ricomincioda7

CHE DIRE ?


LEGGO MOLTO, SCRIVO POCO (QUASI NIENTE) 
dipinto di Hermann KernE’ un periodo grigio, grigio scuro. Passano le giornate con le incombenze della quotidianità (cucinare, lavare, stirare, fare la spesa, seguire il meteo per andare a ginnastica in piscina evitando il troppo freddo) e basta, anzi no, c’è il DENTISTA come ciliegina sulla torta. L’unico momento di socialità è l’incontro settimanale con i “Ragazzi over 65”: continuano i giochi teatrali propedeutici. ancora la regista non ci ha presentato un lavoro da preparare per la fine primavera, dato che sono entrate persone nuove che si devono ambientare. Anche se sono giochi che conosco già, me li faccio piacere perché è il solo pomeriggio in cui ho contatti con qualcuno che non sia il marito.E questo marito non sta affatto bene e diventa facilmente pesante e irritabile, non ha voglia di iniziative né di uscite che non siano obbligatorie, tipo il medico e l’incontro settimanale col suo gruppo biblico.Il freddo che si è fatto pungente non mi spinge a uscire da sola e ad affrontare le attese dei bus, anche se in città ci sarebbero cose attraenti da seguire… Mi sembra di ripiegarmi su me stessa, di non avere più nulla di interessante da fare o da dire… Così non scrivo, certe idee che mi vengono poi affondano come in una nebbia che sento nel cervello, mentre le giornate scorrono spesso insulsamente, mi scopro a non avere voglia neppure di provare una nuova ricetta, anche se il tempo ci sarebbe eccome. Leggerei da mattina a sera: l’immergermi in storie, il vivere in tempi e luoghi differenti, così “vivo mille vite”, diceva credo Umberto Eco e ora mi pare che questo sia l’unico modo per vivacizzare un poco la mia. Una cosa sola mi dà soddisfazione, anche se mi affatica: i pomeriggi che ogni quindici giorni passiamo con i nipoti, a prenderli dalle scuole, fare la merenda, qualche gioco insieme, un’occhiata e una piccola assistenza se hanno qualche compito da fare, poi i cartoni animati fino al ritorno dei genitori. C’è sempre da divertirsi, anche se a volte occorre dirimere qualche litigio, e alla sera di quei giorni mi sento più serena e di buon umore.Quasi quasi vorrei che il lavoro di babysitter fosse più frequente, ma so che mio marito si affaticherebbe troppo e ora che abitano a Poggio a Caiano c’è bisogno del suo ruolo di autista, anche per andare a prenderli dalle scuole di Prato: gli orari delle corriere sono improponibili, da sola non ce la potrei fare e poi… i nonni siamo tutti e due, no?