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di tutte le cose che non potrò più...


Andare, o sorella, o fanciulla,come sarebbe dolce,laggiù andare (ci pensi?)a vivere, tu e io!Amare a sazietàamare e morirenel paese che ti rassomiglia!I soli inumiditidi quegli inquieti cieli pel mio spiritohanno l’incanto così misteriosodei tuoi occhi ingannevoli,splendenti tra le lacrime.Tutto, laggiù, è ordine e bellezza,lusso, calma e voluttà.Decorerebbero la nostra cameramobili rilucentilevigati dagli anni; e i fioripiù rari, che mischiano i loroprofumi ai sentorivaganti dell’ambra.I ricchi soffitti,gli specchi profondie lo splendore orientale, tuttoparlerebbe in segreto alla nostra animala sua dolce lingua natìa.Tutto, laggiù, è ordine e bellezza,lusso, calma e voluttà.Guarda: vedi su quei canalivascelli dormire,di umor vagabondo.Perché sia pago perfinoIl minimo tuo desideriosono venuti in capo al mondo.I soli declinantirivestono i campi, i canali,la città intera di giacinto e d’oro.Il mondo s’addormentaIn una calda luce.Tutto, laggiù, è ordine e bellezza,lusso, calma e voluttà.