ricomincioda7

INSHALLAH


 DALLE  GALETTES  AL  THE'  ALLA  MENTASiamo arrivati in fondo, ce l'abbiamo fatta. Tra l'ostentata quasi sicurezza di chi segue il mio corso di francese dagli anni passati e alle mie ultime raccomandazioni risponde “Lo so, ce lo dici sempre”, all'emozione e all'ansia dei nuovi, che li fa saltare come grilli fino a un attimo prima dell'inizio, con gli occhi sbarrati e mille domande ancora da farmi per la paura di aver dimenticato tutto. Poi tutti seduti nella posizione iniziale mentre entra il pubblico di familiari e amici... e alle prime note della colonna sonora uno alla volta vanno sul palco e si rivolgono agli spettatori con la medesima frase “Il était une fois” detta, gridata, sussurrata, come ognuno ha scelto, accompagnata da un gesto teatrale ugualmente scelto da ciascuno come presentazione personale: chi fa un inchino, chi una piroetta, un salto, un accenno di danza, uno sguardo pensieroso o una boccaccia... Così si riscalda l'atmosfera e si comincia la storia, anzi le storie delle due bambine che si incontrano e si conoscono attraverso le loro differenze e uguaglianze. Come sempre, c'è chi si è un po' intimidito e ha avuto bisogno dei miei piccoli aiuti, chi invece mi ha sorpreso per una sicurezza che durante le prove non aveva rivelato. Come in ogni spettacolo scolastico che si rispetti la tecnologia dello stereo ha fatto qualche capriccio, ma non grave per fortuna e risolto rapidamente. E la colonna sonora ufficiale, la musica scritta dal mio amico, verrà ricordata insieme al tintinnio dei braccialetti di metallo che tutti i piccoli attori (anche i maschi!) erano ben contenti di indossare: oggetti importantissimi per la seconda parte della storia e che abbiamo usato per ritmare la canzoncina di nostra invenzione cantata in certi punti e per concludere lo spettacolo.
la canzone finale  I bambini alla fine erano soddisfatti, i genitori pure, ma loro non fanno testo in questi casi... E, sorpresa, dopo l'inchino, gli applausi e le mie quattro parole di ringraziamento e di saluti...le mamme marocchine hanno apparecchiato rapidissimamente i due tavoli che fino a qualche minuto prima erano le case della nonna e del nonno... con ogni ben di dio, dolci, salati, thè alla menta... tutto preparato da loro, tutti cibi del loro paese! “Una piccola merenda” hanno detto... Qualcosa mi era stato accennato dai bambini che non riescono a tenere i segreti, ma non pensavo ad una festa così! Queste mamme hanno coinvolto con sorrisi grandi e piatti pieni tutto il pubblico, oltre ai bambini: i genitori di altre origini, fratelli, amici, alcuni insegnanti miei amici venuti allo spettacolo, mio marito che ha fatto il video-ricordo ed ora si abbuffava volentieri. Le mamme mi hanno chiesto mettendomi tra le mani un piatto colmo di squisitezze: “Allora ci rivediamo l'anno prossimo?” Ho risposto “Spero di sì, questo gruppo di bambini si è amalgamato bene, è stato bello lavorare con loro, mi piacerebbe continuare...” “Inshallah” è stato l'augurio con cui ci siamo salutati
le protagoniste 
una nonna... molto moderna porta un regalo alla sua nipotina 
l'orco e le streghe