IL GIARDINO BRUTTO
Dalla porta finestra guardo la pioggia che cade nel mio giardino. -Voglio una casa col giardino!- diceva mio marito in quei mesi della ricerca di una casa nuova. Anche a me faceva gola, però mi sarei accontentata pure di una terrazza, magari grande, giusto uno spazio per mettere fuori il naso e sistemarci qualche pianta. Abbiamo avuto il giardino, 200 metri quadrati, uno spazio dignitoso; chi volesse saperne di più, qui dal 2015 ne ho parlato diverse volte: le sorprese, le soddisfazioni, i tentativi non sempre riusciti di sfumare al verde quel pollice che ho sempre avuto nero. Però il giardino principalmente doveva essere campo d’azione di mio marito, anche perché lui ha maggiori forze fisiche di me. Sembrava non vedesse l’ora di dedicarsi a questi lavori manuali nella natura, che non faceva da quando abitavamo a Bologna e lui gestiva con cura qualche vaso di fiori, soprattutto geranei, sulla nostra piccola terrazza. Ma un terrazzino è cosa ben diversa da un terreno di 200 metri quadrati, così la sua buona volontà è andata via via calando. Invece è aumentata considerevolmente la sua pigrizia, mia suocera mi aveva svelato che era così anche da piccolo e, aggiungo io, invecchiando non si migliora… Ci sono stati aiuto e consigli del mio amico giardiniere, ma mio marito li ha ben poco seguiti. Sostiene che le piante vanno annaffiate poco, altrimenti affogano, che l’erba non va tagliata troppo bassa, così mantiene il fresco e l’umido nel terreno. Ma le piante sono esseri viventi, fanno un po’ come gli pare, invece LUI vorrebbe avere tutto sotto controllo, ma senza doversi impegnare… insomma, a lavorare nel giardino ci va quando gli torna comodo, quando ne ha voglia, quando non ha impegni parrocchiali, quando non sopporta più le mie sollecitazioni e i miei brontolamenti. -Fa troppo caldo, fa troppo freddo, il terreno è troppo bagnato… - ogni scusa è buona. Ma ci sarebbero periodi giusti per potare i cespugli, l’erba andrebbe tagliata regolarmente altrimenti soffoca le piantine officinali, bisognerebbe controllare il meteo e approfittare delle sequenze di giornate di bel tempo. Niente di tutto questo e il giardino sta diventando un caos. Addirittura quando a fine estate dovevano venire in visita i nipoti, gli feci notare che non avrebbero potuto giocare nel prato e nemmeno andare sulle altalene (che amano molto) perché l’erba era troppo alta. Lui che ha fatto? Appena prima che arrivassero ha tagliato l’erba… ma solo attorno e sotto le altalene! Potrei mettermi io a fare tutto, ma di proposito non voglio. Se lo facessi, dopo sì che non alzerebbe nemmeno un dito, come è già successo per altre incombenze casalinghe. Allora aspetto che la situazione esploda e lui si muova. Ogni tanto dalla disperazione taglio un po’ i cespugli, sistemo qualche vaso, ma per il resto lascio stare… ...e lascio che, come in questo periodo, il giardino diventi una giungla: l’erba è altissima, addirittura supera i vasi con le piante grasse che sono quasi sepolte, i cespugli di nandine e corbezzoli dilagano, tranne i primi due che LUI potò un pomeriggio e poi basta, l’oleandro è enorme, la piccola vite striscia a terra perché sono caduti i paletti di sostegno. Da settimane avrebbe dovuto montare la serra e mettere al riparo i vasi: si è deciso negli ultimissimi giorni, ora che il tempo è peggiorato, è tutto un acquitrino, è freddo, LUI si mette a lavorare nel pomeriggio e alle cinque fa buio. Infatti si è già preso un bel raffreddore. Mi mette tristezza, mi fa anche rabbia, adesso, guardare la “giungla”: il mio giardino è proprio brutto.