ricomincioda7

VISTO IN TV


UN PROFESSORE
 Non amo i serial televisivi, non amo prendere l'impegno di seguire per diverse settimane gli episodi che si susseguono, forse ciò accade anche perchè nelle mia vita è così difficile programmare, spesso accadono imprevisti, rischio di iniziare qualcosa che poi non posso vedere fino in fondo. Ora per i canali Rai si può recuperare successivamente su Rai Play, ma ancora non ci ho fatto l'abitudine, fatico a collocare i "ripescaggi" nelle mie giornate. Diciamolo francamente, non amo le storie a puntate, soprattutto se si prolungano all'infinito, o se dopo qualche mese c'è la seconda serie, poi la terza e così via: difficilmente sono belle come la prima e io mi stanco. Preferisco un bel film. Però "Il professore", con Alessandro Gassman, l'ho guardato, mi sono impegnata e organizzata per non perderne nemmeno una puntata. Il mio imprinting di insegnante ha vinto... e qualcosa che parli di scuola è così raro che passi in televisione! Ci sono serie scolastiche per teen agers in giro tra i canali, ma la maggior parte sono demenziali americanate e non le prendo in considerazione. Questo parlava di scuola in Italia, di situazioni realistiche, così almeno veniva presentato, allora mi sono detta "Vediamo un po'. " Sono arrivata fino all'ultima puntata. E allora? Non sono una critica cinematografica nè televisiva, ma qualche parola mi sento di dirla. Innanzitutto l'ho guardato volentieri, fino in fondo, e questo è già tanto. Però quella non è LA SCUOLA, quello non è un PROFESSORE: la scuola italiana non è così, lo sceneggiato è solo un bel romanzetto, molto sfumato di rosa. Falso è che un professore di filosofia abbia una sola classe, di cui può diventare guida e dedicare ai ragazzi tanta cura e attenzioni, dentro e fuori scuola. Certo ci sono davvero insegnanti che hanno carisma, sono capaci di ascoltare gli studenti, li affiancano nella crescita, la loro materia diventa un mezzo per maturare e prendere consapevolezza, per certi alunni sono più importanti di genitori assenti o famiglie problematiche. Ma la situazione del telefilm è idilliaca e falsa: ogni professore nella realtà ha più classi da seguire, e registri da compilare, e programmazioni, e verifiche da preparare poi correggere, e verbali, e riunioni tra colleghi, e aggiornamenti... So che non resta tutto quel tempo per girellare e seguire le storie dei ragazzi fuori di scuola. Se uno dal telefilm si fa un'idea della scuola italiana, la trovo pericolosamente inclinata verso gli stereotipi "lavorano mezza giornata, hanno tre mesi di ferie". Gli intrallazzi amorosi del professore con le colleghe... mah! Mi sono sembrati un po' esagerati, non credo che nei collegi docenti si arrivi a quel punto. Ci sono insegnanti così? Io non ne ho mai conosciuti, magari qualcuno mi può smentire... Il professore è un seduttore, dalla vita incasinata, questo è il filone avventuroso e romantico della narrazione, che però non ha niente a che fare col mondo della scuola: ma se non ci fosse stato chi si sarebbe interessato a seguire una storia di scuola, argomento così poco appetibile di solito? Il professore di latino mi sembrava uno dei miei insegnanti dell'istituto magistrale: così str***o, e parlo degli anni appena precedenti al '68: ne esistono ancora? Credo che oggi uno che trattasse così gli alunni si beccherebbe presto una denuncia da qualche genitore. Mi sono piaciuti molto di più i rapporti e le interazioni tra i ragazzi, vi ho ritrovato molto di quando avevo anch'io sedici anni e di quanto ho intuito tra i miei scolari, anche se erano più piccoli, o nei gruppi (rari) di giovani che ho incontrato: le crisi, le gelosie, i sogni, le incomprensioni, le tragedie del non capirsi tra coetanei e con gli adulti. Questo aspetto mi è parso più realistico. Alla fine delle puntate ero un po' delusa: avrei voluto qualcosa di meno romanzato e più realistico, che facesse conoscere un po' di più la realtà della scuola di oggi. Ma forse è impossibile ottenere qualcosa del genere, siamo nell'epoca del sensazionale, dell'intrattenimento puro e semplice, la TV offre ciò che la gente desidera: emozioni a pelle, fiabe moderne... Alla fine delle puntate ripensavo ad un'altra opera sulla scuola, molto lontana nel tempo, uscì a puntate in televisione nel 1973: era "Storia di un maestro" del regista Antonio De Seta, tratta dal libro di Albino Bernardini "Un anno a Pietralata". Anche lì si parlava di fare lezione in modi coinvolgenti, di bambini con problemi, di un insegnante che cercava il meglio per i suoi scolari. Non si parlava della vita privata dell'insegnante, ma ebbe lo stesso un grande successo, fece riflettere... Era un'altra epoca... Forse varrebbe la pena di ricercare quel film, di rivederlo, forse avrebbe ancora qualcosa da dire.