ricomincioda7

BLA BLA BLA


UNA LINGUA SPECIALE
 Qualche mio antico lettore ricorda il MARTINESE ? Cioè lo strano modo di parlare di Martino quando era molto piccolo: era così buffo che aveva meritato un post! Damiano era stato forse più normale: di carattere più introverso, anche se capiva tutto non è stato molto precoce a parlare, perlomeno in modo “umano”, come racconto nel post dedicato al suo linguaggio. Quando però ha cominciato ha formulato rapidamente frasi complete usando anche parole poco comuni per un bimbo così piccolo. Ora è la volta di Diletta: lei è un piccolo eco che ripete tutto ciò che gli adulti le dicono, a modo suo s'intende. Chiacchiera volentieri, dice un sacco di parole reali, ma tutte in modo strano, magari solo alcune sillabe o solo le lettere che riesce a pronunciare... così la nonna che non la vede spesso ha grosse difficoltà a capirla. Anche per i suoi genitori non è facile. Chi invece riesce benissimo a comprendere i suoi discorsi sono i fratelli maggiori, che li traducono a noi adulti, ed io spesso mi rivolgo a loro per sapere cosa sta dicendo la bimba. Il fatto che Diletta ascolti queste traduzioni e alla fine dica :-Cì (Sì)- con entusiasmo ci convince della loro esattezza. Allora ho pensato che fosse giunto il momento di regalare a questi miei nipotini esperti in linguistica infantile una bel libro che avevo conosciuto tempo fa, che mi aveva colpito per la sua dolcezza e commosso per la storia familiare che ci sta dietro: “La lingua speciale di Uri”, scritto da David Grossmann. Chi vuole conoscerne meglio la trama, scoprire chi era Uri e la sua storia... segua questo link, non mi dilungherò a raccontarla, vi lascio la sorpresa... Il libro è piaciuto molto a Martino e Damiano, si sono identificati subito col coprotagonista, il fratello maggiore, perchè la lingua speciale di Uri assomiglia tanto alla lingua speciale di Diletta...