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AL NORD


PICCOLO VIAGGIO, PICCOLO PREMIO 
Pavia, ponte coperto “Piccolo” non in senso negativo, o sminuente: è stata ugualmente una esperienza positiva, come lo è sempre uscire dal quotidiano tran-tran per qualcosa di nuovo. E’ durato il tempo di un fine settimana lungo, dal venerdì al lunedì, in questo sta principalmente il significato dell’aggettivo “piccolo”. Il premio era, se vogliamo, piccolo: un concorso a cui avevo mandato un breve (ecco, piccolo anche questo) racconto ed ero entrata nel gruppo dei finalisti, sabato da questi sarebbero usciti i tre vincitori, i restanti tutti a pari merito. Non ho vinto, stavolta, non si può raggiungere sempre il massimo, ma io e mio marito col camper eravamo partiti venerdì per partecipare alla cerimonia di premiazione coi vincitori proclamati a sorpresa; partiti da Firenze, cena e sosta notturna a Bologna, prosecuzione del viaggio sabato mattina fino alla meta, un piccolo paese di campagna in provincia di Pavia. Nel pomeriggio la cerimonia, i finalisti non premiati hanno ricevuto ugualmente un omaggio: una serie di cartoline con immagini del paese a inizio ‘900 e due segnalibri magnetici, che ho molto apprezzato perché mi fanno proprio comodo. Dopo ci è stato offerto un ricco aperitivo, praticamente la cena. Io non ero mai stata in quelle zone, così domenica e lunedì siamo andati alla Certosa di Pavia e a visitare Pavia. Abbiamo avuto cielo grigio e anche un po’ di pioggia, ma non ha rovinato il viaggio, anzi ha reso l’ambiente più suggestivo. Ho osservato il paesaggio padano, i campi immensi, ora che tutto è stato raccolto, sembrano un deserto, in cui spuntano ogni tanto enormi cascine: alcune sono ancora attive, altre sono state trasformate in alberghi, residence, anche condomini, altre purtroppo stanno cadendo in rovina. Nei piccoli paesi, come quello in cui c’è stata la premiazione, lungo la strada principale si affacciano per lo più case basse, ci sono spesso grandi portoni dietro cui si intravedono ancora le aie e oltre le stalle trasformate in appartamenti. Mi tornava in mente il film “L’albero degli zoccoli”, quel mondo ormai scomparso. Mi è piaciuto moltissimo, intorno a Pavia, l’enorme parco del Ticino, un bosco di pianura a tratti molto fitto, a tratti con radure e prati ad uso della gente; ma Pavia è tutta piena di alberi, lungo i viali e nelle piazze, ha un bel parco pubblico attorno al castello. E’ un aspetto apprezzabile della città, molto meno apprezzabile è il sudicio che abbiamo trovato in giro: rifiuti lasciati lungo le strade, in molti angoli sacchi neri stracolmi e a volte rotti per il troppo tempo di abbandono. Non capisco il perché di questa trascuratezza e inciviltà, che fa a pugni con la cura del verde. A parte questo, Pavia mi è sembrata gradevole, ha belle chiese romaniche, palazzi antichi ben tenuti e il quartiere Ticino dalle colorate casette dei pescatori di un tempo, affacciate sul fiume. E ha la vivacità dei giovani, dato che c’è l’università e di giovani in giro ce n’erano tanti, anche molte piccole famiglie coi bimbi nei passeggini. Spettacolare è stata la Certosa di Pavia, costruita e abbellita durante vari secoli; un frate ci ha guidato nella visita, io ero colpita dall’opulenza e dalla grandezza dell’edificio, pensavo alla ricchezza smisurata di Gian Galeazzo Visconti che la fece costruire, all’interno dei suoi immensi possedimenti di campagna: il santuario e accanto la villa per sé e famiglia, dove passare le estati, nell’aria buona della campagna. Anche allora ricchi straricchi… e poveracci a lottare per la sopravvivenza e… per arricchire ancora di più i padroni! Là è zona di risaie, ho voluto gustarmi un buon risotto, l’ho trovato a Pavia, in una piccola trattoria sul fiume, appartenente alla “Confraternita del risotto”: una garanzia! Infatti era squisito: ai funghi porcini, piselli e formaggio, tenterò di rifarlo a casa mia! Bei giorni di viaggio tranquillo, di stacco dalla normalità, ritorno a Firenze rilassata, pronta a ributtarmi nel caos e nell’affollamento… con la speranza di vincere altri premi e di ripartire presto!