ricomincioda7

SICILIA 1


 NUOVO MESE... IN SICILIA
 Ci siamo arrivati. Dopo una traversata tranquilla da Napoli (che ha riconciliato il coniuge con i suoi timori per il mal di mare), mercoledì mattina al risveglio ci ha accolti l’Etna, probabilmente all’altezza di Taormina. Dopo un poco lo sbarco a Catania, poi la ricerca di un posto per parcheggiare il camper: l’abbiamo trovato...in un quartiere semicentrale pieno di Cinesi, ma noi ci siamo abituati, è come quello in cui abitiamo a Firenze. Così abbiamo cominciato a girare la città a piedi. I bei palazzi barocchi, alcuni ben tenuti, altri fatiscenti, le chiese, barocche anche queste... e quasi in ogni chiesa un matrimonio, sontuoso e colorato come non mi sarei mai aspettata, anche un “nozze d’oro” con la scalinata della chiesa addobbata di balle dorate di paglia e gli sposi all’incirca settantenni e molto giovanili! Ogni strada aveva qualcosa di interessante, molta aria del disordine del Sud, purtroppo molta sporcizia in giro... Il simpatico elefante di pietra lavica nera simbolo della città, chiamato U LIOTRU, la prima squisita granita di mandorla...
All’ufficio del turismo ci hanno consigliato una piccola trattoria “La Pigna Verde”, dove abbiamo pranzato per due giorni (… è stato un buon consiglio!) cominciando a gustare l’ottima cucina isolana e la simpatia della coppia che gestisce la trattoria! Di notte abbiamo dormito in un campeggio sul mare e il mattino dopo siamo tornati nel quartiere cinese, stavolta per un giro al mercato del pesce.  
Come tutti i mercati locali, molto folcloristico, molto tipico e... molto a rischio... infatti è sparito il portafoglio a mio marito! Un discreto danno: una certa somma, vari documenti... Così abbiamo passato alcune ore anche dalla polizia di Catania... Tutti erano molto dispiaciuti, per la brutta accoglienza che ci aveva riservato la città, ma si sanno i rischi dei mercati, in ogni città... e il poliziotto Alfio dopo aver scritto la denuncia mi ha squadrato da capo a piedi, dicendo che la borsa come la tengo io è difficile da... “invadere”, però mi consigliava di togliere il piccolo orologio d’oro, ricordo della mia mamma, che portavo al polso. Invece l’impiegata della TIM dove ci siamo recati dopo per bloccare una tessera telefonica ha commentato: “Beh, vi hanno lasciato 24 ore di tregua, prima di colpire! Al mercato... ci si deve andare senza nulla, in mutande!” Al pomeriggio del secondo giorno, dopo aver fatto la spesa, abbiamo lasciato Catania: nonostante la brutta avventura, mi è rimasta una bella sensazione, ci ritornerei volentieri, c’è ancora tanto da vedere... E ci siamo diretti a sud, lungo la costa...