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IL SIGNOR G.


 DOLCE SENTIMENTO 
 Il cellulare che fu di mia suocera, che ora teniamo noi e usiamo ogni tanto per esaurire la scheda telefonica, squilla improvvisamente. Rispondo io: “Pronto...?” “Mi scusi, sono G., ero un grande amico della signora S....” dice una voce un po' in sospeso, quasi imbarazzata. Forse per pudore, forse per istinto, ritengo di non essere io a dover continuare quella telefonata: “Aspetti un attimo, le passo il figlio della signora S.” e dò il telefono a mio marito. Lui si sposta in un'altra stanza più silenziosa perchè la TV è accesa, ricompare dopo alcuni minuti, mi pare abbia lo sguardo un po' emozionato. “Allora?” Vorrei sapere, ma mi trattengo, questa unica parola gli consentirà, come già successo altre volte, di dirmi o non dirmi, a seconda del suo stato d'animo del momento, senza che si senta infastidito dalla mia curiosità. Stavolta parla: questo signor G gli ha detto che dopo tanti mesi, rivedendo in rubrica il numero di mia suocera, ha sentito il bisogno di chiamare...senza sapere chi gli avrebbe risposto...che faceva le sue condoglianze...perchè con la signora S. si stava tanto bene a parlare... Il signor G! Uno del gruppo di amici, più o meno coetanei, che mia suocera si era fatta nei due ultimi anni in cui aveva abitato nel paese del Lazio: partite a carte, uscite in pizzeria, gite, chissà se erano insieme anche nel suo ultimo viaggio in Egitto! Ne parlava spesso di questo signor G, diceva che bastava che lo chiamasse e lui era sempre disposto ad aiutarla in quei piccoli problemi di anziana che vive sola, sempre così gentile... Quando andavamo a trovarla e lei ci raccontava di lui, le parenti confermavano questo feeling e tra loro e i suoi figli c'era uno scambio di occhiate e di battutine, ci dicevano che qualcuno aveva scattato una foto in cui loro due erano a braccetto... Mia suocera allora si inalberava: “Ma cosa andate a pensare? Alla nostra età! E' solo una persona molto gentile! Mi aveva dato il braccio solo per scendere delle scale ripide...” Perchè lei, nonostante tutto ciò che aveva dovuto subire, mai avrebbe concepito di cancellare colui che le aveva fatto così male, ma che davanti a Dio e agli uomini doveva restare l'unico suo uomo legittimo. Però mi piace pensare (forse sono solo un'inguaribile romantica) che nei suoi ultimi due anni di vita, forse gli unici liberi e felici, lei abbia potuto sentire vicino a sé la presenza di qualcuno diverso, che le abbia fatto assaporare il rispetto e la tenerezza così gratuiti, pensare che qualcuno le abbia dato (e probabilmente ricevuto da lei) un affetto così delicato, perchè chiamarlo amore la farebbe rivoltare nella tomba, facendola finalmente sentire una donna importante e unica, non solo la serva di casa... Così con il cuore ringrazio questo a me sconosciuto signor G, che probabilmente non sa il bene che ha fatto...