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PRIMO COMPITO DELLE VACANZE


 “IL PAMPER DEL NONNO”Cosa sarà mai? Ma il CAMPER naturalmente! Così diceva Riccardo, nel riccardese, il suo linguaggio di bimbo di due anni e quattro mesi.Otto giorni in campeggio sulla costa toscana, a Vada, io, lui e suo padre (mio figlio). E' stata meno dura del previsto: erano anni che non facevo una vita di campeggio così...integrale, da quando i figli erano preadolescenti e confesso che nei primi giorni mi sentivo quasi vecchia per queste cose, ma poi mi sono lasciata andare, anche l'aria di mare ha fatto il suo benefico effetto rilassante e mi sono piacevolmente immersa in quella vita un po' primitiva e zingaresca, con orari approssimativi, delle giornate in campeggio: mi sembrava di ringiovanire ogni giorno di più...e ci stavo proprio bene! Non che fosse tutto riposo: Riccardo è in piena fase di contestazione, forse anche in seguito a quel periodo difficile che hanno avuto in famiglia, scoppiavano all'improvviso capricci monumentali, i suoi “No voio...” li sentivano per mezzo campeggio (ma era in buona compagnia, perchè lì ce n'erano tanti come e peggio di lui!), la pazienza infinita di mio figlio veniva messa spesso a dura prova... Però c'erano anche momenti bellissimi: i giochi fatti insieme sulla spiaggia, il leggergli diecimila volte la storia della rana rapida su un vecchio libro che avevo portato con me e che lui ha quasi distrutto a forza di girare le pagine e di portarlo nella sabbia, il gelato enorme mangiato insieme mentre ci sgocciolava sulle dita, le passeggiate serali a cercare la luna che si nascondeva tra gli alberi... Lui vuole sempre collaborare e aiutare, apparecchia, mette in ordine, pulisce, mi tira fuori i biscotti dal sacchetto per la colazione e quasi mi imbocca, collauderebbe tutti i pulsanti e le maniglie del pamper, ma gli abbiamo detto che il nonno non sarebbe stato molto contento... Nel camper teniamo la mia tavola da surf (una piccola, da body board, che credevate?), ma sono anni che non riesco ad usarla perchè ci vogliono le onde di un certo tipo... A Vada sono abbastanza adatte per i bambini, così l'ho proposta a Riccardo, che fino a questa vacanza aveva paura ad entrare in acqua. Un successo! Gli ho insegnato come tenere le mani per stare in equilibrio, ed ero fiera di lui quando ha imparato a “sentire” l'onda che arrivava e lo sollevava, mentre lui teneva la testa alta per evitare gli schizzi e alla fine rideva dicendo “sapore di sale!” Mi piacerebbe che diventasse un surfista, io amo moltissimo questo sport, magari una volta ne parlerò ...Eccolo qui, guardate quanto è bravo...
lezione di surf Con mio figlio erano anni che non passavamo tanto tempo insieme: ricordavo le nostre vacanze quando era un ragazzino, ora mi sono ritrovata un adulto...Lui non è molto chiacchierone, è abbastanza riservato, poi c'era Riccardo a monopolizzare la situazione, però è stato bello qualche volta raccontarsi dei tempi passati che ora può vedere sotto una luce diversa, ora che è genitore anche lui...fargli sapere che non fu facile quando loro erano piccoli, che non è mai facile la vita, che l'intransigenza non porta da nessuna parte e che occorre comprensione e umiltà nel mettersi dal punto di vista degli altri, che ogni persona ha qualcosa di positivo anche se non è ciò che vorremmo noi...Di questa vacanza di tre generazioni mi resta in mente un'immagine che non diventò mai fotografia: in una calda sera, al ritorno dalla nostra passeggiata serale lungo una strada buia, io spingevo il passeggino e guardavo commossa davanti a me, illuminati solo dalla luna, le due sagome di mio figlio e mio nipote che ridendo correvano in modo buffo: il piccolo agitava le braccia per tenersi in equilibrio, il grande faceva piccoli saltelli per adeguarsi alla “velocità” di suo figlio... Avevo il futuro che correva davanti a me.