ricomincioda7

SINDROME DELLA CAPANNA


 E NIENTE 
 In questi giorni ho cercato di “guardarmi” dall’esterno. Non è facile, soprattutto perché questo tipo di osservazione implica anche un livello massimo di sincerità e obiettività e non sono in grado di capire se lo raggiungo o meno. Ma tanto la perfezione non è di questo mondo e allora accontentiamoci. Per colpa di questo maledetto covid, che tipo di vita sto facendo? Nulla di serio, per carità. Però è tutto limitato e circoscritto al mio mondo casalingo e familiare in senso stretto, anzi strettissimo: io e il marito. Scarsi sono gli impegni fuori, qualche capatina ai supermercati per la spesa (siamo in due, quanto potrà mai servire?), la messa domenicale, riordini e sistemazioni varie in casa (per esempio cominciare a decidere dove attaccare i quadri nostri ed ereditati che ancora dormono negli scatoloni); televisione, computer, letture occupano i tempi dei relax. Non ci sono progetti particolari né a lunga scadenza in vista, si naviga giorno per giorno, a volte io mi dimentico anche la data. E’ tutto fermo, è tutto statico. Il fatto è che più è fermo… e più mi fermo. Cioè perdo pian piano la voglia anche di uscire, mi sfugge il dove andare e che fare. In fondo anche in casa non si sta poi male, sento a volte un senso di sicurezza che mi avvolge: - Perchè dovrei andarmi a cercare rischi di ammalarmi? Qui sto al sicuro, mi immergo in un libro avvincente, impasto una crostata… e va bene così, ultimamente non mi scontro nemmeno più tanto col marito. Uscirò un’altra volta. - Poi mi scuoto, sento che questo abbraccio di sicurezza non regge, che in realtà mi soffoca, che non è da me l’arrendersi, anche se me ne viene la voglia. La mia “capanna” non deve annientarmi, devo vincere io e mantenere qualcosa di più vivo, che però in certi giorni mi costa molta fatica. Allora mi torna in mente una collega, che andò in pensione poco dopo di me. Ci rivedemmo, dopo del tempo. Io avevo tante cose da fare, quell’euforia della libertà che molti provano appena andati in pensione e che spinge a riempire le giornate. Le domandai: -Tu cosa fai ora?- - Niente, mi rispose. - Come, niente? Come passi le giornate?- - Sto in casa, leggo, guardo la tv, esco talvolta con mio marito a fare spese, a volte qualche viaggio… Sto proprio bene così. - Io pensai a come era possibile “addormentarsi” in quel modo. Ecco, a parte “qualche viaggio”, è la mia vita di ora. Però io non mi sento molto soddisfatta...