BUONE NOTIZIE !!

Greci che si organizzano.


 Mi sono permesso di rubare questo articolo al numero di aprile 2013 del mensile "Eureka" che viene redatto da un gruppo di Italiani residenti in Grecia affiancati da greci che conoscono la lingua italiana. L'ho trovato molto interessante e ritengo che possa interessarci.A Kalamarià (Salonicco) un gruppo di cittadini usa una moneta alternativaIl kinò della solidarietàIl kinò (letteralmente “comune”) è qualcosa di più che una moneta alternativa. Ormai da un anno ha cambiato la vita dei residenti di Kalamarià. La terra è crollata sotto i loro piedi, ma non hanno perso il coraggio e la creatività. E rispondono alla crisi con una moneta Sociale, un alimentare agricolo, una cassa di autosostegno ed un mercato aperto. Il kinò è la nuova follia di Kalamarià. É qualcosa di più che una moneta alternativa ed ha cambiato ormai da un anno il modo di vivere dei residenti del grande comune alle porte di Salonicco. 120.000 persone abitano in questa zona, che un tempo godeva di una buona economia che, come tutta la provincia di Salonicco, è duramente provata dalla crisi: la disoccupazione, le serrande abbassate dei negozi, l'emigrazione sono la quotidianità dei residenti. Può darsi che sia crollata a tutti la terra sotto i piedi, ma nessuno ha perso il coraggio e la creatività. E rispondono alla crisi con una moneta sociale, un alimentare agricolo, una cassa di autosostegno e un mercato aperto. Abbiamo incontrato Eleni Papatheodosiu e Michalis Panayotidis negli uffici del Movimento dei Cittadini: passeggini, libri, cd, vestiti, tutti puliti e in ordine intorno a noi, costituiscono la scenografia degli uffici di uno schieramento politico che si è trasformato gradualmente in un movimento locale.«Avevamo creato uno schieramento che si basava sul sostegno di Syriza, di Dimar e dei Verdi. Non ci bastava però candidarci alle elezioni, volevamo intervenire attivamente nella vita della città in mezzo alla crisi».«Così un anno e mezzo fa abbiamo creato il primo mercato del baratto», svela Michalis. Le prime cose scambiate le avevano portate da casa loro e hanno insistito tanto perché nessuno facesse regali. «Ogni nostra azione ha un peso politico. Non ci interessa se uno porta una matita per scambiarla con una lavatrice. Quello che ci preoccupa è che qualcuno possa non mettersi al posto del beneficiario e del beneficiato», dice Eleni.Il mercato del baratto è andato molto bene e ha dato al gruppo la forza di realizzare un progetto più vecchio: creare, seguendo il modello di Volos: una moneta alternativa. Avevano già tentato di adottarla cinque anni fa. «Sembrava bello, ma anche superfluo. Poi è arrivata la necessità» come dice Eleni. Nel gennaio 2012 ha avuto luogo l'assemblea che ha portato alla creazione del kinò, è stato deciso il regolamento ed è stato eletto il suo gruppo coordinatore. Questa unità di scambio immaginaria rappresenta un valore in cose o in servizi. Ogni membro pubblica sulla pagina della moneta annunci di ricerca o di offerta che valuta in kinò (1 kinò = 1 euro). Così raggruppa i servizi e i prodotti da offrire e li scambia con altri. In questo momento la moneta ha 250 membri attivi: da professori, ragionieri e legali fino ad idraulici, apicoltori ed agricoltori. Parallelamente, a Kalamarià funziona l'alimentare agricolo, con distribuzione diretta di prodotti dai produttori ai consumatori. «Si tiene ogni settimana. É autogestito e la sua commissione coordinatrice cambia ogni sei mesi per garantire la , trasparenza, la partecipazione attiva di tutti e per uscire dalla logica della delega », ci dice Eleni. «All'inizio i produttori non capivano che questa iniziativa non era occasionale, ma aveva una prospettiva ed era sostenibile ». «In questo momento l'alimentare agricolo ha 600 membri che tendono ad aumentare. Oltre a garantire prodotti a prezzi economici e di buona qualità per i consumatori ed una retribuzione giusta per i produttori, offre un altro modo di vivere la nostra città ed i rapporti tra di noi». Adesso i cittadini di Kalamarià proseguono con la creazione di una cassa di autosostegno, dove registrano i servizi e le disponibilità che un cittadino può offrire all'altro in caso di urgenza: se ad esempio si ammala tuo figlio, entri in un database e trovi un pediatra che verrà anche nel pieno della notte o un vicino di casa che potrà guardare i tuoi figli se tu il giorno dopo devi andare a lavorare. In cambio, offri anche tu il tuo tempo e il tuo aiuto quando il tuo vicino di casa si trova in difficoltà perché ad esempio deve viaggiare per motivi di lavoro». Contemporaneamente si stanno organizzando laboratori di autarchia, dove si imparano a fare, con le proprie mani, dai saponi ecologici fino alle sciarpe «É un altro modo di vivere » ci dice Michalis. «Non è casuale che laboratori del genere o monete alternative funzionino in paesi dove la crisi non li rende necessari, ma quando provi questo modo di vivere creativo, libero e solidale, non torni più indietro».