ricomincioda7

RESISTENZA


AGNESE 
 Il 25 aprile per me ha sempre un significato: il ricordo della LIBERAZIONE, la fine di quel periodo tragico che non ho vissuto, ma ho imparato a conoscere già dalla più tenera età per le allusioni, i racconti e i ricordi che venivano dalla mia famiglia.Come tutti gli anni, volevo fare qualcosa di... storico, di commemorativo, anche minimo, anche solo un pensiero, una lettura, un ascolto di qualcosa.C'era anche la ZAP (Zona Altamente Partigiana) al centro sociale: un pomeriggio di canti, spettacoli, momenti comunitari sull'argomento e come altri anni passati ero dell'idea di farci un passaggio.Invece mio marito ha deciso che, visti gli impegni prossimi, ieri era l'unico giorno in cui saremmo potuti andare insieme alla Fiera dell'Artigianato, grande manifestazione annuale fiorentina. L'ho accontentato, anche se non la sentivo proprio adatta al 25 aprile... ma sono così poche le occasioni in cui accetta di buon grado di uscire insieme!Però alla sera, anche se eravamo stanchissimi, l'ho "trascinato" a teatro e se non ci fosse venuto sarei andata da sola. Al solito mio teatro delle Spiagge, vicino casa, c'era proprio un evento per il giorno della liberazione: lo spettacolo "Agnese odiosa Agnese", già in circolazione da diversi anni sempre con successo.
 E' ispirato dal romanzo di Renata Viganò "L'Agnese va a morire", come se ne fosse la prosecuzione, dopo aver immaginato che la protagonista non morisse nel finale, ma vivesse e invecchiasse fino ad arrivare ai giorni nostri: una vecchia solitaria e scorbutica che incontra un giovane dagli ideali ancora confusi alla ricerca di un suo posto nel mondo. Sono due generazioni che devono riuscire a parlarsi, ad accettarsi, a capirsi, immersi nella realtà odierna consumistica e superficiale da cui entrambi, per ragioni diverse, si sentono estranei. C'è ancora necessità di fare Resistenza, di non arrendersi, di impegnarsi, di non piangersi addosso... "Quello che si deve fare va fatto." ricorda Agnese dei suoi anni tra i partigiani, anche ora nell'ultima fase della sua vita i ricordi continuano a spronarla pur nell'angoscia di quello che dovette sopportare. C'è in sottofondo un continuo rombo di aerei nelle scene in cui Agnese è sola, il rumore del silenzio assordante per quanto è pieno di memorie...Lo spettacolo mi ha molto emozionato, ho rivissuto gli ultimi anni della vita della mia mamma, certi suoi ritorni col pensiero al passato, ai suoi accenni a fatti di cui non mi aveva mai parlato, come se volesse depositarli nella memoria e prolungarli nel tempo... Ho sentito fortemente quel muro che spesso si alza tra le generazioni perchè è difficile trovare linguaggi e modi giusti per farsi capire senza fraintendimenti, mentre invece sarebbe così importante accettarsi e comprendersi reciprocamente.A fine serata mi sono convinta di aver celebrato degnamente anche quest'anno il 25 aprile.