la creativita'

Abuso di potere e depressione sul lavoro


L'abuso di potere presente nelle organizzazioni pubbliche e private genera spesso depressione nei dipendenti con tratti di personalità creativa ed umana. Il personale con atteggiamenti creativi ed umani solitamente opera senza la necessità di consultare le regole o normative aziendali. Questi dipendenti sviluppano naturalmente la capacità di rispettare le regole ed apportare contemporaneamente piccole innovazioni alle consuetudini diffuse nell'organizzazione. L'abuso di potere di dirigenti e preposti può impedire al personale creativo ed umano di esprimersi in modo originale sul lavoro. L'abuso di potere può essere una conseguenza dei tratti di personalità deviata del manager o preposto che impediscono di tollerare ed accettare l'immaginazione e l'intuizione dei collaboratori. Il personale creativo ed umano può essere inibito dai superiori e reagire con un ritiro in sé o depressione spirituale. Gli esperti in psicologia, psicoterapia e psicoanalisi spesso commettono l'errore di diagnosticare una depressione spirituale e ritenerla un disturbo dell'umore, un'apatia oppure una mancanza di volontà della persona creativa. Il ritiro in sé della persona creativa è invece una difesa evoluta che tutela la naturale inclinazione ad immaginare ed intuire. Il supporto psicologico o psicoterapeutico e le eventuali terapie farmacologiche sono quindi inefficaci e talvolta dannose se vengono applicate nell'illusione di "curare" una patologia inesistente come il ritiro in sé della persona creativa ed umana. L'organizzazione pubblica e privata può superare questi problemi se riesce ad allontanare i responsabili dell'abuso di potere. Nelle organizzazioni odierne solitamente mancano le figure professionali adatte ad individuare l'abuso di potere e la conseguente depressione spirituale del personale creativo. L'ambiente di lavoro può quindi diventare una sorta di mondo scientifico e tecnologico in cui le risorse creative ed umane rimangono sepolte nell'animo di ciascun dipendente. L'organizzazione perde così molteplici opportunità di innovare e migliorare realmente la qualità del lavoro ed i prodotti o servizi i cui pregi e difetti sono spesso riconosciuti dai lavoratori creativi ed umani anziché da società esterne di consulenza.