Renne e solitudine

Post N° 30


E' l'una meno un quarto. Di dormire neanche a parlarne. Mi sono ingurgitata due tazzone di caffè Guatemala versione finlandese (bibitone intergalattico) per evitare di addormentarmi di fronte alla mia presentazione, che invece si è rivelata più interessante del previsto. Morale della favola: occhio pallato che fissa il muro e non ne vuole sapere di chiudersi. Vuoi la caffeina endovena, vuoi l'esaltazione da partenza, stanotte dormirò veramente poco. La domanda da un milione di dollari é: mi sveglierò domani mattina? mi aspetta un bel bus alle 10.10 per l'aeroporto... check in... due ore di attesa... aereo1... copenaghen (ma quanto è bello l'aeroporto di copenaghen??)... chissà se passerò di nuovo su quella strada surreale che ho visto dal finestrino dell'aereo all'andata, partendo dalla danimarca direzione helsinki... una strada sospesa nell'acqua. Una striscia sottilissima. In mezzo al mare, senza inizio e senza fine. Un solo pensiero, quando l'ho vista. "Non ci passerei mai e poi mai. Scenderei dalla macchina e me ne tornerei indietro". Ho il terrore dei viadotti. Di tutto ciò che è sospeso. Nella top-ten dei miei incubi c'è il viadottone mostruoso a Genova, quello che si imbocca dall'autostrada andando in direzione Ventimiglia. La prima volta che l'ho percorso è stato 3 anni fa, viaggiando verso la Bretagna, su un meraviglioso furgone noleggiato con altri 7 amici. Sono rimasta sottoshock fino a Parigi. Al secondo posto c'è una strada che ho fatto in pullman lo scorso giugno in Basilicata, sulle Dolomiti Lucane, per raggiungere uno dei 37 borghi più belli d'Italia (ma perchè TRENTASETTE? potevano farne 40, 35, 50... mah, vabbè). Castelmezzano. Che incubo. Un panorama meraviglioso. Queste rocce quasi lunari, a strapiombo per centinai di metri. Con forme surreali. Quasi Gaudì. Ma quanto sono stata male? Mi hanno preso in giro per una settimana... ho scioccato parecchia gente, che mi conosceva da un bel po'. "Ma come, Paola, tu così razionale, tutta d'un pezzo, ti perdi così, davanti a uno strapiombucolo...?" Sì, strapiombucolo... quando l'autista del pullman ha deciso di prendere una strada interrotta al traffico per crollo massi guidando un pullman con 50 persone come fosse un triciclo su quei tornanti... tsk. Sto divagando. In realtà il mio pensiero principale era rivolto a domani sera. Alle 5 arriverò a Roma. Alle 7.30 mon amour arriverà alla stazione. Ergo, prenderò la mia infaticabile macchinuccia, e guideròguideròguiderò, beandomi del traffico infernale di un mercoledì sera caldo e umido a Roma... e passerò per quelle strade che mi sorprenderanno ancora una volta... in mezzo a quei muri che emanano storia... su quei ponti che parlano di milioni di vite passate... e sarò felice. Felice di restare imbottigliata. Felice del chiasso. Felice di sentirmi suonare il clacson un nanosecondo dopo che è scattato il verde. Sono proprio scema.