la creativita'

Lo specchio interiore e la morale dei gruppi sociali (seconda parte).


Nel post numero tredici ho indicato che la parola "socievole" dovremmo riservarla per le persone che in ogni gruppo sociale manifestano e regolano con saggezza la propria originalita', il carattere e la vitalita' , la volonta' e creativita', l'affetto e l'empatia. Nei gruppi sociali in ambito aziendale, familiare, politico-istituzionale o nelle comunita', esistono alcune norme o regole di comportamento scritte o verbali anche tramandate dalle generazioni precedenti che cercano di aggregare le persone e disporre delle loro energie per produrre cose oppure attivita' utili soltanto per la sopravvivenza ed una convivenza minimamente civile. Queste regole tendono generalmente a ridurre artificiosamente l'identita' di ciascuna persona per renderla eguale e porla sullo stesso piano degli altri membri di un gruppo sociale. Questa tipologia di morale ostacola fortemente la crescita relazionale di una persona e pertanto possiamo chiamarla "tirannia morale". Questa forma di tirannia puo' essere mascherata nella comunicazione scritta e verbale in cui vengono "enfatizzate" con raffinata eleganza, ad esempio, le seguenti parole : approvare, competere, concludere, fare, interagire, posizionare, produrre, recuperare, risolvere, risultare, socializzare, vincere. Le persone possono valutare con il proprio specchio interiore o sapienza la moralita' sana e malata di un gruppo di lavoro, familiare o di amici e conoscenti. Questo specchio della realta' e' una forma di conoscenza della verita' che una persona puo' formarsi gradualmente tramite un percorso evolutivo nell'ambito psico-spirituale. Questa forma di sapienza aiuta una persona ad evitare blocchi e danni permanenti ai propri progetti di vita relazionale.