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Ciò che ci fa soffrire non è l’amore

Post n°37 pubblicato il 29 Marzo 2010 da aribeca
 

Ciò che ci fa soffrire non è l’amore. Non è l'amore che fa male, ma il nostro disagio di fronte a qualcosa che desideriamo e non possiamo avere... Solo la realizzazione di un nostro desiderio ci fa sperimentare la felicità. La delusione, invece, ci fa precipitare in un abisso di solitudine. Non è l’amore che ci fa soffrire, dunque, ma la delusione per un sogno irrealizzabile.

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Commenti al Post:
ghetel
ghetel il 29/03/10 alle 14:49 via WEB
Concordo pienamente anche perchè non è facile capire cosa sia "amore" :-).. Buona giornata
 
cashKUNTZ
cashKUNTZ il 29/03/10 alle 15:42 via WEB
Infatti! :-) sorrido perchè questa riflessione è nata scrivendo un commento su un altro blog e iniziavo dicendo: "cosa significa per te amare?". Grazie e apresto.
 
sky.07
sky.07 il 29/03/10 alle 20:35 via WEB
In effetti è vero,è il pensiero di non poter avere..ecco perche a volte è appagante rivolgerci verso qualcos'altro...
 
giusyian
giusyian il 30/03/10 alle 22:05 via WEB
Ottimo spunto di riflessione ma meglio farla quando il dolore non c'è più, quindi ora. Un sorriso.
 
 
aribeca
aribeca il 30/03/10 alle 23:01 via WEB
Già! Se ci sei dentro non è facile... Di fronte al dolore si è soli e nulla è comprensibile, nulla sana... A presto.
 
loredana1981
loredana1981 il 31/03/10 alle 12:46 via WEB
Proprio ieri ho partecipato agli esercizi spirituali tenuti in Parrocchia e desidero condividere con voi alcuni miei appunti. In chiave cristiana, l’amore è la prima dei 9 frutti dello Spirito Santo (Lettera ai Galati 5,22). L’amore sostiene tutte le altre qualità. Bisogna collaborare con lo Spirito Santo affinchè possiamo essere riscattati da elementi negativi e la sua grazia ci faccia avvicinare al carattere di Cristo. Bisogna spendere più tempo affinchè nel nostro Spirito si formi il carattere di Cristo, cercarlo prima di ogni cosa, Gesù abita dentro di noi, nel nostro Spirito. L’amore è il fondamento di tutto. Dal Nuovo Testamento noi creature siamo capaci di produrre due tipi di amore: l’amore filantropico e l’amore erotico. Cerchiamo sempre il nostro interesse, cerchiamo coccole, affetto, tenerezze ma chi di noi cerca l’amore frutto dello Spirito, l’amore con il quale Dio ci ama? Quest’amore si identifica con la parola “agape” : mentre i primi due tipi di amore cercano l’interesse proprio, l’agape cerca l’interesse altrui. Questo amore che inonda il nostro Spirito deve essere riversato agli altri, deve passare alle persone che incontriamo, quest’amore che ci spinge al richiamo della vita eterna, ci rende capaci di amare gli altri aldilà dei difetti altrui, dei peccati, della simpatia, ci spinge a cercare il meglio dell’altro a perdonare l’altro, ci rende capace di sacrificio per l’altro. I doni e i carismi finiscono, non sono in noi per la nostra salvezza mentre è l’allineamento con il carattere di Gesù Cristo che ci salva, affidiamoci non alla posizione che abbiamo nelle nostre Chiese, al lavoro, in ufficio, ma chiediamo allo Spirito Santo giornalmente che l’uomo interiore venga rinnovato e che Cristo si unisca a noi. Non bisogna scoraggiarsi, non è semplice o facile. Bisogna soltanto confidare giornalmente nelle Parole del Signore e ancor prima di prendere qualsiasi decisione che possa ferire il fratello o metterlo da parte, bisogna interrogarsi e pensare: “Cosa farebbe in questa situazione Gesù?”.
 
 
aribeca
aribeca il 31/03/10 alle 13:40 via WEB
Grazie della condivisione. Le tue parole mi ricordano l'enciclica "Deus caritas est" di Benedetto XVI. Grazie.
 
afrodite.58
afrodite.58 il 03/04/10 alle 11:13 via WEB
Il mio pensiero in merito è diverso... non fa soffrire "la delusione per un sogno irrealizzabile" ma fa soffrire "la mancanza di Amore". Viviamo nella società dell'apparire e non dell'Essere, questo comporta una superficialità che non è propria dell'Amore il quale ha invece bisogno di profondità interiore per svilupparsi in quanto è già presente in noi sin dal concepimento. Il desiderio, sotto certi aspetti, è deleterio. Molti non sanno dare la definizione di Amore, spesso Esso viene confuso con l'attrazione, l'interesse, il piacere effimero, l'incontro sessuale, il possesso. L'Amore è tutt'altro. Quando una persona sa amare glielo si legge negli occhi, lo si vede dal suo viso, dallo sguardo e dalla coerenza tra il suo dire e il suo fare. L'Amore è Rispetto, Fiducia, Gentilezza, Dare senza aspettarsi Nulla in cambio, Non Giudicare, Tolleranza, Accoglienza, Morire un pò a se stessi per Risorgere nell'altro/a insieme a lui/lei. Questo per quanto riguarda l'Amore Universale, l'Amore tra due persone, oltre a contemplare quanto già descritto, è prima l'incontro delle loro Anime e poi l'incontro dei loro corpi. Tutto il resto è solo caos, frutto di educazioni, insegnamenti, esempi, ragionamenti e comportamenti travisati. L'Amore è uno stato dell'Anima che si riflette nel vivere quotidianoo e che non ha MAI fine. Un abbraccio al tuo Cuore. Stella.
 
creola21
creola21 il 16/04/10 alle 11:53 via WEB
Devo scrivere un commento , meglio che resto zitta , saluti cari da creola .
 
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Angela è bella e affascinante, ma non sarà mai altro che un’amica. Questo dice la realtà! Aderire al proprio destino o rifiutarlo? La domanda racchiude il dramma che deve affrontare il giovane protagonista di questa storia.

Improvvisamente, proprio nei giorni più critici della sua adolescenza, una presenza nuova si impone nella vita del ragazzo: un uomo diverso da tutti gli altri con il suo sguardo luminoso cattura l’attenzione del protagonista, dei suoi compagni e della stessa Angela, donando loro un nuovo modo di affrontare la vita.


Quale segreto è racchiuso nei suoi occhi? Tutto diventerà chiaro quando il protagonista, ormai adulto e nuovamente in crisi di fronte ad una decisione da prendere, tornerà nei luoghi dell’adolescenza per raccontare la sua storia.

 

ALESSANDRO RIBECA

 

 

Foto: Cinzia Camela Alessandro Ribeca è nato nel 1974

 a San Benedetto del Tronto (AP)

dove attualmente risiede.

 Si è sposato nel 2007 e nel 2009

è diventato papà.

 Laureato in economia e commercio, è impiegato di banca e si impegna

da anni in attività educative per i ragazzi.

 

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