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RESTAURO


 STORIA DI UN ANELLO
Un Senegalese, dopo tanto tempo che faceva il venditore ambulante in Italia, finalmente trovò un lavoro fisso, qui a Firenze. Ormai la paccottiglia e la mercanzia che ogni giorno trascinava nel borsone non gli sarebbe più servita: aveva anche una scatola con oggetti, ornamenti, piccoli gioielli del suo paese, etnici li chiamano in Italia e incuriosiscono qualche compratore. Passò dal mercato delle Cascine, il più conosciuto e frequentato di Firenze, donò quella scatola ad una signora anziana che tiene un banco particolare: “Gli amici del cane e del gatto”, rivende un po' di tutto, oggetti e usato che le lascia la gente, ciò che ricava serve a mantenere un canile e gattile per gli animali abbandonati. Le raccontò la sua storia: “Adesso questa merce non mi serve più... penso che possa essere utile ad altri.” E se ne andò verso la sua nuova vita. A quel banco passai io qualche giorno dopo, sempre alla ricerca di cose originali e di storie nuove da conservare dentro di me. Da quella scatola africana mi “chiamarono” strani anelli di legno, alti, un po' arrotondati e con una punta leggermente conica come fosse una montagna, o meglio un vulcano, avevano colori brillanti e tutti diversi. La venditrice, che ben mi conosce per i miei frequenti passaggi ed acquisti, me ne raccontò la provenienza, mentre io me li provavo: ognuno aveva una misura differente... Ne scelsi due, uno turchese che mi entrava nel mignolo, uno rosso per l'anulare. Dopo qualche tempo, in partenza per la magnifica avventura greca del giugno 2011, misi in valigia quello rosso insieme a collanine e braccialetti: volevo portare gioielli semplici, poco impegnativi per quel viaggio così un po' fuori dalle mie abitudini... Laggiù, nelle conversazioni con i nostri ospiti greci, scherzando dicevano che io e mia cognata risultavamo nubili, quindi appetibili dai signori locali, perché là gli ortodossi portano la fede alla mano destra mentre noi l'avevamo alla sinistra e la destra era libera... Così per scherzo e per evitare eventuali approcci, magari in lingua greca, cominciai a portare l'anello di legno rosso all'anulare della mano destra... … e da quei giorni non l'ho più lasciato! Perchè è bello, originale, luminoso, me lo sento come se fosse una parte di me... diverse persone l'hanno apprezzato, a molti ho raccontato la sua storia... Purtroppo col passare del tempo e l'uso continuo il colore rosso brillante è sbiadito, prima sulla punta poi tutt'attorno, era rimasto il legno qua e là un po' rosato, solo nell'interno si intravedeva un po' il colore originario. Che peccato! Era come se ciò che mi ricordava quell'anello, giorni bellissimi, si stessero allontanando e scomparendo dalla mia vita. Continuavo a portarlo, non mi decidevo a toglierlo e riporlo, o a buttarlo, ma se lo guardavo sentivo ora una punta di tristezza. Poi l'ha notato quell'amica che mi ha insegnato a fare i mercatini, le ho raccontato la sua storia e le mie malinconie. Lei è abilissima nei lavori manuali e d'artigianato, le ho chiesto consiglio: con quale tipo di colore, lucido, resistente ecc... avrei potuto rinnovarlo? E lei mi ha suggerito di tentare con lo SMALTO PER UNGHIE! Quel giorno a casa sua abbiamo fatto la prova con uno dei suoi smalti in un angolo dell'anello, poi ho aspettato qualche giorno, pareva tutto a posto, allora ho comperato la tonalità di rosso che mi è sembrata più simile all'originale: una boccettina mini, solo per questo lavoro perché sulle mie unghie lo smalto rosso non mi piace, io lo uso blu, verde scuro, lavanda... E con pazienza ho fatto l'operazione di restauro, ho dipinto tutto l'anello: lucido, bello, bellissimo! A rivederlo come era all'inizio mi sono un po' emozionata... perché quell'anello resta il simbolo di un periodo della vita che è stato molto felice e che ora si può solo ritrovare nei ricordi e nei sogni... Ora tutto così rinnovato spero anche che mi porti fortuna! E se pian piano scolorirà di nuovo so come fare...