ricomincioda7

DOVE VORREI TORNARE


MOLISE
  "Il Molise non esiste” così come “La Basilicata non esiste”: frasi cattive che girano su queste due piccole regioni che hanno tante bellezze, come tutte le altre regioni italiane, però meno pubblicizzate, quindi meno conosciute, sono luoghi per intenditori.Nella seconda non ero mai stata fino al viaggio-avventura dell’estate 2011 (chi volesse saperne di più è anche raccontato abbondantemente in questo blog), nella prima andai tanti anni fa.Erano i tempi dei figli piccoli e delle vacanze in campeggio col carrello-tenda, da fare santo subito per la sua comodità: si attaccava all’auto, arrivati in campeggio si staccava, si premevano alcuni pulsanti e si apriva tutto, ferri di supporto, teli di copertura, piani aggiuntivi, un po’ come i furgoncini degli ambulanti. Entro cinque minuti potevamo già andarci a letto dentro, se eravamo arrivati alla sera tardi. Poi, con comodo, il mattino dopo si aggiungeva la veranda. E se volevamo fare gite nei dintorni si lasciava lì il carrello e si partiva con l’auto.Insomma, quell’anno eravamo finiti in Molise, in un campeggio sul mare vicino a Campomarino; quasi sempre sceglievamo un po’ a caso le mete delle nostre vacanze, ma sempre al mare, che faceva bene a me e ai bambini, forse quella volta aveva influito anche la mia curiosità di conoscere qualcosa sui popoli antichi precedenti ai Romani. Non ricordo molti dettagli di quei giorni, soprattutto la tranquillità del luogo, insieme alla sua ricchezza di un ambiente ancora molto naturale. Ci stavamo bene, i figli erano sempre all’aperto con gli altri bambini ospiti del campeggio, passavano i contadini con uova, verdure e formaggi squisiti, c’era vicino un maneggio appena aperto con prezzi irrisori, lì ho scoperto la bellezza dell’andare a cavallo, anche mio figlio, che aveva otto anni, si appassionò a tal punto che poi da adolescente andò a fare per vari anni settimane-vacanza a cavallo.Ogni tanto facevamo gite, a Termoli, nei paesi sulle montagne dell’entroterra: per arrivarci c'erano o autostrade o quasi mulattiere contorte, in una natura incontaminata. Ciò che mi rimase più impresso e che ricordo ancora è l’enorme diga di Guardalfiera, il grande lago che si è formato e la strada che lo attraversa: un’opera così imponente per un territorio così piccolo! Certo un vantaggio per gli approvvigionamenti d’acqua per le coltivazioni, ma sulla costa gli abitanti storcevano il naso: al campeggio ci dicevano che la diga aveva cambiato il microclima, quella enorme massa d’acqua aveva aumentato l’umidità e la piovosità, prima non c’erano mai stati temporali così violenti… e lo subimmo anche noi, perché un acquazzone quasi diluvio appena prima della nostra partenza ci impregnò d’acqua il carrello, ferri e teli, a tal punto che da allora cominciò il suo lento rovinarsi e arrugginirsi.Negli ultimi anni, attraverso questo blog ho conosciuto un’amica originaria di Capracotta, in Molise; emigrò a Bologna da piccola, ma laggiù ha ancora una casa di famiglia in cui trascorre diversi mesi all’anno. Le foto che mette su Facebook di quelle zone mi fanno ripensare a quella lontana vacanza e mi è venuta voglia di tornarci, ormai sono diversi anni che all’inizio dell’estate lo prendo in considerazione, ma, per una ragione o per l’altra, alla fine viene rimandato a… chissà quando.