Reghion

IL TOPO E LA LUNA


 IL TOPO  E  LA LUNA Era una bellissima nottata d'inverno senza nuvole e nel  cielo terso scintillavano le stelle e una grossa e tonda luna. Un topolino, la guardava attraverso un cannocchiale e luna gli appariva come un'invitante forma di groviera  sospesa nel cielo. Gli veniva l'acquolina in bocca a quella visione, e già avvertiva i crampi allo stomaco, ormai vuoto da diversi giorni. Poverino, nemmeno  una piccola noce da rosicchiare! La visione di quella forma di formaggio era per lui un chiodo fisso.Fame e sete lo attanagliavano, e così iniziò ad inventare i mezzi per arrivare lassù. Il topolino pensò ad una scala ma subito scartò l'idea; un filo elastico l'avrebbe potuta scagliare fin lassù, ma se poi non fosse finito sulla Luna? Si sarebbe perduto nello spazio! Dopo tanto pensare concluse che avrebbe saltato sul filo delle stelle filanti, fino a quella strana luna, come Tarzan nella foresta, sarebbe stato  un po' difficile ma poteva funzionare. Con lo stomaco sempre più vuoto, raccolse tutte le sue forze e partì!  Al primo salto si aggrappò alla stella più vicina, in un'altra trovò  un appiglio  ma man mano che saliva le stelle diventavano  sempre più calde e le mani ne risentivano.  Poi sempre più in alto, fino ad arrivare alla luna groviera lucente dai buchi neri. Arrivò quando ancora era buio. Smarrito e stanco si fermò. Guardò la groviera: una  forma  rotonda e impolverata. Eliminò la polvere ed i detriti, girò intorno al disco immenso finché trovò una roccia da dove sgorgava una sostanza bianca che a prima vista sembrava latte. Si dissetò e quel liquido era  proprio di suo gradimento.  Tornò al punto di partenza per gustare il primo morso di groviera  felice di poter riempire lo stomaco a sazietà. Per ultimare il primo quarto impiegò una settimana. Gioioso e contento iniziò a consumare il secondo quarto  impiegando quasi lo stesso tempo. Era davvero bello vivere su quel mondo fatto apposta per un topo. Le giornate passavano trastullandosi a rosicchiare un po' qua e un po' là, scolpendo con i suoi piccoli incisivi forme di gatti e topi che finivano regolarmente dritti nel suo pancino mai sazio. La fame non lo assillava più come prima e così iniziò a mangiare il terzo quarto con calma, senza fretta. Di tanto in tanto andava in giro per raccogliere pezzi di groviera  mettendoseli in tasca come ricordo.  Dopo diversi giorni iniziò  con inaudita violenza  a divorare l'ultimo quarto. Ad un tratto si fermò bruscamente e si domandò: "Se consumo questo ultimo quarto dove andrò a finire? Mi perderò nel vuoto!"  Preso dal panico chiuse gli occhi e si buttò nel vuoto senza pensare più a nulla. Quando  aprì gli occhi si ò nella sua calda tana  in mezzo alla paglia che sapeva di casa sua...Pensando al sogno disse: "Mi sa che ho mangiato tanto ma solo nella mia fantasia... Certo sognare è meraviglioso: costa poca fatica e da tanta soddisfazione. Ma per avere davvero la stomaco pieno mi sa che l'unica cosa da fare è lavorare... Lavorare!"
@ mimmo Scuncia 2.12.2014