ricomincioda7

RACCONTO


 SOLSTIZIO D' ESTATE
notte sull'ArnoAl circolo dei canottieri, sulla riva del fiume, i tavoli per la cena erano apparecchiati sul prato: un vento delicato sollevava leggermente gli angoli delle tovaglie bianche e faceva oscillare i rami del pergolato verde. La serata si presentava deliziosa. Cora entrò, insieme agli altri invitati, accolta dall'amica che aveva organizzato tutto: la cena spettacolo per festeggiare il solstizio d'estate.Cora si sentiva a suo agio nei pantaloni lunghi e morbidi, color nocciola con fantasie astratte nere, con la sottile camicia bianca di cotone indiano, la stola di lana damascata leggera color verde pallido, in verde e argento aveva scelto anche gli accessori: la collana di madreperla dipinta e i tre braccialetti di acciaio, perline e perle di vetro. Il profumo agli agrumi e gelsomino che aveva messo la rinfrescava dopo la giornata calda. Sapeva che avrebbe rivisto molti della compagnia: dal giorno dell'ultima rappresentazione si era tagliata i capelli, ormai non servivano più lunghi per il suo personaggio nello spettacolo, in estate li preferiva corti e stasera non c'era un ricciolo fuori posto, quello che ricadeva sulla fronte e quelli che sfuggivano davanti alle orecchie...dovevano stare proprio lì. Ma i suoi amici la riconobbero lo stesso, anzi le dissero che stava bene e si misero a parlare di farsi ciuffetti color fuxia o blu elettrico, avrebbero messo allegria...Si sa, la gente di teatro ha spesso idee un po' estrose. Nei posti a tavola gli amici si alternavano con sconosciuti la cui conoscenza avrebbe offerto motivo di conversazione, passando da un argomento all'altro. Famiglie, figli, lavoro, vita quotidiana...ma anche progetti, sogni, parole rivolte al futuro, fantasticherie di artisti: qualcuno disse a Cora che per l'autunno stava imbastendo qualcosa ...che aveva in mente un personaggio proprio adatto a lei. Vedremo, lasciamo passare l'estate, se ne potrà parlare...ma il cuore fu subito più felice.Intanto si alternavano la lettura di poesie all'esecuzione di delicati brani musicali, Debussy, Ravel... le prime portate arrivarono sui tavoli.Il tempo passava, il pomeriggio si avviava a diventare sera molto, molto lentamente, il sole sembrava volersi attardare rimbalzando da un ponte all'altro sul fiume e colorando l'acqua sempre più di rosato, poi di color lavanda...La prospettiva delle arcate dei ponti creava un ritmo, sembrava che danzassero, come danzavano le rondini e i gabbiani nel cielo, come danzavano oscillando le barche che passavano silenziose sul fiume. I colori delle case si accendevano nella luce netta del tramonto.E quando il sole scese finalmente là dove si dirigeva anche il grande fiume, arrivò quella che qualcuno in Francia aveva chiamato "l'heure bleue", quando sembra che tutto venga improvvisamente ricoperto da un velo azzurrino, prima che arrivi il buio della notte.Cora ammirava tutto questo, pensava che la sua città era bellissima, che quella luce la rendeva magnifica. Si sforzava di ricordare chi aveva inventato la storia dell'heure bleue, forse gli Impressionisti? Probabile. Si ricordava invece benissimo chi gliela aveva raccontata: un suo amico pittore, in una serata dagli stessi colori, mentre insieme aspettavano l'oscurità e ogni minuto che passava i contorni di tutto si facevano sempre più indistinti...Si ricordava anche di tanti altri bellissimi tramonti sui fiumi, sui mari, durante i suoi viaggi...Il tramonto è un tempo incantato, in cui il cerchio della nostra vita reale si riempie di magia e rischia di intersecarsi con il cerchio magico dei sogni e dei pensieri segreti. Ecco il buio e le luci dell'uomo che si accesero dappertutto, finiva un incanto e ne cominciava un altro, perchè la città era affascinante anche nel suo nuovo abbigliamento di luci notturne.La serata continuò allegramente, Cora pensò che l'organizzatrice avrebbe anche potuto prevedere qualche giro di danza, lì sul prato...peccato non averlo messo in programma. Il fiume si era fatto scuro, ma i suoi riflessi d'argento raccontavano che l'acqua continuava a scorrere, ad andare verso il mare, verso mari sempre più lontani e portava con sè, sempre più lontano, le attese e i desideri del cerchio magico dei sogni ...