Trento.   Stavo offrendo le mie pene a Lei perché le unisse a quelle di Gesù in questa Quaresima dolorosa per me più degli altri anni, quando mi sento toccare la spalla. Mi giro e vedo quel extracomunitario che, inginocchiandomisi davanti , mi chiede 50.000 L.  che gli servivano per fare i documenti per non essere rimpatriato. Gli dico di girarsi verso la Madonna, ma inutilmente, allora La guardo io e capisco che dovevo accontentarlo. In questo lungo periodo di sofferenza ho imparato a confidare nel Signore anche per l’aspetto economico della vita. Quel poveretto non finiva più di ringraziarmi, sempre stando in ginocchio; ho dovuto pregarlo di andare in pace, e cosi sono rimasto solo con la Mamma. Ho partecipato ai Vespri, alla S. Messa e all’Eucaristia, e dopo aver fatto sosta davanti al meraviglioso Crocifisso del concilio di Trento e all’ Addolorata, sono rientrato in albergo, ancora stanco ma più leggero nello spirito.   Il martedì sera sentivo un desiderio più urgente di rifugiarmi ancora nelle braccia di Gesù e di Maria, perciò, senza passare nell’albergo, sono andato direttamente in Duomo. Dopo la sosta davanti a Gesù e Maria, ho partecipato ai Vespri, al S. Rosario, alla S. Messa e all’Eucaristia, e poi sono andato davanti alla Mamma per contemplarla nel suo dolore.   Come al solito il sagrestano passa vicino a me per chiudere ed io saluto Maria, ma questa volta mi sento dire. “Mi scusi ma devo chiudere la porta, però lei può restare perché questa sera c’ è un’ altra Messa alle nove: resta aperta la porticina laterale”. Lo ringrazio con tanta gioia nel cuore e mi rivolgo a Maria che mi concede di restare ancora qualche ora con lei! Sono rimasto completamente solo nel Duomo ed ho potuto parlare a Maria anche a voce alta. Le ho detto che non mi sarei mosso di li finché Lei non avesse consolato il mio cuore. Non mi stanco mai di guardare quel viso così addolorato che se ti senti estraneo al suo dolore non vedi la sua bellezza, ma se hai desiderio di capire quel dolore non ti stanchi mai di guardarla..   La vedevo che aveva gli occhi chiusi da quella posizione, o almeno così mi sembrava; ad un certo momento ho avuto il desiderio di salire i gradini dell’altare della nicchia e accostarmi a Lei per guardarla più da vicino. Ho alzato lo sguardo verso di Lei: non mi è facile descrivere quel che mi è successo in quel momento, perché quando c’è l’intervento di Dio, è sempre difficile esprimere umanamente l’accaduto, ma ci proverò. Dunque, appena l’ho guardata in viso, ho visto che Lei stava guardando proprio me, amorevolmente, con le sue pupille che prima non riuscivo a distinguere, e piangeva con lacrime vere, ma quel che più mi ha colpito, o meglio, penetrato nel cuore, è stato il suo dolore vero, che ho sempre cercato in quel viso, ed ora per volontà di Dio sentivo nel mio cuore.  E più del dolore sentivo il suo amore senza confini per Gesù e per me che ero ai suoi piedi a supplicarla. Tutta la sua tenerezza e dolcezza ho potuto sentire in quel momento come se questi sentimenti di dolore, amore, dolcezza senza limiti, si fossero trasferiti dal Suo cuore, nel mio cuore, per un breve istante. Ho gridato quasi: Maria, non piangere, voglio consolarti! Ma ormai ero anch’io a piangere, distogliendo lo sguardo, ma con una gioia nel cuore che non posso descrivere: un piccolo angolo di Paradiso!! Sono tornato di nuovo a guardarla in viso, ma Lei non guardava più verso di me e non piangeva più, non c’erano lacrime sul suo viso addolorato e lo sguardo era perduto nel vuoto; gli occhi erano aperti e la pupilla potevo distinguerla solo nel suo occhio destro.  La felicità è rimasta in me, mi sentivo in cielo, ed ancora oggi, dopo 20 giorni, il mio cuore ne è ripieno, ed è cambiato anche il modo di amare il mio prossimo, modellandosi su quello che Maria mi ha comunicato. Sono rimasto ancora a lungo per ringraziare la Mamma Celeste del dono che mi aveva concesso, e per gustare insieme a Lei la felicità del mio cuore; mi sono fermato davanti al Santissimo ed ho ringraziato anche Gesù che mi aveva donato di conoscere, per quanto è possibile ad un povero uomo, quale tesoro si nasconde nel Cuore Immacolato di Maria!