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COVID PERMETTENDO


 COMPLEANNI, FINALMENTE ! 
I passaggi delle decine di anni dicono siano importanti, è il completamento di un ciclo, l'inizio di un altro. Così andrebbero celebrati in modo particolare soprattutto quando le decine cominciano ad essere numerose. Ci informò di questo una psicologa quando io e il marito giravamo attorno alla cinquantina, ma per me quel mezzo secolo non era affatto da festeggiare: i problemi all'anca si aggravavano rapidamente, stavo per entrare in lista d'attesa (lunga!) per fare la protesi. Dieci anni dopo, per quei 60 che ho raccontato anche qui, avevo progetti di una grande festa a cui avrei invitato amici di oggi e di ieri, anche di ieri l'altro, perchè volevo festeggiare pure il fatto che la mia vita, in quell'anno, si poteva dividere esattamente a metà: 30 anni a Bologna, 30 a Firenze. Ma in quei giorni aspettavamo Damiano, nato il 5 maggio, poi tornato in ospedale per l'ittero. Dimenticai l'idea della grande festa e mi accontentai del pranzo insieme, con figli e nipoti, una settimana dopo. "Accontentai" non è esatto, fu bello lo stesso, vivere e godere della famiglia che si allargava. Ora i 70 sono arrivati, purtroppo insieme alla pandemia. Le restrizioni un po' attenuate, ma la vita lo stesso complicata, perchè gli incontri di famiglia devono tener conto dei giorni di affidamento di Riccardo al papà e della quarantena in cui è incappato Damiano per un compagno contagiato. Un gioco di incastri e a me, in fondo, dispiaceva parecchio questo rimandare, vorrei sempre festeggiare vicino al giorno giusto, altrimenti ha poco senso per me, sono un po' incontentabile... Rimanda rimanda... siamo arrivati a ieri sera per poterci ritrovare tutti a casa di mia figlia! Stavolta non ero io a dover gestire la serata e la cena, ho portato due torte salate e ho lasciato che i più giovani si dessero da fare. Io mi godevo i nipoti: dopo tanti mesi in cui non ci siamo quasi mai visti erano una riscoperta, così cresciuti, così cambiati, hanno un po' attenuato quella grande confidenza che avevamo quando un pomeriggio alla settimana erano tutti per noi... o forse è il fatto naturale che crescono e cambiano... Martino, il maggiore, è ormai un adolescente con la voce forte e un po' roca, Cesare, il più piccolo, a quattro anni sembra già così grande, non è più il bambolotto dell'autunno scorso. Anche questo ricorda spietatamente che il tempo passa, troppo in fretta per noi anziani. Mi avevano preparato la torta di compleanno, mi hanno regalato una collanina col ciondolo di una pietra dura che dà un sacco di benefici fisici e psichici... speriamo! E nello spegnere le candeline, nel fare le foto attorno alla torta con tutti i nipoti, ho voluto il più vicino a me Damiano, perchè, in fondo, quel compleanno un po' in ritardo era per tutti e due e lui compie dieci anni, la sua prima decina. Questo Damiano così diverso dai suoi vivacissimi fratelli, lui calmo, riflessivo, timido, intellettuale, dall'intelligenza profonda e curiosa di tutto... che purtroppo sta ancora combattendo la battaglia per i suoi problemi fisici al ginocchio e non solo: io mi ritrovo molto in lui... a volte gli colgo, quando mi guarda, un'occhiata fugace e ridente, come di intesa... Non avrei voluto più lasciarli, ieri sera... ma alle 23 c'è il coprifuoco e dal loro paese ci vuole una mezz'ora di auto per rientrare a casa. Cesare ha chiesto: - I nonni quando vengono a prendermi da scuola? - Forse si può ritornare a qualche antica abitudine, ora che i nonni sono vaccinati...