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AL TEMPO DEL VIRUS 5


 RITORNO AL PANE 
Abbiamo deciso che a fare la spesa ci andrà mio marito, il meno possibile, circa una volta alla settimana: io non riuscirei a stare in piedi tanto tempo in fila, nè potrei comperare molto, non guidando l'auto. Però non è così semplice "calibrare" i consumi in modo da non finire troppo presto qualcosa di molto usato: un supermercato è vicino a casa, prima se mancava qualcosa era il motivo per una passeggiata, si provvedeva e si aggiungeva anche qualche occasione scoperta lì per lì. Ora bisogna programmare e si deve conciliare con la lista del regime alimentare che mi dà la nutrizionista, non molto esigente in tempi normali, ma ora diventa più complicato, e anche con i gusti e, diciamo pure, le "idee" di mio marito: questo insieme a quest'altro no, non la stessa cosa due giorni di seguito, perchè così poca carne, perchè così tanta verdura, cosa posso mangiare che ho ancora fame... Ecco allora che è finito il pane ed è quasi finito anche ciò che gli assomiglia: pezzi di schiacciata e focaccia che erano stati congelati in tempi felici per le merende dei nipotini, confezioni di prodotti simili prese al supermercato per i languorini improvvisi. Ma per la spesa era ancora presto, secondo la nostra tabella di marcia, non era il caso di mettersi in coda solo per questo. Così dal fondo della cucina ho ripreso fuori la macchina del pane, che non usavo da anni: perchè non sempre il pane veniva bene, dipendeva dalla temperatura e umidità dell'ambiente e da chissà cos'altro, non l'ho mai capito. Andava a finire che il marito era insoddisfatto, quel pane non gli piaceva, troppo dolce, poco lievitato, troppo basso, troppo chiaro, troppo scuro... e dovevo terminarlo io come toast a colazione. Inoltre serve una farina apposta, un certo tipo di lievito... Insomma, visto che si poteva comperare pane fresco e buono a dieci minuti da casa, avevo smesso di usarla. Ora però era l'ultima speranza: per caso prima della clausura avevo comperato un chilo di quella farina speciale, l'istinto me lo aveva suggerito, chissà, avevo pensato di poterci riprovare, ma senza impegno... al limite avrei avuto qualche toast. Di lievito giusto ce ne avevo ancora nel cassetto, scaduto, ma si dice che a volte funziona uguale ed era l'occasione per verificarlo. Allora ieri pomeriggio ho rifatto il pane con la sua macchina, dopo tanto tempo, dosando tutto con la massima cura e un po' di apprensione. Per sicurezza, avevo messo in cantiere anche la polenta, casomai il pane fosse venuto una schifezza. Invece si è fatto onore: lievitato, morbido, profumato. Abbiamo mangiato ugualmente la polenta a cena, ma oggi a pranzo il MIO pane era buonissimo, ce ne sarà anche per stasera. Il marito era soddisfatto (o forse ha fatto di necessità virtù?); domani sarà giorno di spesa... speriamo di trovare la farina, anzi le farine, perchè ci saranno altri esperimenti di panificazione, meccanici e manuali!