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Creato da: antifascistavt il 06/07/2006
Coordinamento Antifascista della Tuscia

 

 

Per ricordare il perchè del Primo Maggio

Post n°49 pubblicato il 03 Maggio 2007 da antifascistavt
 

Tratto da: rete 28 aprile per la democrazia nella cgil.

Le origini del Primo maggio sono collegate alle lotte per la
riduzione dell'orario di lavoro, ed in particolare alla
rivendicazione della giornata di otto ore, che si sviluppo' alla fine
dell'Ottocento, in una situazione caratterizzata da orari estenuanti
(oltre le 12 ore) e decisi unilateralmente dai datori di lavoro.

In quel periodo, per esprimere il bisogno di un equilibrio allora
inesistente tra tempo di lavoro e tempo di vita fu proposta la
formula delle tre otto: otto ore per il lavoro, otto ore per il
riposo, otto ore per se stessi.

Fu proprio quando, il 1 maggio 1886 a Chicago, una grande
manifestazione operaia per la rivendicazione delle otto ore fu
repressa nel sangue che si mise in moto un meccanismo di solidarieta'
internazionale da cui ebbe origine la tradizione del Primo maggio.

Infatti, il congresso internazionale dei partiti socialisti, che si
tenne a Parigi nel luglio 1889, accolse la proposta di organizzare
una grande manifestazione internazionale per sensibilizzare
l'opinione pubblica sul riconoscimento della giornata lavorativa di
otto ore, e fu scelta la data del 1 maggio dell'anno successivo per
il suo valore simbolico.

Cosi' il 1 maggio 1890 i lavoratori di diversi paesi si fermarono
contemporaneamente in uno sciopero internazionale il cui successo
indusse le associazioni sindacali a ripetere l'esperienza negli anni
successivi.

Le manifestazioni del 1 maggio divennero ricorrenti e si protrassero
anche dopo il raggiungimento, nel 1919, dell'obiettivo originario
delle otto ore, come una affermazione annuale simbolica della forza
dei lavoratori in grado di esprimere bisogni ed obiettivi
diversificati con il passare del tempo.

A distanza di piu' di un secolo le condizioni di vita dei lavoratori
del mondo occidentale sono notevolmente cambiate, grazie alle
conquiste progressivamente ottenute con l'azione collettiva promossa
dalle organizzazioni sindacali.

Eppure.....se ripensiamo ai motivi ispiratori originari (orario di
lavoro, protesta contro gli episodi di violenza, solidarieta'
internazionale) non possiamo non vedere che essi indicano problemi
che non hanno perso la loro attualita', sia pure all'interno di un
quadro complessivo profondamente cambiato.

Il bisogno di equilibrio tra tempo di lavoro e tempo di vita non ha
ancora trovato la sua realizzazione, in parte anche nel nostro paese,
ma soprattutto in quei paesi dove chi lavora non ha diritti, e chi si
attiva per ottenerli puo' pagare questo progetto con il
licenziamento, con il carcere o con la vita.
Gli attuali processi di globalizzazione rilanciano il valore della
solidarieta' internazionale e la necessita' di dare vita a modalita'
piu' forti di coordinamento sovra-nazionale delle associazioni
sindacali.
Infine, l'attitudine alla repressione violenta, che nel 1886 provoco'
oltre 50 morti tra i manifestanti di Chicago, si riaffaccia oggi a
volte con modalita' piu' sottili di prevaricazione sui deboli, e,
ancora una volta, con la riproposizione della brutalita' della guerra
come modalita' "permanente" nelle relazioni internazionali.

Come vedete, il Primo maggio non e' solo un rito ed e' molto di piu'
di un giorno di vacanza. Auguri.

 
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Ora e sempre...Resistenza!!!

Post n°48 pubblicato il 25 Aprile 2007 da antifascistavt
 

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Sul dibattito a sinistra

Post n°46 pubblicato il 07 Aprile 2007 da ilBriganterosso
Foto di antifascistavt

Nell'ultimo periodo si è aperto un dibattito a Sinistra sulle prospettive di quest'ultima in considerazione del fatto che, la nascita del futuro Partito Democratico, determinerà un riposizionamento di tutte le forze politiche italiane, a partire, appunto, da quelle di Sinistra, visti anche gli spazi che si apriranno in seguito alla scomparsa del principale Partito della Sinistra italiana, ovvero i Ds.

