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LUTTO


TRISTEZZA
Certosa monumentale di Bologna Un mio caro amico ha avuto un lutto, ha perso la sua mamma. Alla nostra età, un genitore vivente è di certo molto, ma molto anziano e quando viene quel momento... beh, è nell'ordine naturale delle cose. Ma questo non attenua il dolore.La storia, per lui, è andata in modo molto somigliante a come andò per me, ormai dieci anni fa: l'indebolirsi lentamente, il ricovero all'ospedale come a illudersi ancora che possa riprendersi, poi resta solo l'attesa di quando tutto finirà...Ma lui, al contrario di me, è riuscito a starle vicino fino all'ultimo: abitavano, madre e figlio, nella stessa città, i medici lo avevano preavvisato che ormai non c'era nulla da fare, solo aspettare quello spegnersi lento.Allora in questi giorni la mia vicinanza mentale e sentimentale a questa attesa, poi a questa fine, mi ha fatto ripensare a quando morì la mia mamma, al rimpianto, che mi resta per sempre, di non essere riuscita a stare con lei di più, più vicino alla fine, ma di averla lasciata dopo quell'ultima visita all'ospedale con la speranza che sarei risalita a Ferrara due giorni dopo e l'avrei trovata migliorata con l'aiuto delle cure, come era già accaduto altre volte. Certo, mi era sembrata particolarmente strana quell'ultima volta, ma nessun medico aveva parlato a me o a mio fratello di quanto in realtà ci fosse poco da sperare e da aspettarsi miglioramenti... perchè se l'avessi saputo non sarei certo ritornata a Firenze quel giorno, per ricevere la terribile telefonata proprio la mattina successiva. Negli anni mi sono detta che lei avrebbe capito, che era sempre stata lei a dirmi: - Vai, torna a casa ora, che hai il treno da prendere e tante cose da fare.- Si era sempre voluta mostrare indipendente, non voleva legare a sè od obbligare gli altri a sacrificarsi per i suoi problemi. E' morta di notte, sola: questo per me è ancora oggi una enorme tristezza , come un rimorso.E quando muore l'ultimo genitore ci si sente trasformati, si è veramente soli, è come camminare su un sentiero sull'orlo di un precipizio e rendersi conto che d'ora in poi non ci sarà nessuno più esperto a dirti come fare per non caderci dentro: ora siamo diventati noi i "patriarchi": nessuno ci tenderà più la mano rassicurante che abbiamo sempre sentito dalla nostra infanzia, è nostra ora questa eredità di responsabilità, dovremo essere noi a tendere la mano a chi è più giovane.