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IERI, SPETTACOLO

Post n°807 pubblicato il 26 Febbraio 2012 da atapo
 

PIAZZA  MONDO

Ne avevo parlato solo una volta, al primo incontro organizzativo, l'8 novembre 2011.
Mi ha accompagnato per tutto l' autunno, poi l'inverno...fino a ieri,  quando c'è stato lo spettacolo.
Uno spettacolo duro, drammatico, con messaggi importanti e profondi che ci hanno impegnato molto nella preparazione.
Uno spettacolo con tanti aggiustamenti in itinere, a cominciare dal titolo che all'inizio era ADELANTE, poi è diventato PIAZZA MONDO. Perchè ormai il mondo è diventato una piazza su cui gli uomini sono legati da destini comuni, le gioie, le tragedie, gli atti di coraggio e di resistenza sono simili in tutto il mondo. E le donne ne occupano una parte importante e di grande forza, lo spettacolo ha voluto parlare della loro forza presentando alcune situazioni, conosciute da tutti, ma mai abbastanza.
Nella prima parte, in Argentina, quattro madri della Plaza de Mayo, in uno dei giovedì di marce e manifestazioni, incontrano un giovane giornalista e gli narrano le vicende drammatiche dei loro figli desaparecidos.

Nella seconda parte, in Messico, una giovane commissaria e i suoi poliziotti indagano sulle sparizioni e le morti di tante ragazze coinvolte nella prostituzione e nei cartelli della droga.

Infine in Sicilia la mamma di Peppino Impastato, che ha lottato per scoprire la verità sulla morte di suo figlio, attraverso una famosa canzone su di lui invita "...la tua vita adesso puoi cambiare...gridando forte senza aver paura...contando 100 passi lungo la tua strada..."

Io ero una delle quattro madri di Plaza de Mayo, la prima, iniziavo il dialogo col giornalista e alla fine concludevo la nostra scena. Apertura e chiusura...momenti fondamentali. In questi mesi, procedendo con lo studio e le prove, mi sono informata tanto, grazie a internet ho letto, ho ascoltato interviste, guardato filmati ed enche un film terribile, "Garage Olimpo" che insieme all'altro "Hijos" (figli), che già conoscevo, mi hanno permesso di capire e interiorizzare molto di quella tragedia. E' stato difficile cercare di immedesimarmi in quella madre che si è vista portare via da casa il suo Enrique e non lo ha mai più ritrovato, e dal dolore e la rabbia trova la forza per cercare ancora ed uscire allo scoperto unita alle altre madri. Nelle settimane scorse, quando guardavo mio figlio, a volte mi veniva in mente il mio personaggio e cosa si può provare in quei momenti...Il coinvolgimento emotivo è stato forte, dovevamo diventare quattro madri che erano quasi una sola, come un unico coro.
Le prove erano abbastanza impegnative, a cominciare dall'orario: tutti i martedì dalle 18,30 alle 20, nella biblioteca in un antico e bellissimo palazzo del centro di Firenze (in un salone del palazzo poi abbiamo presentato lo spettacolo), questo per me voleva dire rientrare a casa con il bus non prima delle 21 ! Poi dei pomeriggi extra nei fine settimana a casa della regista, che abita oltre il centro città. E alle prove difficilmente eravamo tutti presenti, perchè la maggior parte siamo pensionati, ma qualcuno lavora, alcuni nella scuola e a quell'ora capitava che avessero riunioni...così se c'erano novità o variazioni le mail diventavano roventi...
Per noi quattro madri il non essere sempre tutte presenti creava ancora più difficoltà nel formare quel clima e quel ritmo che la nostra scena richiedeva, ci siamo arrivate solo alla prova generale di giovedì scorso, dove era rimasto ancora tanto da fare nella sala dello spettacolo, sistemare scenari, definire spostamenti e cambi di scena...e qualcosa alla fine era ancora rimasto in sospeso, ma per fortuna molti di noi ci conosciamo dal teatro in francese, ci basta un'occhiata o una mezza parola e abbiamo deciso lì per lì durante lo spettacolo. La regista è stata severissima, aveva le sue idee ben chiare in testa e ci faceva ripetere e riprovare...qualcuno sbuffava, allora ho detto che era nulla in confronto a ciò che avevo visto esigere da Gabriele Lavia quando avevo assistito alle prove del suo Malato Immaginario! Io dovevo correggere certi miei accenti troppo bolognesi e imparare certe frasi in spagnolo, ma la parte del giornalista la faceva un ragazzo messicano e ci ha aiutato lui nella pronuncia.
Un giorno, ad assistere ad una prova è venuto un signore argentino conoscente della regista: ha circa la mia età, ha vissuto laggiù gli anni della dittatura e ci dava suggerimenti affinchè il lavoro rispecchiasse davvero il clima di quel tempo. Io lo vedevo molto partecipe e quasi commosso mentre ci ascoltava...Alla fine, mi ha preso da una parte e mi ha detto che fra le quattro madri io ero la più credibile, ma che non lo dicessi alle altre, per non demoralizzarle...potete immaginare come ne sono stata orgogliosa...
Poi ci si è messo di mezzo anche il Comune, saputo l'argomento dello spettacolo lo ha ritenuto molto valido, c'è stato un articolo su un giornale locale, la presentazione dell'Assessore alla Pace...lo terranno presente, chissà che non ce lo richiedano per altre occasioni...
E finalmente ieri...il debutto! Stavolta un po' di ansia ce l'avevo, per l'importanza dell'argomento e per la consapevolezza che qualche prova in più sarebbe stata necessaria!
Il pubblico aveva riempito tutta la sala, siamo riusciti a trasmettere davvero quelle emozioni importanti, qualcuno si è commosso, l'Assessore era entusiasta, una mia amica ha detto che si dovrebbe portare ai ragazzi nelle scuole superiori...
Io oggi ci ripenso e ne sono soddisfatta: anche stavolta il teatro mi ha dato tanto, mi ha fatto riflettere, pensare, capire, mi ha permesso di passare messaggi significativi alle persone presenti in sala...



le quattro madri e il giornalista 

 

 

 

"I cento passi"

 
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