Renato d'Andria

Le proposte di Michele Ainis per cambiare l’Italia. Ma come attuarle? (Renato d'Andria)


Ho assistito al convegno del Capranichetta ed ho annotato le brillanti argomentazioni del professor Michele Ainis (che qui provo a riassumere). Si tratta di proposte straordinariamente efficaci. Ma, vi chiedo, nell’Italia della ”Barbarie”, esiste una via per attuarle? Grazie Gerardo Costa Mantova «Occorre potenziare tutti gli strumenti di democrazia diretta. E fra questi il referendum è quello principale. A mio parere, è necessario intervenire su due versanti. Agire non solo su quello storico, il versante abrogativo, ma anche su quello propositivo.» «In primo luogo, mi pare necessario ribaltare una logica poco logica: ossia, prima la Corte Costituzionale si esprime sulla ammissibilità di un referendum, poi si comincia la raccolta delle firme. Per evitare assurdi sprechi di tempo, energie e polemiche. Poi, occorre lavorare sul quorum. Io - lo dico in modo paradossale - lo abolirei. Comunque, almeno va studiato un qualche meccanismo: ad esempio, un rapporto con i votanti delle ultime elezioni politiche. Poi, è assolutamente necessario sfoltire le materie escluse da ipotesi referendarie. Faccio un solo esempio, il Vaticano che non paga l’Ici: oggi non sarebbe un quesito proponibile, ma vi pare che agli italiani la cosa non interessi e che l’esito non possa essere di un certo tipo?» «Quello del referendum propositivo è poi un terreno tutto da esplorare. Che può davvero rappresentare una prospettiva per il futuro, ma può già essere un domani. In sostanza, ai cittadini fino ad oggi viene concesso, come dal Sovrano, il diritto di abrogare una legge, ma mai pensare a proporre qualcosa. E invece, questo è il salto da compiere. Con gli stessi numeri, diciamo 500 mila firme, perchè non poter proporre una legge, qualcosa di concreto? Vorrei vedere se una proposta che riguarda il taglio dei parlamentari e dei lori emolumenti, tanto per fare un esempio, non passa subito. Non sull’onda di fatti emotivi, ma perchè la gente vuol contare davvero. E controllare sul serio, e non solo a parole, i Palazzi.» «Altro punto essenziale è il ricambio della classe dirigente, il ritiro della delega. Da vent’anni e passa le stesse facce, la stessa fauna politica. Anche quella che vorrebbe a parole il ricambio. Una proposta concreta? La possibilità di revocare gli eletti non meritevoli. Chi cambia casacca, chi tradisce coloro che lo hanno votato, chi si rimangia il programma. Chi si comporta in modo diametralmente opposto a quanto ha sempre affermato. Per esempio, l’Udc Mele, che proponeva leggi antidroga e faceva uso di droghe, come le cronache raccontano. Oppure tal Gaglione, a quanto pare recordman di assenze, il 93 per cento, in quel Parlamento dove è stato eletto. Del resto, una norma del genere, sulla revoca del mandato per gli eletti immeritevoli, esiste in paesi come la Svizzera e nella gran parte degli States. Si tratta, insomma, una volta stabilite certe regole, di dar conto alla collettività circa l’esercizio del potere esercitato.» «Questa regola non vale solo per i politici. Anche per altri. Penso, per fare un solo esempio, ai giudici.» - La RedazioneAbbiamo ricevuto molte mail, segnalazioni e commenti proprio intorno all’intervento del professor Ainis. Il Convegno è servito anche a far circolare queste sue proposte. La Fondazione Gaetano Salvemini si è impegnata a sostenerle. RDA