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CASALINGHITUDINI ANTICHE 1


 IL BUCATO(proposta del lunedì-1a settimana)
 Quando ero piccola, in casa mia non c'era la lavatrice. Ho tra i ricordi qualche immagine della mia mamma che sfregava, sbatteva, consumava grandi saponi gialli, inondava di acqua lavello e bacinelle strapiene di biancheria che poi strizzava energicamente. Poi usciva a stendere nella zona del nostro bellissimo giardino di famiglia in cui erano tesi appositamente lunghi fili da suddividersi tra le famiglie di parenti che abitavano nella stessa palazzina, oppure, nei periodi freddi, dentro al capanno in cui si riponevano anche gli attrezzi. Ed io l'accompagnavo e le porgevo le mollette, che sceglievo con cura tra i colori e piccole differenze che notavo solo io, come se l'asciugatura di un paio di mutande o di una maglietta dipendesse dall'averla appesa con la molletta giusta, quella proprio adatta a quell'indumento. “Svelta!” sbuffava la mamma, sempre indaffarata... Per il lavaggio dei lenzuoli e asciugamani rivedo ancora l'enorme pentolone di acqua bollente sul fornello, con la biancheria che sobbolliva dentro, si agitava, si rigonfiava come volesse uscirne e la mamma con un mestolone di legno la rimetteva al suo posto e rimescolava... E caldo... e vapori... Un'immagine quasi infernale che mi impauriva, sentivo dentro di me un'avversione per quelle manovre, l'idea già da allora che quei lavori donneschi fossero una grande fregatura... Mia mamma aveva una cugina a cui era molto affezionata, questa cugina aveva una bambina di un anno o due più di me che si chiamava Pina. Ogni tanto ci incontravamo, noi bambine eravamo amiche, un anno eravamo anche state al mare insieme, ne ho ancora la foto. Avevo sette o otto anni, questa cugina si ammalò: nessuno aveva il telefono, le notizie le portavano a voce altri parenti. E insieme a questa notizia ne arrivò a casa nostra un'altra, che mi colpì ancora di più: “Ma come è brava la Pina! La sua mamma è ammalata e lei a nove anni fa il bucato grosso da sola!” Questo fulgido esempio di amore filiale mi sconvolse, anche perchè l'aneddoto diventò per lungo tempo una severa ammonizione contro di me quando mi rifiutavo di aiutare mia mamma nelle faccende di casa (che odiavo già profondamente). E' inutile dire che a quel punto la mia simpatia verso questa Pina raggiunse i minimi storici... E si insinuò in me una vaga paura: se la mia mamma si fosse ammalata anch'io avrei dovuto imparare a fare il bucato grosso... Non dovevo essere assolutamente di meno da questa Pina perfetta, visto che i miei genitori mi stavano crescendo ben bene indottrinata ad essere sempre la migliore in tutto... Così pregavo che la mia mamma stesse sempre bene...e che a me non toccasse mai l'impresa del bucato... Quando, qualche anno dopo, la mia mamma si ammalò di asma, per fortuna già da tempo avevano aperto una lavanderia vicino casa e noi ci portavamo il bucato grosso, terminata l'epoca dei pentoloni di acqua bollente! Poi finalmente arrivò la lavatrice... a salvare dal bucato a mano la mia giovinezza e tutto il resto della mia vita!