My World...Forever

Eccoci finalmente si parte per l'escursione più attesa e intrigante...la passeggiata nel deserto in sella ai dromedari.

Arrivai come sognante alle porte del deserto, che si rispecchiano nella città di Douz(famosa anche per il suo mercato dove si può trovare di tutto, anche le caratteristiche rose del deserto ).
Da una piccola casetta uscirono dei berberi che ci accolsero e ci iniziarono a preparare per la nostra gita tra sabbia, vento e sole....molto sole! Ci ripararono il naso e la bocca, ma soprattutto la testa con dei teli davvero ruvidi, ma che evitano di far passare la sabbia. Uscendo da lì trovammo ad aspettarci i leggendari dromedari, qualcuno faticò un po' a salirci sopra e sembrava che anche i dromedari avessero preferenze su chi portare o meno...messi tutti in fila partimmo! Non mi sono mai divertita così tanto a stare in groppa a quell'animale così...come dire...puzzolente, ancheggiante e dondolante...con quella faccia da sofisticato, quasi insofferente, mi faceva davvero ridere.

Il sole cuoceva e la sabbia talmente fina come cipria si alzava a ogni passo dei dromedari, ma sembrava che i teli, da me dapprima sottovalutati, funzionassero davvero!!!
Arrivati a in punto dove c'erano delle palme e quindi un po' d'ombra, il gruppo si fermo, così potemmo scendere e sgranchirci le gambe e la schiena. Appena toccai la sabbia coni piedi scalzi mi resi conto che non scottava e che anzi era davvero fresca. Ci fece compagnia un berbero, che arrivò all'improvviso a cavallo senza che noi ce ne accorgessimo,  iniziando a parlare in francese ci spiegò come loro vivono nel deserto. Decisi di portarmi via un po' di sabbia, per metterla in una bottiglietta di vetro a casa e per non dimenticare mai quanto davvero fosse fina e soffice e quanto fosse spettacolare il deserto, anche avendone visto soltanto "l'ingresso"!!

Si tratta di abitazioni troglodite. Le Matmata, un insieme di molti villaggi è il nome delle tribù berbere rifugiate in questa regione. Costruite accanto alle alture, ospitano le famiglie di berberi, in parte arabizzati, possono trovarsi sottoterra o scavate addirittura nelle valli, le abitazioni sono nascoste sotto crateri che costituiscono un vero e proprio paesaggio lunare. Paesaggi infatti utilizzati anche per le scene di tanti film famosi come "Guerre Stellari".

Le abitazioni sono divise in varie nicchie che restano fresche d'estate e temperate in inverno, dove si trova anche la parte adibita alla conservazione delle granaglie,  ma a volte ci si può accedere soltanto tramite una corda. I suoi abitanti vivono a lungo e in buona salute grazie all'aria pura e secca, vista anche l'altitudine di 400mt.
All'esterno invece ci sono cortili rotondi con dei veri e propri silos per il grano.

Partenza sempre nel mese di Agosto e non pensiate che con il fatto che si trova molto vicino all'Italia non sia poco affascinante. L'africa mi ha sempre attratto e non mi sembrava vero di trovarmi lì, anche se solo per un po'.

Ho soggiornato nel villaggio Sprinclub Golf di Djerba, davvero carino, niente di particolare, ma l'arte caratteristica di quei posti ti lascia senza fiato per poi rapirti tra i profumi e i colori tipici. Un mare cristallino, datteri, essenze, tantissimi palmeti, frutteti ed orti, ma soprattutto finalmente ho potuto vedere il deserto con i miei occhi....quante volte l'avrò sognato!

Questa danza prende il nome dalla cittadina di Charleston nel Sud Carolina ed ebbe un grande successo intorno al 1920. Il ballo deve la sua origine a una danza folcloristica della comunità di colore della città di Charleston.
Tipo di danza jazz, ballo brioso che all'epoca si staccava nettamente da tutti gli altri balli, proprio per la sua caratteristica inconfondibile e inimitabile.
Il charleston venne preso come emblema: musica allegra e gaia, ritmo eccitante, minigonne vertiginose, lustrini e paillettes, uniti ad un po' di fatica nell'eseguirlo erano sufficienti a scaricare la tensione caratteristica di quel periodo, che precedeva il presagio della rottura economica negli Stati Uniti nel 1929.