ricomincioda7

GITA D'INVERNO


A  PISA 
 -A Pisa c'è la mostra sui Futuristi, ormai finisce. Ti interessa o no? Se non ti interessa mi organizzo e vado da sola.--Certo che mi interessa.- risponde il marito.Ma se diversi anni fa alla mostra di Balla a Milano dovetti andarci da sola perché a lui “quei matti facevano proprio schifo”? Mah! Ha cambiato idea?Oppure… ultimamente mi accompagna a vedere le mostre d'arte che mi interessano senza fare storie, vuoi vedere che… forse ha più voglia di fare qualcosa insieme, potrei anche pensare malignamente a una forma di controllo, di gelosia.Meglio non pensare e organizzare.Una gita del genere, come le precedenti con lui, naturalmente deve seguire i suoi modi e i suoi tempi. Tipo: io devo informarmi di tutto, orari, luoghi, indirizzi precisi, parcheggi, biglietti, devo indagare sui ristoranti buoni e comodi in loco (vietato proporre pranzi veloci a panini o pizzette), alla fine scodellargli tutto pronto, lui si mette al volante, imposta il navigatore e si parte.Ah, si parte sempre in tarda mattinata, dopo risveglio, abluzioni e colazione con tutti i comodi, perché la gita sarà solo (o quasi) per vedere la mostra, senza approfittare per esplorare la città che non è la nostra o per scoprire qualcosa d'altro, tranne i percorsi per arrivare e valutare poi scegliere tra i ristoranti. Quando c'è lui di mezzo è così. Soprattutto ora d'inverno, viene buio presto, girare una città al buio non è di molta soddisfazione.Anche a Pisa il copione è stato questo. Era anche una giornata grigia, le foto non venivano molto bene. Ho comunque apprezzato la sequenza dei palazzi sui lungarni, certe stradine tra alte case torri e porticati medievali, la piccola piazza delle Vettovaglie che mi è piaciuta per la sua tranquillità e i negozi sotto i portici. In questa piazza abbiamo scelto di pranzare, dopo aver trovato chiuso un ristorante suggerito da Tripadvisor e aver lasciato perdere un altro locale indicato da un amico, ma che faceva solo panini, pizze e torta di ceci. Invece ci siamo fermati ad una “Griglieria delle vettovaglie”, un posticino con appena una decina di tavoli dove abbiamo mangiato deliziosamente: tagliatelle al cinghiale, zuppa, trippa, ceci e la tipica torta coi bischeri, di cui avevo sentito parlare ma non avevo mai assaggiato: squisita! Pasta frolla, cioccolato, uvetta, scorze d'arancia…Ho scoperto dopo, a casa, che questo ristorante ha aperto da una settimana: gli auguro una grande fortuna, se continua a preparare piatti così accurati e squisiti!La mostra è nel Palazzo Blu che… è davvero blu, un colore insolito fra tutti i giallognoli, grigi e marroncini degli altri, molti a strisce delle tonalità tipiche delle pietre locali: così blu è un po' folle, come folli sono stati questi futuristi. A me piacciono per la loro carica dirompente e la fantasia nell'arte, pur non condividendo le loro posizioni estreme di esaltazioni politiche. Anche Pisa mi è piaciuta; c'ero stata solo un'altra volta, tanti anni fa. Pensare che è così vicina, un'oretta di treno, poi si passeggia bene per i quartieri centrali, gli angoli, i palazzi e le chiese sono molto gradevoli, anche senza arrivare fino alla strafamosa piazza dei Miracoli dove orde di turisti si affollano da tutto il mondo per la torre pendente. Mi piacerebbe tornarci più spesso, nei giorni di feste cittadine o semplicemente di mercato, vedere i suoi musei, entrare nelle sue chiese, anche senza aspettare altre mostre importanti, quelle che si susseguono nel Palazzo Blu. E tornarci anche da sola, per girellare coi miei ritmi, senza fretta e quasi senza meta.