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SCAMBI CULTURALI


 GRAN FINALE 
 Nel teatro dei miei piccoli principi i costumi di scena sono essenziali e semplicissimi, dato che si debbono vestire, ed eventualmente cambiare nel corso dello spettacolo, sempre da soli: non ho altri adulti che mi aiutino ed io sono allo stereo per mettere la musica e controllare il tutto. Così è importante trovare per ognuno ciò che può caratterizzare il suo personaggio: una giacca, un cappello, un oggetto... C'è una bambina che farà la parte delle due mamme, quella di Chaperon Rouge e quella di Leila: praticamente dovrà ripetere le stesse frasi con piccole variazioni, ma va bene così per lei, che ha solo 7 anni e quest'anno frequenta per la prima volta. Per la mamma di Chaperon Rouge ho trovato subito un grazioso grembiule da cucina mio, che le arriva fino ai piedi: alla bimba è piaciuto molto...perchè è fondamentale che il ruolo e il travestimento siano accettati dai piccoli attori, altrimenti sono capaci di mandare tutto all'aria (per esempio due anni fa i maschi che non volevano cullare le bambole...!). Invece per la mamma di Leila, la cui storia si svolge in Marocco, mi ero trovata più in difficoltà: un abito intero, magari lungo, sarebbe stato complicato da gestire, altro non mi veniva in mente se non il foulard, il famoso velo che portano tutte le mamme dei bambini marocchini del mio corso. Però, confesso, avevo un po' di timore, coi tempi che corrono: avrebbe dato l'idea di uno stereotipo, una caratterizzazione che avrebbe potuto sembrare antipatica per qualcuno? Non mi sapevo decidere e intanto la bimba mi chiedeva... Così la lezione scorsa ho portato a scuola uno dei miei foulard lunghi, che uso contro il mal di gola, chiedendole se le sarebbe piaciuto. Non avrei mai immaginato un entusiasmo simile! E non solo lei, ma tutte le bambine marocchine del corso! E in pochi minuti tutte mi hanno mostrato, abili e veloci, tante maniere diverse per sistemarlo in testa, come fanno le loro giovani mamme... Stavolta ero io ad imparare da loro ammirando tutte quelle variazioni, ho tenuto per me l'unica maniera che conosco, semplicissima, che avevo imparato in Tunisia... A quel punto che dire? Mi sono solo raccomandata che la piccola scelga un modo facile e rapido, ma so che le sue compagne saranno felici di aiutarla prima che entri in scena. E ho messo questo episodio tra altri in cui ci siamo scambiati conoscenze tra culture diverse e tutti abbiamo dato e ricevuto qualche cosa... In un commento mi è stato chiesto di spiegare il finale differente tra le due storie che stiamo per rappresentare: tutti penso che conoscano il finale di Cappuccetto Rosso, anzi i finali, ma noi abbiamo scelto quello più conosciuto col cacciatore che uccide il lupo e salva nonna e nipotina. Invece nella storia “La palma di Mosh” c'è un orco che segue non visto la piccola Leila quando va dal nonno e vorrebbe mangiarli entrambi: “il vecchio per impadronirsi della sua saggezza e la bambina per impadronirsi della sua giovinezza” . Si fa aiutare dalle streghe che gli suggeriscono uno stratagemma, così riesce ad entrare e a mangiare il nonno. Leila però si accorge della tragedia prima di entrare, chiama in aiuto i compaesani che incendiano la casa con l'orco dentro. Sulle ceneri nascerà una palma che sarà chiamata “la palma di Mosh” dal nome del nonno. Quando la leggemmo fu un momento interessante di riflessione, la perdita di una persona cara e il suo ricordo che continua dentro di noi attraverso oggetti... E ormai siamo vicini al debutto, al gran finale...