ricomincioda7

CAMBIO DI STAGIONE


 FALSA PRIMAVERA
Firenze, a specchiarsi nel fiume  Da alcuni giorni il clima è cambiato: il cielo è limpido e terso, niente vento e la temperatura si è alzata. Tranne al mattino presto, la sciarpa e il cappello sono inutili. Un accenno di primavera imminente che mette subito allegria, porta energia nuova e voglia di fare, di uscire, di respirare a fondo... Io scalpito e ne approfitto, penso e scopro delle incombenze che mi costringono ad uscire, a prendere il bus per andare di qua e di là, faccio anche lunghi tratti a piedi per scoprire le tracce della bella stagione in arrivo e sentire finalmente il sole che scalda... Prolungo i miei giri per il gusto di stare all'aperto, anche se vado nel centro della città qualcosa di nuovo me lo sento addosso ugualmente. Per non parlare dei turisti che aumentano giorno per giorno, quasi impercettibilmente. E camminando in certa periferia, con i giardini e i piccoli quadrati di terreno, scopro finestre più aperte, piccole punte di gemme sugli alberi e i merli che fischiano melodie di corteggiamento. Ho accettato ben volentieri inviti di amici per qualche serata fuori casa, meravigliandomi che poi al ritorno la notte fosse quasi tiepida, in confronto a poco tempo fa. Non durerà, febbraio è dispettoso in questo e di certo piogge e maltempo sono in agguato, forse già da domani: questa è la “falsa primavera”  descritta da Hemingway in “Festa mobile”, che però ci mette l'allegria della vita che rinasce e che continua e ci fa cercare di essere felici, anche se tornerà il freddo... la nuova stagione ha già preso il via fuori e dentro di noi. Le parole dello scrittore mi vengono sempre in mente in giornate come queste: “Quando giungeva la primavera, anche la falsa primavera, non restava che da risolvere il problema del posto in cui sentirsi più felici." (Festa mobile, E.Hemingway)