Creato da colrik0 il 15/10/2012

RICCARDOCOLAO

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LE MASSAIE E LA SPESA SUL WEB

Post n°2 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da colrik0
 

Nell’ultimo biennio è cresciuta fortemente la propensioneagli acquisti on line di “food e beverage”

 

LE MASSAIE E LA SPESA SUL WEB

 

Un clic sul video e tutto ciò che occorre ce lo ritroviamo sulla portadi casa

risparmiando sulla benzina ed evitandoci lo stress del traffico urbano

 

di Riccardo Colao

 

Nel biennio 2012-2012  la propensione da parte dei consumatori diacquistare cibo on line è cresciuta del 44%. Sostanzialmente grazie ad interneti prodotti “food & beverage” proposti dalle aziende manifatturiere haraggiunto la soglia  del 61% di coloro iquali potremmo definire “tele acquirenti”. Il commercio elettronico consente diutilizzare il web anche per effettuare ricerche inerenti la spesa del paniere alimentare.

Sulla base di una fonteproveniente dalle Indagini Nielsen apprendiamo come il digitale influenzi leattività quotidiane dei consumatori sulla base di 28.000 utenti internet dislocatiintorno a  56 Paesi di tutta l’area mondiale. .

Il 26% degli intervistati ritieneche potrebbe acquistare nel periodo dei prossimi 6 mesi prodotti alimentari ebevande online, tramite l’utilizzo del computer personale, dello smartphone o deltablet.

Il 45% ha dichiarato di servirsidi internet per avere informazioni su prodotti di genere alimentare; il 43% ha scovatoofferte giudicate ottimali, il 33% ha letto le informazioni relative allepromozioni dei negozi o si è dedicato alla caccia dei buoni spesa che hanno consentitoun certo risparmio, il 26% ha poi fatto riferimento successivo al sito internetdei produttori, il 18% ha avuto maniera di commentare prodotti attraverso isocial media rilanciandone in positivo o in negativo l’immagine e l’11% hausato una lista della spesa digitale.

John Burbank, President StrategicInitiatives di Nielsen, ha dichiarato che “Gliacquisti online soddisfano esigenze considerate fondamentali come laconvenienza, la qualità e la varietà dell’offerta. Tuttavia il successo diinternet, e più specificamente dell’e-commerce per l’acquisto di beni di largoconsumo, sarà diverso per le diverse categorie di prodotto. Chi acquista onlinebeni di largo consumo, infatti, tenderà ad avere un approccio multicanale e adeffettuare acquisti continuando ad usare anche il punto vendita tradizionale”.

Gli intervistati nei Paesidell’area Asia-Pacifico hanno inoltre espresso di utilizzare internet per farericerche (70%), confrontare prezzi (48%) e poi commentare le loro scoperte attraversoi social media (26%).

Gli intervistati dell’AmericaLatina si sono rivelati principali cercatori di offerte (64%) e informazionisui siti dei produttori (41%), mentre in America del Nord, più che in qualsiasialtro Paese, le ricerche si concentrano principalmente sui coupon (43%).

Sempre secondo i dati offerti dallaricerca Nielsen, quasi la metà degli intervistati (47%) ha dichiarato di poter dedicarealmeno il 25% del tempo della propria attività di ricerca online ad argomentilegati alla spesa. Il 23% si è detto disponibile a trascorrere su internetalmeno la metà del tempo da loro dedicato alla ricerca. La maggior parte dicoloro che hanno affermato di utilizzare internet per attività legate allaspesa (63%-91% secondo il tipo di attività) sostiene di farlo settimanalmente omensilmente. Un terzo degli intervistati userebbe quotidianamente internet perfare ricerche (37%), per dare il proprio feedback attraverso i social media(33%), per cercare offerte (31%) e per cercare informazioni relative aiprodotti (31%).

I produttori made in Italy sonoavvisati ed è bene non farsi trovare impreparati per questo fenomeno che nontarderà ad ingigantirsi anche da noi!.

 

 

 
 
 

CONSUMATORI - SKY 2 a 0

Post n°1 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da colrik0
 

CONSUMATORI 2 – SKY 0

 

Ennesimacondanna da parte dell’AGCOM per l’azienda di Murdoch

 

 

di Riccardo Colao

 

Giunge ancora sul filo del traguardo l’ennesima condannada parte dell’AGCOM per Sky!

A seguito disegnalazioni provenienti da numerosi consumatori - pervenute anchetramite la direzione Contact Center dell’Autorità nell’ultimo biennio(04-09/ 09-11) - Sky avrebbe continuato a fatturare ai propri utenti, talvoltaanche a distanza di svariati mesi, i canoni per la fruizione delservizio nonostante gli stessi avessero espresso la volontà di esercitareil diritto di recesso; ovvero, attraverso una serie di comportamentiostruzionistici, avrebbe ritardato l’esecuzione delle richieste direcesso, anche tramite l’applicazione di penali1, in caso di mancato pagamentodegli importi fatturati successivamente alle richieste medesime.Inoltre, nel proprio sito www.sky.it2 il professionista avrebbe omessodi fornire ai consumatori indicazioni precise e puntuali circa le modalità, itermini e la procedura per l’esercizio della facoltà di recesso.

Al termine delle operazioni l’Autorità garante per leComunicazioni ha ottenuto una ulteriore importante vittoria che restituiscefiducia ai consumatori.

In particolare è stato provato che

a) la metodologia commercialedescritta al punto II, lettera A), del provvedimento, posta in essere dallasocietà Sky Italia S.r.l., costituisce, una pratica commerciale scorretta degliartt. 20, comma 2, 22, 25, lettera d),e 26, lettera f), del Codicedel Consumo, e ne vieta la continuazione;

b) la praticacommerciale descritta al punto II, lettera B), del provvedimento, posta inessere dalla società Sky Italia S.r.l., costituisce, per le ragioni e neilimiti esposti in motivazione, una pratica commerciale scorretta degli artt.20, comma 2, e 25, lettera d),del Codice del Consumo, e ne vieta la continuazione.

Tutto ciò promesso Sky Italia srl è stata condannata alpagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria di 300.000 € (trecentomilaeuro) per la pratica di cui al punto a); e di una sanzione amministrativa pecuniaria di 80.000 €(ottantamila euro) per la pratica a riguardo del punto b).

Le associazioni dei consumatori hanno plaudito alprovvedimento che dovrebbe porre fine ad un atteggiamento irrispettoso delleregole di mercato che sta disorientando non poco gli utenti televisivi propensia percepire nelle proprie abitazioni le offerte delle pay-tv.

In particolare l’azienda del tycoon Murdoch sempre secondole fonti desunte dal decreto di condanna “avrebbeimposto l’utilizzo di un numero a pagamento (199.100.400) come unico strumentoper contattare il servizio di assistenza clienti al fine di ottenere, in modoimmediato e diretto, chiarimenti rispetto alle richieste di recesso inevase ealla fatturazione del servizio, nonché al fine di risolvere disservizi e/oproblematiche di natura contabile/amministrativa. In particolare, alcuniconsumatori  hanno lamentato i lunghitempi di attesa e, di conseguenza, gli elevati costi da sostenere al fine disegnalare i disservizi riguardanti i propri abbonamenti. Secondo altriconsumatori, il servizio di assistenza non sarebbe sempre dotato di personalee/o strumenti in grado di soddisfare con rapidità le richieste dei clienti,costringendoli ad effettuare ripetute chiamate al numero a pagamento e asostenere il conseguente maggiore onere economico”.

 

 
 
 

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