Ha "aperto il fuoco" la dichiarazione di Fabio Mussi, storico leader della Sinistra Ds, che ha detto chiaramente che, finito il congresso, la minoranza Ds non parteciperà al processo costituente del Pd ma avvierà un "cantiere della Sinistra" per verificare la possibilità di creare un soggetto unitario della Sinistra italiana. Nel giro di alcune settimane si sono pronunciati in merito, sia Fausto Bertinotti che di fatto ha accantonato il progetto della Sinistra Europea ed aperto la porta alla proposta di Mussi, sia Franco Giordano, segretario Prc, che addirittura si è spinto oltre prospettando la nascita del "Partito della Sinistra" già per le Europee del 2009. Successivamente è intervenuto anche Diliberto, segretario del Pdci, che ha proposto di riunire tutte le anime della Sinistra attraverso un processo confederativo che garantisse l'identità dei singoli Partiti.

Personalmente ritengo che tra tutte queste, la proposta più sensata sarebbe quella espressa da Oliviero Diliberto che, però, alla luce dei fatti, appare estremamente minoritaria ed, addirittura, mi sembra che ci sia il tentativo, da parte di Sinistra Ds e Prc, di tenere fuori dal dibattito il Pdci. Ciò dimostra, a mio avviso, che purtroppo ancora una volta si sta procedendo nella direzione sbagliata: ovvero vi è il tentativo concreto di creare un nuovo Partito a partire, non da una discussione ampia che coinvolga tutte le anime e soggettività della Sinistra italiana, ma, al contrario, a partire dall'unione di gran parte del ceto politico di Rifondazione Comunista con parte del ceto politico dei Ds. Tale soggetto politico, tra l'altro, visto che sarebbe legato a livello europeo al Pse, rappresenterebbe di fatto un arretramento delle posizioni politiche rappresentate dal Prc.

Insomma si aggrega a Sinistra con l'effetto di diminuirne l'influenza; che dire, se accadesse un vero capolavoro dell'assurdità!!!

 
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Post N° 45

 

Post n°44 pubblicato il 20 Marzo 2007 da antifascistavt
 

Non una lacrima per il furto della targa Almirante!

Non si finisce mai d’imparare da questi raffinatissimi intellettuali della destra viterbese che tutto il mondo c’invidia. L’ultima lezione ce la dà Antonio Fracassini, assessore AN ai lavori pubblici del Comune di Viterbo, in una nota emanata a seguito del furto della targa d’intestazione della circonvallazione Giorgio Almirante  

(http://www.tusciaweb.it/notizie/2007/marzo/17_20almirante.htm). Fracassini ci informa che Almirante era un “noto statista” ma si dimentica di specificare di quale stato: se parla della Repubblica nata dalla Resistenza allora Almirante non ha ricoperto alcun ruolo di responsabilità istituzionale, pur avendogli questa Repubblica garantito una certo immeritata impunità e permesso di svolgere indisturbato la sua attività squadristica. Il discorso cambia però se Fracassini allude a quell’altra di repubblica, quella di Salò! Lo stato fantoccio dei nazisti che si prodigò a portare a termine una guerra assurda e a torturare, fucilare, e deportare ebrei, antifascisti, renitenti e civili inermi. È lì che Almirante è stato un “noto statista”, e che statista!

Questa richiesta di specificazione ci fa entrare nel merito delle reali motivazioni della nota nazional-alleata. Come Rifondazione, ANPI e CAT siamo da mesi impegnati in una raccolta di firme contro quell’imbarazzante intestazione (http://blog.libero.it/resistenze/) e per questo l’assessore non si fa sfuggire l’occasione di additarci come mandanti del furto. La complicata strada della petizione popolare e della sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul triste fatto presume lo scarto dell’ipotesi del furto o del danneggiamento nelle tenebre, assai meno dispendiosi in termini di energie e di tempo. Detto ciò non ce la sentiamo affatto né di condannare, né di prendere le distanze da chi in una di queste notti ha compiuto il gesto. Quando Fracassini scrive “azioni come questa fanno capire che c'è ancora molto da fare in termini di dialogo e valori condivisi” solleva la questione fondamentale: per motivi che dovrebbero essere ben noti a tutti non può esservi una memoria condivisa sulla figura di Almirante, che riassume la barbarie e il degrado civile nei quali il fascismo ha fatto sprofondare il paese! Proprio a riguardo, il periodico della Resistenza e degli ex combattenti “Patria indipendente” nel gennaio scorso ha messo in allegato la riproduzione fotostatica del 1° numero de “La difesa della razza” uscito nell’agosto ’38 in vista dell’emanazione delle infami leggi razziali, quando era ora che gli italiani si proclamassero “francamente razzisti”. Ebbene qui c’è un articolo del pivellino in camicia nera, che provava da “noto statista” (Giorgio Almirante, L’editto di Caracalla, “La difesa della razza”, n. 1, 5 agosto 1938, pp. 27-29), secondo il quale il declino dell’impero romano sarebbe stato determinato dall’immissione negli apparati statali di quanti non fossero di “razza italica”. Inutile soffermarsi sulle inesattezze e sulle sciocchezze che vi sono scritte, se non fosse che di lì ad un paio d’anni queste fesserie cederanno il passo ai fatti, con quegli epiloghi che dovrebbero essere noti a tutti; e mai il “noto statista” tornerà sull’argomento per fare autocritica. Questo è stato Almirante!

