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Contestazione al matrimonio di brunetta: «siamo l'italia peggiore, abbiamo un sogno nel cuore, Brunetta a San Vittore»


Le nozze erano in programma a Villa Rufolo, ma senza preavviso la cerimonia è stata spostata all'hotelRAVELLO (SALERNO) - Nozze col bluff a Ravello. Nessun anticipo di 24 ore, ma un cambiamento di sala all'ultimo minuto: in questo modo il ministro Brunetta si è fatto beffe dell'annunciata protesta dei precari. Il rito civile, inizialmente previsto a Villa Rufolo, è stato spostato direttamente all'Hotel Caruso (5 stelle, belvedere a picco sul mare, una stanza può costare fino a 9 mila euro), dove era allestito il rinfresco. Delusione tra le centinaia di cittadini che attendevano l'arrivo delle autorità e tra i precari che si erano «appostati» in piazza del Duomo, a una cinquantina di metri dalla villa. Ma lo scherzetto ha causato anche una «vittima» tra gli invitati: il governatore della Campania Stefano Caldoro per qualche disguido non è stato avvertito e si è recato alla location sbagliata. Beffato anche il presidente della provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, che adirato anche per un «vergogna» della folla è passato dinnanzi ai precari «transennati» in piazza e ha urlato senza compassione un vibrante «andate aff...». Una finezza. Arrivati regolarmente all'hotel, vi dimoravano dal giorno prima, invece i ministri Angelino Alfano, Maurizio Sacconi il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto (quest'ultimi due testimoni dello sposo). Presente anche Maria Stella Gelmini arrivata domenica mattina. Il cambiamento di programma, in una Ravello diventata tutta una «rimozione forzata» dalle 14 fino alle 22, era già previsto: alle 12, dopo aver superato i 180 gradini che separano la sua villa a Ravello dalla strada dov'era posteggiata la sua auto, un ansimante Brunetta sorreggeva gli appendini con il suo panciotto blu e Titti, con due aitanti guardiaspalle, uno scatolone con dentro l'abito Versace rosa confetto. Evidentemente già a quell'ora la coppia aveva deciso di coronare il sogno d'amore lontano dal trambusto dei disoccupati. Altro segnale: le ragazze della sala di villa Rufolo alle 18 ancora non sapevano dove posizionare i fiori e come allestire i tavoli. Ignare anche le forze dell'ordine, che presidiavano come niente fosse l'ingresso di Villa Rufolo.