ricomincioda7

CHE FARE


QUALCOSA 
 Siamo riusciti ad andare al mare da mio figlio. Neppure una giornata intera, se si considera che il consorte odia alzarsi di buon'ora, partire velocemente ed arrivare presto. Così mio figlio, che conosce bene suo padre, ci aveva dato appuntamento a mezzogiorno a Vada all'ingresso del suo campeggio; almeno siamo arrivati in orario, ed è già molto! Il pranzo a Cecina a collaudare una nuova trattoria che cucina anche per i celiaci: collaudo ottimamente superato! E un lungo pomeriggio tra pineta e spiaggia, a sonnecchiare sotto gli alberi, a costruire con Riccardo improbabili piccole capanne con i rametti di pino per i topolini della pineta, poi quando il sole si è fatto meno bruciante ci siamo affacciati in spiaggia e sugli scogli. Peccato ci fosse il vento abbastanza forte e ho rinunciato a fare il bagno, ma non a entrare in acqua con Riccardo, tanto avevo messo una gonna corta e leggera che poteva bagnarsi senza danno. E l'ora del ritorno è arrivata troppo presto, come al solito quando si sta bene. Così almeno per qualche ora le tristi notizie di cronaca del terremoto le abbiamo dimenticate. Appena si getta l'occhio ai giornali o si apre la televisione l'angoscia e la tristezza assalgono: vorrei fare qualcosa...Sì, parteciperemo alle raccolte di denaro della Caritas attraverso la parrocchia, come le altre volte, ma ho sempre la sensazione che forse si potrebbe fare di più. Ci sono sottoscrizioni di ogni tipo, raccolte di materiali da molte associazioni… ma vengono in mente i fattacci del passato quando ciò che fu raccolto prese poi altre vie, allora mi chiedo: di chi fidarsi? Ed è una vergogna che si debba pensare a questo. Alla tv avevo sentito parlare dei bambini e della necessità di distrarli, tranquillizzarli, c'erano richieste di giocattoli semplici e piccoli e materiali da disegno e simili, allora mi era venuta un'idea… e da stamattina ho cercato se era realizzabile. Ho tentato inutilmente alcune telefonate, poi ho trovato su facebook un centro sociale che stava raccogliendo… ma nell'elenco delle necessità non aveva inserito giocattoli…però in un commento qualcuno chiedeva se poteva portarne… Così appena nel primo pomeriggio ho letto la risposta. “Certo, ma non ingombranti”, ho capito che potevo procedere: ho preparato una grande borsa piena di peluches, perché ne ho tanti, di tanti animali diversi, ancora rimasti da quando li usavo per il teatro con gli scolari. Sono a disposizione dei nipotini, ma non tutti sono preferiti, alcuni ho notato che non li scelgono mai, inutile tenerli! Ne avevo anche che portavo con me ai mercatini per venderli a 1 euro… Via tutti! Ora ci sono piccoli che forse si sentiranno meglio stringendo un nuovo peluche… Alle ragazze del centro sociale a cui ho consegnato la borsa si sono illuminati gli occhi: “Che bello! I peluches per i bimbi!” Ed io mi sono sentita finalmente soddisfatta. Così mi sono premiata da sola mentre tornavo a casa, tra un bus e l'altro mi sono regalata un ottimo gelato in una gelateria che dicono sia tra le cinque migliori di Firenze.