Ma alla fine Fracassini assicura: “rifaremo fare subito la targa intitolata a Giorgio Almirante per rimetterla al suo posto. Chi ha compiuto violentemente questo gesto può starne certo”. Ecco, magari sarebbe bene nell’occasione si ricordassero di dare una mano di bianco sulle scritte cubitali “Viterbo città fascista” che dànno il benvenuto sulle mura di tutti gli accessi in una città che è stata fascistizzata nel ventennio con la violenza, la repressione e la blandizie ma che nel 1921 rappresentò un fiero bastione contro l’avanzata fascista: unico centro in Italia, assieme a Sarzana (SP), ad impedire l’ingresso alle camicie nere all’interno della propria cinta muraria (http://www.resistenze.org/sito/te/cu/an/cuan6g11.htm), col plauso di Gramsci e lo sconcerto di Mussolini.

Questa è la storia della città, questa la memoria da recuperare, altro che il “noto statista” Almirante!

Vorremmo in fine chiedere alla giunta della Provincia se anche quest’anno alla cerimonia del 25 Aprile saranno invitati a prender la parola questi strenui difensori di Almirante che amministrano Viterbo. 

 

nota congiunta Comitato Provinciale ANPI e PRC circolo di Viterbo

 
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Antifascismo militante

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Petizione Contro l'intitolazione della Circonvallazione a Giorgio Almirante

Il giorno 19/07/2006 il sindaco di Viterbo ha intitolato una parte della circonvallazione di Viterbo a Giorgio Almirante.

Almirante è stato uno dei redattori della rivista “La difesa della Razza” caratterizzata da feroce e becero razzismo ed antisemitismo.

Militante attivo della Repubblica sociale di Salò che, alleata dei nazisti, torturava e massacrava i cittadini italiani democratici, è stato, dopo la guerra, tra i fondatori dei Movimento Sociale Italiano, diventando poi segretario dello stesso partito. Il MSI di Almirante, si caratterizzò anche come organismo politico che mitizzava la dittatura mussoliniana e che esaltava anche le dittature contemporanee, come la dittatura greca dei Colonnelli, la dittatura militare Turca e il colpo di stato cileno, mentre denigrava ed offendeva il movimento antifascista e la democrazia repubblicana italiana. Il MSI di Almirante si rese protagonista inoltre di una miriade di aggressioni contro studenti, operai e militanti democratici con conseguenti ferimenti ed omicidi.

Lo stesso Almirante partecipò attivamente all’attacco violento contro la facoltà di giurisprudenza insieme al collega Caradonna.

Almirante ancora protagonista di un inquietante episodio collegato alla strategia della tensione. Viene infatti incriminato per favoreggiamento del terrorista Cicuttini, autore della strage di Peteano. Si salverà con l’amnistia.

La storia politica di quest’uomo, si chiude senza alcun riconoscimento delle battaglie civili che hanno contribuito alla costruzione della democrazia italiana.

Intitolare a questo personaggio una via di una città italiana, significa quindi offendere chi è morto lottando contro i nazifascismi ed offendere chi ha speso la propria vita per costruire e rafforzare la democrazia italiana.

Chiediamo rispetto per l’Italia. Chiediamo che questa targa sia rimossa dalle vie della città di Viterbo.

Per aderire inviate via e-mail il vostro nome e cognome all’indirizzo antifascistavt@libero.it

Iniziativa appoggiata dal Coordinamento Antifascista della Tuscia

 

 

 

 
 

Antonio Gramsci

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