EVASIONE Ogni tanto sento il bisogno di fuggire, di passare del tempo da sola. Allora amo la solitudine come solitamente amo la compagnia...che poi sono ugualmente in compagnia, compagnia di me stessa, di ricordi, di pensieri, di sogni. Chi mi sta vicino ha capito la necessità di queste saltuarie fughe e vi si rassegna...Devo trovare una meta e non ho pace finchè non sono riuscita ad andare, a passare qualche ora nel luogo prescelto da cui poi ritorno come rinnovata. Stavolta volevo andare a Bologna. Da sola. Volevo ascoltare e assorbire quella mia città senza essere distratta dal conversare con qualcuno: vari parenti e amici mi dicono: “Se vieni a Bologna avvisaci, ci incontriamo!”, ma stavolta non avevo voglia di incontrare nessuno: solo la mia anima dentro l'anima della città.I nuovi treni superveloci che collegano Firenze a Bologna quasi completamente in galleria ora tolgono l'emozione dell' inoltrarsi nell'Appennino tra i suoi colori mutevoli nelle stagioni, in un percorso che conosco quasi a memoria: appena partiti non ti abitui ai primi boschi che entri quasi subito nel buio e ne esci già in mezzo alle case della periferia bolognese, con i muri di tutte le sfumature di rosso, dall'ocra al carminio: una luce nuova, diversa. Anche a Bologna c'è il sole e fa caldo, solo sotto i portici rimane di mattina l'umidità notturna. Vado per le strade intorno alla stazione, quelle che percorriamo, noi le Montagnola girls, quando facciamo le spedizioni al mercato, rivedo il nostro bar, il negozio in cui facciamo provvista di tortellini prima di riprendere il treno...è la città che conosco meglio in questi ultimi anni. Ma oggi è giovedì, non c'è mercato, il piazzale è vuoto, in giro c'è poca gente. La strada che conduce in centro è piena di negozi di grandi firme, ormai si assomigliano in tutte le città, solo che qui stanno sotto gli alti portici. Ho una meta: vicino alla Piazza Maggiore c'è un'esposizione di libri per ragazzi che voglio visitare. Man mano che mi avvicino alla piazza intorno a me la folla si infittisce, sento anche lingue diverse, ai cittadini si aggiungono le comitive di turisti, diverse classi di adolescenti in gita, alcuni sono Spagnoli, si stanno riposando e qualche ragazza accenna passi di flamenco. Davvero la piazza è un salotto, la “Piazza Grande” della canzone ospita i personaggi più disparati, è uno spettacolo sedersi sul marciapiede ed osservare...gente di tutti i tipi e di tutte le età...chi passeggia semplicemente, chi gira in bicicletta, chi suona strumenti esotici, chi sale su un panchetto e tiene comizio, chi forma un girotondo per giocare, al lupo forse, alunni e maestre, chi ...si è appena sposato, provenendo da molto lontano.
AMARCORD
EVASIONE Ogni tanto sento il bisogno di fuggire, di passare del tempo da sola. Allora amo la solitudine come solitamente amo la compagnia...che poi sono ugualmente in compagnia, compagnia di me stessa, di ricordi, di pensieri, di sogni. Chi mi sta vicino ha capito la necessità di queste saltuarie fughe e vi si rassegna...Devo trovare una meta e non ho pace finchè non sono riuscita ad andare, a passare qualche ora nel luogo prescelto da cui poi ritorno come rinnovata. Stavolta volevo andare a Bologna. Da sola. Volevo ascoltare e assorbire quella mia città senza essere distratta dal conversare con qualcuno: vari parenti e amici mi dicono: “Se vieni a Bologna avvisaci, ci incontriamo!”, ma stavolta non avevo voglia di incontrare nessuno: solo la mia anima dentro l'anima della città.I nuovi treni superveloci che collegano Firenze a Bologna quasi completamente in galleria ora tolgono l'emozione dell' inoltrarsi nell'Appennino tra i suoi colori mutevoli nelle stagioni, in un percorso che conosco quasi a memoria: appena partiti non ti abitui ai primi boschi che entri quasi subito nel buio e ne esci già in mezzo alle case della periferia bolognese, con i muri di tutte le sfumature di rosso, dall'ocra al carminio: una luce nuova, diversa. Anche a Bologna c'è il sole e fa caldo, solo sotto i portici rimane di mattina l'umidità notturna. Vado per le strade intorno alla stazione, quelle che percorriamo, noi le Montagnola girls, quando facciamo le spedizioni al mercato, rivedo il nostro bar, il negozio in cui facciamo provvista di tortellini prima di riprendere il treno...è la città che conosco meglio in questi ultimi anni. Ma oggi è giovedì, non c'è mercato, il piazzale è vuoto, in giro c'è poca gente. La strada che conduce in centro è piena di negozi di grandi firme, ormai si assomigliano in tutte le città, solo che qui stanno sotto gli alti portici. Ho una meta: vicino alla Piazza Maggiore c'è un'esposizione di libri per ragazzi che voglio visitare. Man mano che mi avvicino alla piazza intorno a me la folla si infittisce, sento anche lingue diverse, ai cittadini si aggiungono le comitive di turisti, diverse classi di adolescenti in gita, alcuni sono Spagnoli, si stanno riposando e qualche ragazza accenna passi di flamenco. Davvero la piazza è un salotto, la “Piazza Grande” della canzone ospita i personaggi più disparati, è uno spettacolo sedersi sul marciapiede ed osservare...gente di tutti i tipi e di tutte le età...chi passeggia semplicemente, chi gira in bicicletta, chi suona strumenti esotici, chi sale su un panchetto e tiene comizio, chi forma un girotondo per giocare, al lupo forse, alunni e maestre, chi ...si è appena sposato, provenendo da molto lontano.