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UN ANNO DOPO


 LE ULTIME VOLTE 
Queste prime settimane di marzo sono state doppiamente tristi: ricorre un anno da quando siamo entrati completamente nell’ERA COVID, da quando sono iniziate le chiusure estreme, il primo lockdown. E dopo un anno non se ne vede la fine, anzi la ricorrenza sta diventando una chiusura del cerchio, un ritorno brutto al punto di partenza: le restrizioni sono sempre più rigide, i problemi legati ai vaccini non alleggeriscono la situazione, domani molte più regioni saranno rosse. La Toscana, benchè arancione sulla carta, avrà rosse alcune province e altri comuni sparsi qua e là, le rimanenti zone non sono troppo ottimiste e tutti ci stiamo rassegnando al fatto che a fine settimana quasi di sicuro il rosso dilagherà. Malinconico è stato, nei giorni scorsi, ricordare le ultime volte di un anno fa. L’ultimo incontro con qualcuno arrivato da fuori regione, sfruttando un abbozzo di primavera, già con la preoccupazione di ciò che stava accadendo in giro, ma senza immaginare che poi i confini si sarebbero inesorabilmente bloccati e così a lungo. L’ultimo pomeriggio da nonni a raccattare i nipoti all’uscita dalle varie scuole, poi le merende, poi i giochi, in quei martedì pomeriggio di follia, insieme ai quattro in attesa che i genitori tornassero dal lavoro; a sera eravamo esausti, ma contenti di essere stati qualche ora con loro. Da un anno i martedì sono tristemente liberi. L’ultimo incontro con gli amici dei gruppi di teatro: da una parte i vestiti di scena in prova, quel bell’abito lungo che ora è abbandonato da un anno, dall’altra il nuovo spettacolo “imbastito”, per il quale le ricerche storiche iniziate poi sono state accantonate. Questi anniversari li abbiamo celebrati su wathsapp, con faccette tristi e cuoricini, uniti a tanta speranza. L’ultimo compleanno festeggiato in presenza, e che presenza! Erano i 70 anni di mio marito, riuscimmo all’ultimo tuffo a pranzare tutti insieme in famiglia, giusto il giorno prima della chiusura totale. Un giorno che non scorderemo mai. Fra due mesi li compirò io 70 anni: volevo festeggiare bene anch’io in famiglia, ma ho forti dubbi che sarà possibile… Mi sfuggirà anche questo compleanno importante di decina, come già mi sfuggì quello dei 60 anni. Il mio Karma non abbonda certo di fortuna, sarà abbastanza se mi farà restare in salute... Rievocati anche questi ultimi bei momenti, andiamo avanti con rassegnazione, cercando di sfuggire la tristezza e di controllare le preoccupazioni. Da domani i quattro nipotini che abitano a Poggio a Caiano in provincia di Prato hanno le scuole chiuse e i tre della scuola dell’obbligo faranno di nuovo lezione in DAD: mia figlia, che lavora a Firenze, ha preso il permesso familiare Covid e dovranno organizzare in casa l’uso di computer, tablet, cellulari per far lavorare tutti, non sarà facile...