RESPIRI E PAROLE

PROFUMO


Ho un' amica,la Signora G., una grande Signora di altri tempi. Nell'inverno del 1997 mi ha accolta nel suo bell' appartamento a Milano per tre mesi. Stavo facendo uno stage in un grande ospedale della citta' e tramite amici avevo conosciuto Lei. Una donna mite ed elegante, dolce e silenziosa. Fascino puro. Ricordo ancora le serate passate a parlare di libri e musica nel suo soggiorno biblioteca che profumava di bosco e felce. Un bel viso gentile incorniciato da capelli bianchi, occhiali dorati e gioielli discreti, un sottile braccialetto in oro giallo sul delicato polso destro, una collana di piccole pietre colorate fiorentine ed un sorriso dolcissimo. Ci siamo subito sentite “a pelle”. Amiche. Parlavamo per ore di tutto, ascoltavamo musica classica e cucinavamo alla sera assieme. Lei mi raccontava la sua vita, di moglie e madre. Ascoltavo rapita, e' stata la moglie di un grande stilista di tessuti che lavorava per Armani e Versace negli anni Settanta.Un giorno mi disse “l'amore dura finche' esiste il ricordo” e mi fece annusare una piccola bottiglietta in cristallo vuota. Era Mitzouko, il magico profumo di Guerlain 1919. Mitzouko, che in giapponese significa “mistero” e che dopo la Grande Guerra ha fatto sentire la sua fragranza spumeggiante e piena di tenerezza. Quella bottiglietta e ' stata l'ultima di una lunga serie regalatale dal suo marito scomparso . Era il loro profumo. Ricordava annusando la bottiglietta ormai vuota i suoi anni felici accanto all'uomo che ha amato tanto. E raccontava, in poche parole scelte i loro viaggi atraverso il mondo,la felicita', la nascita dei suoi figli,gli attimi di bellezza, le loro vicissitudini, la malattia di lui, la fine del sogno. Era tutto racchiuso in un profumo, un miscuglio d'Oriente ed Occidente, in tandem con il vetiver di Sumatra ed il bergamotto siciliano. 
La nosta vita e' concentrata in profumo. Quello della pelle della madre, del dopobarba del padre, del caffe' alla matttina sorseggiato insieme ai nostri cari,della spruzzata eccessiva del primo appuntamento, dell'erba fresca appena calpestata dopo la pioggia. Il profumo della torta che mia nonna alla domenica mattina sfornava, quello dei libri che annuso prima di leggere,della pelle, delle nuvole, dell'acqua e della terra in primavera. Ricordo il profumo di mia madre quando ero' bambina, l'Air du Temps di Nina Ricci che mi porta indietro di anni e mi fa rivedere alle elementari, alla festa di fine scuola, quando si danno i premi e mia madre in prima fila, vestita nel suo tailleur blu con i risvolti della giacca bianchi sorrideva. Ricordo il profumo dellla sciarpa di mio padre che tenevo stretta al collo quando non lo vedevo per settimane, lontano per aggiornamenti e concorsi di lavoro. Il mio profumo mi ricorda l' amore. Lo spruzzo sui polsi  e sul collo e sento che nulla al mondo riuscira' a togliermi questa sensazione di dolcezza e vitalita' . Non sono originale. Lo diceva molto prima di me Proust.Finche' c'e' profumo c'e' ricordo.