ricomincioda7

RICORDO


 DI SABATO MATTINA 
 Anche quell'anno era sabato.Per noi era un anno un po' così, di transizione (forse come ora...): mio marito lavorava a Firenze da alcuni mesi, aveva iniziato a cercare casa là per trasferirci tutti, una scelta importante e difficile. Eravamo appena tornati da tre settimane di vacanza in campeggio ad Ostuni. Avremmo dovuto riposarci in quella vacanza, riannodare le fila di coppia e di famiglia dopo mesi duri... invece la vacanza era stata pesantissima: a mio figlio (4 anni) era venuta la pertosse e a mia figlia (1 anno), forse per il cambiamento d'aria o forse a causa del suo amore per la sabbia mangiata a palettate, era venuta una diarrea che non riuscivamo a debellare, anzi avevamo già in corso delle analisi nel laboratorio all'ospedale. Insomma, giorni che solo con le energie dei 30 anni si superano e mi domando ancora come facessi...Ecco, in quella mattina di sabato d'agosto ero uscita con i bimbi in passeggiata e ci eravamo fermati appena dentro un giardino pubblico, sotto un enorme albero che faceva ombra e fresco, dove c'era un muretto di pietra. Il grande faceva correre le macchinine sul muretto e sul prato, la piccola nel passeggino lo guardava, io... sonnecchiavo e mi riposavo un poco.Sulla strada a un tratto passò mio marito in bicicletta. Uno scampanellio, io dico:-Bimbi, c'è papà, lo salutiamo!- Le manine che si agitano, lui ci sorride e risponde con un'altra scampanellata, lo vedo allontanarsi. Sta andando in centro per alcune commissioni, i suoi soliti passaggi in vari negozi di elettronica e di bricolage.Poco dopo noi, con calma, prima che il sole bruci troppo, rientriamo in casa ed io comincio a preparare la pappa per la piccola. Mio marito tornerà per le tredici, come d'accordo. Invece...Sento aprire la porta, è lui in anticipo, ha un viso strano, sconvolto...-Presto, apri la televisione, mi grida, la stazione di Bologna è crollata!- E subito la TV ci manda le terribili immagini che tutti poi hanno visto, che non scorderemo mai più.E lui, concitato, mi racconta.Di solito quando va da quelle parti in centro passa per la stazione a comperare il giornale, quella mattina invece, non sa perché, è come se la bici andasse per conto suo e lui si trova a passare da una strada parallela a quella della stazione: quando se ne rende conto dice fra sé: “Guarda, ho cambiato strada, pazienza, il giornale lo comprerò da un'altra parte”. Ma subito vede correre sotto i portici, provenienti dalla stazione, alcune persone che gli paiono disperate, c'è chi ha l'abito stracciato e sporco di sangue... Allora col cuore in gola si dirige verso la stazione e appena vede da lontano lo scempio e la strage di volata ritorna a casa, per rassicurarmi nel caso io stessi ascoltando la radio o guardando la TV... Non aveva sentito alcun rumore dell' esplosione perché, scoprimmo poi, il vento aveva portato ogni suono dalla parte esattamente opposta a dove era lui e i palazzi alti avevano fatto barriera. Così l'immagine improvvisa e inaspettata della stazione sventrata gli fu ancora più raccapricciante.Era il 2 agosto 1980, avrebbe potuto cambiarci la vita.Abbiamo ripensato spesso a quell'errore di percorso in bicicletta che probabilmente lo ha salvato... Avevo rischiato di restare vedova con due bambini piccoli, oppure lui e noi avremmo scontato le conseguenze di terribili ferite... avrei avuto una vita completamente diversa, forse non mi sarei certo più allontanata da Bologna. Un attimo e il destino ti indirizza su una strada o su un'altra, che tu lo voglia o no.Ecco perché ogni anno il 2 agosto sento ancora i brividi, e ancora di più quando cade di sabato, come quest'anno, il sabato è spesso una mattinata pigra in cui ci si stacca dalla settimana e tranquillamente si imbastisce il relax...E l'immagine di quel giovane uomo che passa in bicicletta e ci saluta allegro mi è rimasta impressa nel ricordo, intimamente legata ad una sensazione di destino, quasi di miracolo...