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IL PERSONAGGIO


NON  SOLO  TEATRO 
Niccolò dell'Arca, Compianto sul Cristo morto Ci sono personaggi che si abbandonano con difficoltà, dopo che si è finito di interpretarli, perché forse ti assomigliano anche se non te ne rendi conto pienamente, oppure perché sono talmente densi di significati che continuano a suscitare emozioni forti ogni volta che li ricordi. Mi era capitato già una volta diversi anni fa, con quella Cora che per certi versi era diventata un alter ego, oppure un'amica con cui avevo poi convissuto a lungo facendola anche diventare la protagonista di alcune mie piccole storie…Mi è capitato di nuovo ora, in questo Mistero Buffo che è stato molto bello, siamo riusciti ad ottenere un buon successo e ad averne una grande soddisfazione.Ognuno degli attori doveva interpretare più di un personaggio nelle varie scene e già questo non è semplice, sia per imparare e caratterizzare le parti, sia per i cambi veloci d'abito. Io non ero da meno: ho fatto la madre della sposa nelle “Nozze di Cana”, una donna presente alla “Resurrezione di Lazzaro”, l'ostessa della locanda in cui si svolge l'Ultima Cena nella scena “Il Matto e la Morte”; questi erano personaggi facili e anche piuttosto divertenti.Poi nella scena finale sono stata Maria che incontra suo figlio morente, non sulla croce, ma in una cava di marmo e schiacciato da una pietra, la variazione che la regista ha fatto rispetto al testo originario, per attualizzare il Cristo nella tragedia delle morti bianche sul lavoro. Praticamente io sono stata la protagonista della scena intera, dialogando con Gesù, i cavatori, l'angelo Gabriele . Ecco, questo personaggio è stato difficilissimo da rendere, il dolore e la rabbia li ho costruiti con molto studio e fatica, cercando una strada mia che non doveva essere imitare  la stupenda interpretazione di Franca Rame. Ogni volta che provavo a casa, da sola, arrivavo alla fine stremata e così mi accadeva anche durante le prove collettive. Però pian piano le emozioni crescevano, mi si chiariva come porgerle al pubblico… e si consolidavano anche dentro di me.Pare che sia riuscita a renderle nello spettacolo, c'è chi si è commosso, chi si è complimentato, chi ha detto che abbiamo passato un messaggio forte per chi è cristiano . Io ho assorbito profondamente il grande dolore di Maria, mi è rimasto dentro e ancora, ripensandoci, ne risento l'eco; adesso è Pasqua, la rievocazione di questi giorni della morte di Gesù quest'anno è stata permeata dei sentimenti provati durante la mia interpretazione, l'ho sentita in modo diverso, più forte e vivo rispetto agli anni passati. Recitare il personaggio di Maria è stato un ripensamento e un rinnovamento spirituale per me che sono credente, più di tante preghiere.Il teatro mi ha dato anche questo e gliene sono riconoscente.E con questa scoperta lascio a chi passa di qua i miei auguri BUONA PASQUA!