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NOZZE D'ORO A FIRENZE


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 Da qualche tempo il Comune di Firenze attua una simpatica iniziativa: il 14 febbraio, giorno di San Valentino, invita a Palazzo Vecchio le coppie che nel corso dell’anno festeggiano i 50 anni di matrimonio, per una piccola cerimonia con la consegna di una pergamena ricordo. Era stata sospesa negli anni della pandemia, ora ha ripreso e stavolta è toccato a noi! In verità noi le nozze d’oro le faremo in ottobre, ci sarebbe ancora tempo, ma ciò che conta è l’anno, quindi l’invito è arrivato. - Ci andiamo?- ho chiesto al marito. - Se ti fa piacere… - ha risposto. Come al solito, le cose in pubblico, l’essere protagonista (anche se in chissà quanti saremmo stati…) gli è completamente indifferente, se non addirittura odioso. Ma per farmi piacere si rassegna (non sempre eh!). Per me era una cosa carina, anche solo lo stare in quel magnifico Salone dei Cinquecento e avere la possibilità di visitare il resto del Palazzo, non era da perdere, quei luoghi d’arte e di bellezza offrono una vera cura per lo spirito. Ne abbiamo approfittato anche per pranzare in centro in una trattoria dove non eravamo mai stati, con ottimi piatti tipici fiorentini, poi nell’attesa che arrivasse l’ora della cerimonia abbiamo fatto una tranquilla passeggiata nel centro, confusi fra i turisti sempre numerosi; il sole era quasi caldo nel primo pomeriggio, si stava benissimo. Ed eccoci nella lunga fila di coppie… attempate all’ingresso riservato a noi. Anzi, tutto il palazzo era per noi, non era aperto al pubblico oggi, le coppie erano 600, un gruppo al mattino, uno al pomeriggio. Io guardavo tutti questi uomini incanutiti, alcuni ancora vigorosi, altri traballanti, e queste signore con i capelli… dai mille colori, i bianchi e i grigi erano in minoranza, c’erano anche delle splendide bionde, molto in forma, io non davo loro di certo un’età almeno attorno alla settantina… considerando i 50 anni di matrimonio… Pensavo a tutte quelle vite di coppia, a quante storie mi stavano vicino, quali percorsi le avevano portate fin lì… molte coppie arrivavano in taxi, è in zona pedonale, non è da tutti i vecchietti farsi le passeggiate per il centro. Mi chiedevo se avessi incontrato qualcuno che conoscevo, ma non mi veniva in mente nessuno di cui sapessi una durata così lunga del matrimonio, temevo che poi alla fine sarebbe stata una faccenda un po’ noiosina nella sua ufficialità e col marito che se non sbuffava era solo per cortesia, ma dalla faccia stava cominciando ad averne abbastanza. Invece ecco che entra nel salone un mio collega del Cidi, con sua moglie, uno che anche mio marito conosce perché ci siamo già incontrati in altre manifestazioni cittadine. E’ uno molto simpatico, anche la moglie, che non avevo ancora conosciuto. C’erano due posti liberi subito dietro a noi, così si sono sistemati e abbiamo chiacchierato piacevolmente nell’attesa che iniziasse; anche mio marito si è disteso e si è trovato più a suo agio. La cerimonia è stata semplice e gradevole: due attori impersonavano il granduca Cosimo I e la granduchessa Eleonora, i primi “inquilini” del palazzo, hanno fatto gli onori di casa raccontando un po’ la storia del luogo, introducendo il gonfalone di Firenze e il suono delle “chiarine”, le trombe ufficiali della città. C’è stata la proiezione di un filmato con gli eventi principali del 1973, nella città e nel mondo: io non stavo a quel tempo a Firenze, ma ho ritrovato certe canzoni e, soprattutto, il golpe cileno e la guerra del Kippur, scoppiata la vigilia del nostro matrimonio. Infine il sindaco ha fatto il suo discorso, poi ha suonato alcuni brani al violino: è anche un bravo musicista. A ogni coppia è stata donata una rosa rossa e una pergamena commemorativa. Dopo eravamo liberi di visitare il palazzo e così abbiamo fatto. Si poteva anche fare una foto ricordo insieme al sindaco, al granduca e alla granduchessa, ma mio marito è stato irremovibile: quello proprio no! Anche perché, come è immaginabile, la fila dell’attesa era lunghissima ed io, dopo tutto, non me la sentivo di chiedergli anche questo sacrificio! Alcune belle ore passate insieme, sono così rare… mi sembrava quasi che fosse domenica!