ricomincioda7

SI STAMPA


 NERETTA
 Il primo anno in cui abitavo a Firenze lavorai in una prima classe della scuola primaria (elementare, si diceva allora). Un po’ per gioco e un po’ per la mia passione rodariana dell’inventare storie e farle inventare anche ai miei scolari, cominciammo a immaginare le avventure che potevano capitare a una matita, come quelle che loro usavano per la scrittura ancora incerta, che perdevano, che spezzavano, che mangiucchiavano, che si litigavano talvolta. Se ne parlava insieme, poi io a casa scrivevo le idee che erano nate, le arricchivo, il giorno dopo gliele rileggevo in classe… pian piano si erano formati vari “capitoli”, verso la fine dell’anno eravamo arrivati anche a una conclusione. Giusto in tempo perché io battessi a macchina il tutto sulle “matrici”, vi riproducessi alcuni dei disegni che i bambini avevano fatto via via, poi gran lavoro di ciclostile (sì, c’erano ancora questi mezzi preistorici) e per le vacanze ogni bimbo ebbe il suo libretto da rileggere. Negli anni successivi passai alcune copie ad alcune amiche maestre che la lessero nelle loro classi. -E’ piaciuta tanto, mi dicevano, i bambini vi ritrovano la loro vita!- Anch’io la ripresentai più volte, quando avevo di nuovo una prima: era vero, piaceva sempre molto, i piccoli si identificavano nei personaggi, si entusiasmavano a quelle avventure. Proporla a un editore? Mi sfiorò il pensiero, ma avevo già avuto dei rifiuti per altri materiali, pareva complicato, non avevo agganci… lasciai perdere. La matita Neretta finì tra i miei “prodotti” scolastici, diventati ricordi al mio pensionamento, e passarono moltissimi anni. Nell’autunno scorso lessi che una casa editrice, piccola in verità, chiedeva testi per aprire una collana di narrativa per bambini, ripescai Neretta, diventata file nel computer, e inviai. E’ stata accettata!!! Così è cominciato il lungo lavoro per la pubblicazione… reso più sfilacciato dai problemi Covid: rallentamenti, chiusure… Un mondo per me tutto nuovo, l’editore comunque è molto gentile e mi chiarisce tutti i dubbi. Io avevo idee chiare su come avrei voluto il libro e sono state accettate: cioè le illustrazioni interne devono essere in bianco e nero, in modo che i piccoli lettori possano colorarle. Perfetto: così la stampa costa meno e si possono mettere più immagini… tanto che inseriremo anche dei disegni (sempre in bianco e nero) che fecero i bambini in quegli anni lontani. Mi è venuto subito in mente chi avrei voluto a illustrare la storia: una insegnante d’arte, anch’essa in pensione ormai, che aveva lavorato con me a organizzare e tenere corsi di aggiornamento per docenti, sull’educazione artistica. Poi siamo rimaste amiche, ogni tanto ci sentiamo, siamo andate al mare insieme qualche volta… Il suo stile di disegno mi pareva proprio adatto al mio testo. Lei è stata contenta della proposta, dice che lo fa solo in via dell’amicizia, si è buttata con entusiasmo, ci siamo incontrate solo una volta, ma è stato tanto il lavoro on line di scambi di file, commenti, scelte, aggiustamenti… Ormai siamo arrivati a destinazione: ieri ho rimandato le bozze corrette e ho dato il consenso alla stampa: il libretto uscirà in febbraio! Sono contenta che finalmente la mia storia prenda il volo, che possa essere letta da tanti bambini, sono emozionata per questo successo, mi piacerebbe che molti acquistassero il libro, non certo per arricchirmi, perché di letteratura non si campa. Io naturalmente ne comprerò diverse copie, per i nipotini, i figli e i nipoti di conoscenti, vorrei donarne anche alle biblioteche dell’Istituto Comprensivo in cui ho lavorato, come mio ricordo... Vorrei anche che si potessero fare presentazioni, per farlo conoscere, ma con il Covid è impossibile, purtroppo.link all'editore se uno volesse acquistare in prevendita, ancora per pochi giorni.